Frosinone-Milan 2-3 le Pagelle Che Non Lo Erano

Carl Weathers, cioè Apollo Creed ci ha lasciati, perciò commossi abbiamo pensato di dedicare le Pagelle Senza Voti di #FrosinoneMilan a tutti i comprimari di Sylvester Stallone nei film di Rocky. Ovviamente, solo quelli dal I al IV. Quelli seri.

Maignan – “SPIDER” RICO
Pugile dilettante, “un pollo” secondo Mickey. Il Frosinone tira sostanzialmente tre volte in porta: lui 1) alza sulla traversa un tiro centrale di Seck da lontano, 2) non riesce a prendere il rigore, 3) non riesce a prendere il tiro di Mazzitelli rasoterra, sul suo palo. Il campione stasera non c’era, al suo posto c’era un pollo, protagonista di una prestazione dilettantesca. Andrà meglio nei prossimi film.
Calabria – BIRILLO
Ok, è un po’ quadrupede – qualcuno direbbe irrispettosamente cane, ma non lo permetteremo – e in difesa tiene fede al suo nome (quello italiano: l’originale, Butkus, non vuol dir niente). Però come si fa a non volergli bene?
Kjaer – MIKHAIL GORBACIOV
Figura storica e carismatica, ma non fa niente di particolarmente interessante, tranne assistere al match e applaudire alla fine.
Gabbia – ADRIANA
La ragazza bistrattata, quella cui la madre diceva “Non sei granché bella, ti conviene usare la testa” – beh, usa la testa proprio come nel suo gol con la Dinamo Zagabria, e non solo: anche negli anticipi. La regia, incredula, propone una ventina di volte da diverse inquadrature il replay di un suo intervento davanti all’area nella febbrile speranza che dopo la diciannovesima volta i pixel si deformino e sia fallo, scandalo, espulsione, rigore per l’Inde.
TheoHernandez – TONY GAZZO
Nella versione italiana, il cognome fu cambiato in Gasco, per evitare che nei cinema della Penisola gli spettatori più brillanti si scatenassero in una gragnuola di battute di purissima tradizione tricolore. Il sig. Gazzo è un gangster usuraio, ma si vede che Rocky redime anche lui, e alla fine diventa personaggio positivo, come Theo nell’ultima mezz’ora, dopo un’ora ai confini della legalità.
Reijnders – DIPPER BROWN
Come Mickey, crediamo in lui fino a dargli l’armadietto di Rocky – ma contro il Frosinone si perde come il giovane pugile e quando esce dal film, le cose iniziano a migliorare.
Adli – LABBRA TONANTI
Non fatevi ingannare dalle apparenze, contro il Frosinone è stato Thunderlips, il wrestler interpretato da Hulk Hogan: fa casino, confonde compagni e avversari, sembra non conoscere nemmeno le regole, ma mette il pallone che Giroud serve a Matt Gabbia.
Loftus-Cheek – TARTA & RUGA
Un recupero importante – e corsa in avanti – che porta al primo gol. Ma per il resto arranca per il campo. Forse una partita ogni sette giorni è troppo per lui. Ma perché preoccuparsi? Stanno tornando le partite ogni tre giorni.
Giroud – JOE FRAZIER
Quando appare in Rocky I, gli appassionati di boxe (vergognatevi, è uno sport violento etc.) pensano “Ma cosa ci fa? Lui è un pugile vero”. Ogni tanto anche lui ci sembra una presenza incongrua, uno che fa sul serio. Anche stavolta un gol, un assist, azioni pensate, combattimenti in ogni parte del campo, difesa compresa, nessuna voglia di arrendersi. Non sappiamo quanto durerà ma quelli che lo criticano in questo momento della sua carriera dovrebbe fare come i suoi bisnonni che all’inizio del Novecento sputarono sul Milan per fondare una loro squadra, noiosa come un prurito, adatta a loro.
Leao – LUDMILLA DRAGO
La bella stangona dietro le quinte, punita per la troppa sicurezza: in realtà si prodiga per il successo, con l’assist per Giroud e poi con almeno quattro azioni devastanti che non trovano qualcuno che vibri il colpo del k.o. Il fallo da rigore è un’altra faccenda, nella quale concorrono ingenuità di attaccante (forse pensa di essere completamente fuori area, e per il 99% del suo corpo ha ragione), scarsa abitudine (non ha le mani dietro al corpo) e un po’ di mala suerte (forse prende la palla mentre STA effettivamente portando le mani dietro al corpo ma la palla è a un metro e nemmeno Mohamed Alì avrebbe potuto muoversi così velocemente). È un periodo in cui non gli dice bene proprio mai. Ma se continua a impegnarsi così, finirà. No?
Pulisic – JAMES BROWN
Nella parte dell’ospite di lusso – ma fa sempre piacere vederlo, anche se porta solo tre-quattro minuti di funky.
Bennacer – MICKEY
“Ce ne hai messo per venire qui a casa, eh? Qual è il problema, eh? Non ti piace, qui? Ha un cattivo odore, questa casa? Non mi hai mai aiutato! E adesso dici che vuoi dare una mano! E su, vieni e dai una mano!!”… Più o meno così. Va a giocare la Coppa d’Africa e ci lascia soli, noi annaspiamo, poi torna, e noi gli teniamo un po’ il muso ma poi mettiti lì e dai un senso a quello che facciamo, Ismy.
Jovic – IVAN DRAGO
Una macchina micidiale: entra, e spiezza in due l’avversario. La differenza è che malgrado sembri un peso massimo, colpisce da peso gallo: i suoi sono gol di velocità, senso della posizione, opportunismo. Il suo problema è muoversi: se sapesse segnare anche in movimento, sarebbe Pippo Inzaghi (…categoria: Supergallo).
Okafor – PAULIE
Non troppa lucidità, eppure anche per questo contribuisce alla confusione che crea apprensione nella difesa del Frosinone e crea i presupposti per i gol che ribaltano la partita.
Florenzi – PADRE CARMINE
Ha parole buone per tutti, tranne per il guardalinee che gli nega un evidentissimo calcio d’angolo al 94° (Pairetto, figlio di Pairetto, lo ammonisce per le rimostranze). Porta serenità spirituale sulla fascia destra, che è la zona del campo verso la quale tutti i nostri pugili suonati si dirigono negli ultimi minuti per cercare conforto.
Musah – APOLLO CREED
Entra e sostanzialmente, non fa che prendere botte da tutti gli avversari. Facendosi amare da tutti noi per questo.

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