Sweet Home San Siro – il nostro nuovo libro!

L’idea di discutere, qui e ora, sull’opportunità di costruire un nuovo stadio, tutto milanista, che porti alla società tutti i soldi che servono a competere nell’ipercalcio in costante accelerazione, ci annoia molto.

Basta. Abbiamo già dato.

Se le regole del Giuoco lo impongono, facciamolo, questo nuovo stadio-supermercato, ispirandoci a qualche altra holding internazionale della palla. Facciamolo come quello del Tottenham, o come quello dell’Atletico Madrid o l’Everton o altre squadre che la nostra Storia, con tutto il rispetto, la vedono col binocolo. Facciamolo per il bene delle imprese e dell’indotto, e facciamolo con meno posti ma più cari, e con un’ampia sezione per sceicchi o oligarchi o gangster. Facciamolo con tanti negozi e ristoranti.

Facciamolo e balliamo anche noi questo ballo un po’ scemo e isterico, facendo finta di non sapere che se si tifa una squadra non è solamente per i risultati ma è anche per la sua identità e la sua storia, le sue storie. Le vittorie sono bellissime, per Giove – ma quelle capitano (nostro malgrado) anche ad altre squadre: sono le storie personali e collettive che uniscono la gente a una squadra.

La storia del Milan è fatta dalle storie dei suoi giocatori, allenatori e presidenti, ma anche dalle nostre.

Inevitabilmente, la maggior parte di quelle storie ha come palcoscenico San Siro, perché per cent’anni è stato casa nostra.

Davvero, lo ripetiamo ancora una volta, ossessivamente: siamo favorevoli a un nuovo stadio, anzi, fosse per noi l’ideale sarebbe farne due: visto che ormai ogni squadra ha tre maglie, ogni anno diverse e spesso ributtanti, potremmo anche avere uno stadio d’inverno e uno d’estate, oppure uno per il campionato, da 40mila persone per gli incontri più intimi, e uno per le partite-evento.

Ma buttare giù San Siro, ecco, quello ci sembra inammissibile.

Come se a Roma a un certo punto avessero buttato giù il Colosseo perché – oggettivamente — non è più pratico, come se a Venezia demolissero San Marco per edificare una nuova cattedrale più funzionale a reggere l’impatto turistico, come se un politico un giorno ci dicesse “va beh, ma al posto del Castello Sforzesco non è meglio un progetto edilizio affidato a grandi archistar, possibilmente eccellenze italiane, e con un bel magnamagna di contorno?”

San Siro per quanto ci riguarda è una meraviglia del mondo. Il paesaggio di Milano, senza, sarebbe come quello di New York senza le Due Torri: l’occhio andrebbe sempre a cercarlo, sia nel quartiere che dai grattacieli con vista sulla metropoli. Per favore, non tirate fuori i soliti ritornelli: “Ma hanno tirato giù pure Wembley” – amici, detto francamente, Wembley a San Siro gli fa una rampa.

Se il Milan non dovesse più giocare nel suo Tempio, il nostro sogno, vago e ingenuo come tutti i sogni, è vederlo riconvertito in una specie di centro multifunzionale per la città – in fondo in parte lo è già, è uno spazio che così come ospita megaconcerti, può adattarsi a tanti altri usi.

L’unica cosa, l’unica ipotesi aberrante che giustificherebbe l’abbattimento è per evitare di lasciarlo a quegli avvoltoi dell’altra squadra, che già si sono introdotti a tradimento nella nostra storia e poi, quarant’anni dopo, nella casa che il Milan ha costruito un secolo fa. Sarebbe una fine ingloriosa per una casa fantastica, unica al mondo, ammirata ovunque, piena di storie come pochi altri luoghi.

Così, ecco: questo libro non vuole essere un argomento per qualche diatriba sul nuovo stadio.

Questo libro vuole semplicemente essere un atto di devozione e meraviglia, col quale raccontare la storia, ma soprattutto le storie della nostra casa.

FORMAZIONE.

ComunqueMilan è sempre meno un gruppo, sta diventando una specie di settore dello stadio (difficile dire quale). E come allo stadio ogni tanto qualcuno non si presenta perché non può, per cui quello che possiamo dirvi è chi c’era per questa partita. In ordine alfabetico:

Paola ACM, Ettore Albergoni, Riccardo Albini, Nicholas David Altea, Franco Angelini, Federico Aquè, Luca Atero, Alexio Biacchi (Conte Fiele), Alessia Bisini (AleBiSix), DJ Max Bondino, Fabio Cappuccitti, Davide D’Addato, Jessica Black, Enrico Camanzi, Ruben Cazzola (The Rub) Francesca De Rosa, Laura De Tomasi, Monica Ferrari, Matteo Grandi, Davide Grassi, Silvia Ghidotti, Stefano Ghittoni, Lucio Liguori (Hap Collins), Musa M., Paolo Madeddu, Adriano Marconetto, Fritz Marconi, Maura Marini, Lino Marzorati, Leonardo Mazzeo, Vito Nanna, Matteo Pedrini, Leonardo Pinto, Claudio Poggi, Adamo Poletti, Antonio Rampini (il Vannucco), DJ Marco Rigamonti, Pierangelo Rigattieri, Valentina S, Michele Santini, Andrea Saronni, Luciano Sicilia, Gianmarco Tognazzi, Massimo Roccaforte, G.A. Rossi, Francesca “Dinha” Tettamanti, Giuseppe Toscano (Dolce Stil Milan), Elena Zani (Ellyzanzi).

Se abbiamo dimenticato qualcuno, scusate.

Se a questo giro abbiamo dimenticato di convocarvi, scusate. Ma a meno che non cambiate passaporto o squadra, speriamo di poter contare su di voi per i prossimi impegni. Grazie.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.