Le Pagelle Che Non Lo Erano: Sassuolo-Milan 3-3

Si apre a Milano la Design Week, che poi altro non è che il puré attorno al Salone del Mobile. E anche se le migliaia di espositori dimostrano che si possono fare divani di ogni forma e materiale, alla fine le tipologie di mobili sono poche. E una cosa hanno in comune: li chiamiamo mobili, ma sono un po’ fermi, e chiunque ci si accomoda impunemente come fosse a casa sua. A questo elenco ristretto sono ispirate le Pagelle Senza Voti di Sassuolo-Milan!

Sportiello – SEDIA A SDRAIO
Quando un portiere non si oppone agli avversari qualcuno dice “Tanto varrebbe avere una sedia in porta”. Sicuramente lui non rimane inerte sui tiri avversari, anzi ci prova, si distende, ma riesce solo a toccare quelli di Laurienté . Su quello di Pinamonti c’è qualcuno che dorme in giardino ma non è lui.
Florenzi – COFFEE TABLE
Socievole nell’accogliere gli ospiti sulla sua fascia, ha rari momenti di eccitazione da caffeina quando si spinge in avanti, il cui culmine è una bordata respinta da Consigli. Ma in generale serve per appoggiarci i libroni con foto o mostre d’arte, tra i quali presto comparirà l’opera d’arte del VAR che ritrae Chukwueze mentre riceve il suo assist, rappresentazione visionaria e inquietante alla De Chirico.
Thiaw – SGABELLONE DA BAR
Chiunque gli si avvicina diventa ubriacante. In compenso ha un’occasione di testa nel primo tempo, da distanza ravvicinata, ma non la shakera bene e Consigli smanaccia via.
Kjaer – SEDIA A DONDOLO
Come tutti gli shaming, l’age shaming è un po’ scemo, e ci rincresce farvi ricorso (anche perché il suo compare di reparto di anni ne ha 22, ma non è più tempestivo di lui). Però il modo in cui sta a guardare i passanti muovendosi dolcemente in veranda, al tramonto, è un’immagine struggente.
TheoHernandez – POLTRONE
Con la “e”, sì, perché dà una sensazione di indolenza anche quando si avventa in avanti – sembra frenato e forse lo è, visto che a breve termine ci aspettano la Roma e poi un’altra partita di campionato. Non al meglio però neanche l’automatismo con Leao sulla fascia, e il modo pistoleggiante con cui batte le punizioni. Sulla sua azione migliore, verso la fine del primo tempo, fa tutto bene ma non ritiene di servire i compagni in mezzo.
Musah – SCARPIERA
Il luogo in cui i piedi si separano dalle scarpe. Fa un gran consumo di suole, su questo non si discute, ma nel nostro (senza offesa) centrocampo, emergono più i suoi limiti che i suoi pregi. Nella sua azione migliore, prende una scarpa pulita pulita da un avversario mentre la sua scarpa è sulla linea, però niente, non una punizione, non
Adli – LETTO A SCOMPARSA
Passa il primo tempo nascosto nella sua cameretta, e all’inizio del secondo tempo perde il pallone che porta al 3-1 (ma per dire una frase che consola pochissimo, in quel momento tutti stavano perdendo palloni). Quando sembra ora di andare a dormire, rientra a sorpresa nella partita e trova una duplice intesa con Pulisic, che quasi lo fa segnare – e lui quasi fa segnare l’altro. Se non che, quando Pioli lo fa sparire, pareggiamo con Okafor.
Loftus-Cheek – PUFF
Occupa spazio, ma dentro di lui c’è poca roba. Per lo più inutile.
Jovic – CREDENZA
La credenza che lo riguarda è che possa dare il cambio a Giroud quando invece, è solo nel momento in cui Olly entra in campo che improvvisamente tocca un pallone (in porta). Bene anche dopo, mentre l’altro prende spinte e legnate in area: a un certo punto si mette persino in cabina di regia a suggerire.
Leao – CHAISE-LONGUE
Il mobile di lusso un po’ ingombrante la cui vera utilità ogni tanto viene messa in discussione. Ma anche da una prestazione parzialmente sdraiata riesce a tirar fuori un gol leggiadro e a propiziare la rete di Jovic.
Chukwueze – MOBILE TV
Difficile giudicarlo senza lo schermo ultrapiatto del VAR che ultrappiattisce la nostra partita annullando i suoi (bei) gol con due chiamate che accettiamo con un sorriso – digrignando moltissimo i denti. Ironia vuole che quando Pioli decide di cambiare canale sostituendolo in modo un po’ ingeneroso, Pulisic impatti in modo devastante su quella sua fascia. Ma finalmente inizia a vedersi il giocatore che speravamo che fosse.
Reijnders – LIBRERIA
Entra nel salone e subito tutti sembrano un po’ più intelligenti, anche se poi a ben guardare nessuno attinge realmente al suo sapere, è giusto per darsi un tono.
Gabbia – ARMADIO A MURO
Non molte pretese di stile ma sicuramente il massimo della praticità: dentro di lui spariscono gli attaccanti avversari, e grazie al tocco della sua anta Okafor riceve il pallone del pareggio.
Giroud – PANCA
Troppe volte le partite in cui doveva concedersi un turno di riposo lo hanno visto entrare incupito nel finale, e sbattersi il triplo del normale. Appena entra, sbuca anche Jovic (forse quindi era una cassapanca). Prende una quantità di botte quasi comica (perché anche se nel finale giochiamo praticamente con cinque attaccanti, ha addosso sempre due difensori), arriva col solito tontissimo piede destro su un grande invito di Pulisic, ma di nascosto è lui che di testa indirizza dolcemente nel centro dell’area il pallone che diventerà il pareggio.
Pulisic – ARMADIETTO DEL BAGNO
Dal luogo misterioso che mescola cosmetici e medicine, tira fuori quel qualcosa in più che ci rende più tonici e più presentabili.
Okafor – COMODINO
Nel buio in cui stavamo brancolando, la nostra mano apre il cassetto vicino al letto e trova quel qualcosa che risolve la situazione – un ansiolitico, un revolver, un profilattico, un hamburger. Quinto gol da subentrato: fa proprio comodino averlo in casa.

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