Atalanta-Milan: le Pagelle Che Non Lo Erano

È stata la settimana della Prima alla Scala, e in quanto squadra che ha costruito la Scala del Calcio, siamo direttamente interessati. Ma visto il flop della nostra rappresentazione, non possiamo che chiamare in causa opere che all’uscita furono un conclamato fiasco, aggiungendo qualche musical disastroso per sottolineare che è capitato pure ad apprezzatissimi compositori moderni. Lo facciamo anche per ricordare a noi stessi che magari è semplicemente un primo impatto infelice, e che col tempo i giudizi più impietosi possono cambiare. Speriamo nelle prossime recite.

Maignan – CARMEN (Georges Bizet)
Forse una delle poche opere che riescono a tirare dentro anche chi non regge la lirica, sfoggiando arie celeberrime – eppure al debutto non ebbe successo, forse perché il suo pubblico iniziale era composto da tanti Gianluchi Pagliuca – uno che faticherebbe a soddisfare i requisiti intellettuali della BoboTV. Toreador della porta, Oiseau rebelle che si rifiuta di prendere gol che sembrano già fatti, tiene miracolosamente la sua squadra in partita finché la sua squadra non trova finalmente il modo di abbatterlo.

Calabria – MADAMA BUTTERFLY (Giacomo Puccini)
Alla “Prima” alla Scala (non quella del calcio: quella più piccola, coi prezzi quasi uguali) questo lavoro di Puccini fu sommerso dai lazzi di un pubblico ricco ma scostumato e chiassoso, forse anche deliberatamente ostile, come sostenne furente il Maestro lucchese uscendo dal campo di gioco. Il capitano pone fine a una partita infelice con un melodrammatico suicidio, come la protagonista. È vero che l’arbitro è di manica larghettina con le entratine degli atalantini ma giustizialista coi milanisti, ma i suoi due cartellini gialli sono difficili da contestare. E così, come contro il Borussia, va a dare una mano agli avversari in un momento critico. Ci serve un capitano, non una farfalla.

TheoHernandez – PELLEAS ET MELISANDE (Claude Debussy)
Un flop voluto dall’allenatore, cioè l’autore del testo su cui Debussy scrisse la musica: Maurice Maeterlinck boicottò in tutti i modi (anche pagando dei contestatori) la rappresentazione, perché come cantante non era stata scelta la sua amante. Theo non è il principale scempio della nostra difesa, ed è tutto dire. Però è anche una potenziale arma del tutto disinnescata. Vale davvero la pena?

Tomori – THE CAPEMAN (Paul Simon)
Uno dei più inaspettati flop di Broadway, malgrado le premesse: un cast di cantanti di discreto successo, un premio Pulitzer per co-autore, e il benvoluto autore dei successi di Simon & Garfunkel, carico di Grammys anche da solo. Invece i critici lo fecero a pezzi e il pubblico non sentì il desiderio di andare a vedere questa storia di un bad boy portoricano condannato alla pena capitale. Quanto al nostro bad boy, i compagni della difesa vacillano, il centrocampo non riesce ad arginare gli attacchi, dalle fasce arriva di tutto: viene condannato oltre i suoi demeriti anche quando devia la conclusione di Lookman che a noi era sembrata un tiro un po’ del cavolo, ma i telecronisti erano in estasi quindi sicuramente era un’opera mirabile.

Florenzi – SIMON BOCCANEGRA (Giuseppe Verdi)
“Credevo di aver fatto qualcosa di passabile ma pare che mi sia sbagliato”, commentò il Sommo dopo il fiasco della prima rappresentazione. Ecco, da Spizzi sempre più spesso ci aspettiamo qualcosa di passabile, non più qualcosa di buono. Lui pare il primo ad aver ridimensionato il suo gioco – e le funzioni di “coperta” durante le avanzate di TheoHernandez non sono un alibi sufficiente.

Reijndeers – SPIDERMAN (U2)
Come il costosissimo disastro che ha poi indotto la rockband irlandese a scelte commerciali un po’ radicali, rimane impigliato nelle sue stesse ragnatele. A tratti il giovane olandese mette la stessa tristezza che metteva un giovane belga l’anno scorso.

Musah – LA TRAVIATA (Giuseppe Verdi)
“La traviata, ieri sera, fiasco. La colpa è mia o dei cantanti? Il tempo giudicherà”, scrisse serafico il Maestro di Busseto. Allo stesso modo, il giovane americano, ieri sera, fiasco. O volendo essere gentili, fiaschetto. La colpa è sua o di chi lo mette in scena in questo modo? Il tempo giudicherà. Quanto tempo abbiamo?

Loftus-Cheek – CHESS (ABBA)
Mosso qua e là come un grosso e lento pedone, non incide sulla nostra partita né su quella degli altri.

Chukwueze – IL TRIONFO DI CLELIA (Cristoph Willibald Gluck)
Questa è la storia di uno di noi, che dopo la debacle della sua opera, nel Nord Italia fu bersagliato da una rima sciocchina ma impietosa: “Gluck, l’è un mamalùcc”. Noi confidiamo che Chukko non sia un mammalucco. Ma contro l’Atalanta ha fatto poco per dimostrare il contrario.

Giroud – IL BARBIERE DI SIVIGLIA (Gioacchino Rossini)
Il factotum della città! Pronto prontissimo, è come il fulmine: c’è da segnare? Eccomi qua. Fare la sponda? Tra-la-la-la! C’è da coprire: Giroud di qua, Giroud di là, Giroud di su, Giroud di giù – eppure no, i palati fini non sono convinti, come non lo furono quando si trovarono davanti a quella che sarebbe diventata una delle opere più apprezzate a livello internazionale. E va bene, sicuramente troveremo tanti attaccanti, più giovani e più forti di lui e ovviamente a poco prezzo. “Uno alla volta, per carità”.

Pulisic – COSÌ FAN TUTTE (Wolfgang Amadeus Mozart)
Mozart si divertì tantissimo con questo antesignano dei film di corna con Renzo Montagnani ed Edwige Fenech, ma il pubblico non era ancora culturalmente pronto, e dopo dieci serate dovette chiudere bottega. Dopo l’assist per il 2-2, del top player americano resta impresso il tradimento consumato su un pallone perso malamente a centrocampo. Ma così han fatto tutti.

Bennacer – FIDELIO (Ludwig Van Beethoven)
Lui per definizione non tradisce, e cerca di dare consistenza al centrocampo – ma è evidente che non è ancora al meglio: serioso come l’opera di Ludwig Van, non ispira il pubblico e – quel che è peggio – i compagni di squadra.

Jovic – LA SAGRA DELLA PRIMAVERA (Igor Stravinsky)
Come la creazione del compositore russo, è stato accolto da un pandemonio in sala e urla di scherno e indignazione dei tifosi, per essere poi rivalutato col tempo. Niente da dire, i gol stanno arrivando. Saremmo abbastanza sbalorditi se Jovic come la Sagra dovesse rivelarsi una delle vette artistiche del suo secolo – ma pensandoci meglio, è da un po’ di tempo che siamo sbalorditi.

Adli – FIERABRAS (Franz Schubert)
All’undicesimo tentativo fallito di comporre un’opera di successo, Schubert si convinse che anche Pobega avrebbe potuto fare meglio di lui. Ma a quel punto, i tifosi se n’erano già andati mugugnando a casa.

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