IPERMERCATO – Fantasmi

(di Claudio Poggi)

NELLE PUNTATE PRECEDENTI
“Perché in fondo il calciomercato del Milan è un po’ come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti può capitare”. Ci eravamo lasciati così, la scorsa settimana, con questa chiosa dal vago sapore di speranza, il cui retrogusto si è rivelato poco persistente – per non dire corto, usando la terminologia da sommelier.
Abbiamo iniziato con un assaggio di GABBIA del 1999, che avevamo messo da parte per le sue note piuttosto acerbe, ma che abbiamo ritrovato invecchiato forse al punto giusto, con quel suo intenso profumo di frutta matura. Poi abbiamo optato per un più giovane TERRACCIANO del 2003, dal sorso agile e vivace, ma evidentemente ancora troppo tannico per non farsi gabbare dal primo terzino del Bologna che passa nella nostra area di rigore.
 
Va detto, ci aspettavamo anche qualcosa di più corposo. Che so, un LENGLET Gran Riserva o un KIWIOR Blanc de Blancs. Ma ci saremmo accontentati anche di qualcosa di esotico, come un ADARABIOYO Brut o un BRASSIER Grand Cru. A un certo punto ci hanno pure fatto fare la prova olfattiva di un ottimo BUONGIORNO delle Langhe… salvo sfilarci immediatamente il calice da sotto il naso. D’altra parte si sa: l’etichetta Cairo non ha esattamente prezzi abbordabili per chiunque.
E allora sciacquiamoci la bocca, un po’ come faceva il più indegno capitano della nostra gloriosa storia, prendiamo bene la mira verso la sputacchiera e fermiamoci un attimo a riflettere. Vorrei farlo omaggiando quel capolavoro di Charles Dickens del 1843 che, come tutti quelli della mia età (sono pronto a giurarci), ho scoperto guardando da bambino la VHS de il “Canto di Natale di Topolino”.
 
IL FANTASMA DEL MERCATO PASSATO
L’anno scorso, più o meno di questi tempi, avevamo ormai capito come sarebbe finita la stagione. Certo, c’è stata anche la sorprendente cavalcata in Champions League, ma il campionato ci aveva appena regalato il gennaio più brutto della (ri)nostra (ri)gloriosa (ri)storia ed era già momento di bilanci. Ci dicevamo che non avevamo sostituito Kessié, e avevamo fatto male. Che non avevamo preso un terzino sinistro di riserva degno di questo nome, e avevamo fatto male. Che non avevamo preso un centravanti in grado di far rifiatare Giroud, e avevamo fatto male. Che dovevamo risolvere il problema infortuni, e non l’avevamo risolto.
Poi è arrivato giugno, il calciomercato aperto con l’addio di Tonali, ma anche i ripetuti TUM (copyright Carlo Pellegatti) che a qualcuno avevano ricordato la grandeur dell’estate 2002 dei vari Pirlo, Seedorf, Rui Costa e Inzaghi. Ora, vero che di giocatori da comprare ce n’erano parecchi, ma ci serviva un terzino sinistro di riserva, e non l’abbiamo preso; ci serviva un sostituto di Kessié, e non l’abbiamo preso; ci serviva un centravanti in grado di far rifiatare Giroud, e non l’abbiamo preso; dovevamo risolvere il problema infortuni, e non l’abbiamo risolto. Insomma, un po’ la trama di “Rocchio 47” di macciocapatondiana memoria.
 
IL FANTASMA DEL MERCATO PRESENTE
A gennaio abbiamo ripreso Gabbia e mandato in prestito Pellegrino, che avevamo preso per sostituire Gabbia, che avevamo mandato in prestito per prendere Pellegrino. Se seguite i miei deliri, ho già scritto come ci servisse un difensore centrale e/o un centrocampista, e abbiamo preso Terracciano che è un terzino destro (nonostante avessimo in rosa già Calabria e Florenzi). Dice: eh ma l’ex Verona può fare anche la mezzala. Ok, anch’io posso fare la crema pasticcera, ma non sono mica Iginio Massari.
Ad ogni modo, questi siamo e questi saremo da qui a giugno 2024, quando verrà a farci visita…
 
IL FANTASMA DEL MERCATO FUTURO
E così l’1 giugno 2024 è ufficiale: Antonio Conte al Milan. Già al lavoro, ha chiesto cinque giocatori a Cardinale, con cui ha litigato, rassegnando le dimissioni. E così il 2 giugno 2024 è ufficiale: Ignazio Abate è il nuovo allenatore del Milan.
Tornano dai prestiti Ballo-Touré, Pellegrino, Saelemaekers e Origi. Furlani cerca di piazzarli: ci prova in MLS, in Turchia, in Arabia, si apposta nelle corsie degli articoli per la casa dei supermercati cercando di scambiarli per un fustino del Dixan, ma niente. Facciamo di necessità virtù. Ci serviva un terzino sinistro? C’è Fodé. Ci serviva un difensore centrale? C’è Marco. Ci serviva un centrocampista? C’è Alexis. Ci serviva un fermacarte?
Per settimane i media parlano di Sesko, Zirkzee, David, Balogun, Gimenez. Passa il tempo e ad un certo punto circolano i nomi di Belotti, Arnautovic, Nzola, Krstovic. Poi il silenzio. A un minuto dalla fine della sessione estiva è ufficiale: Milan Djuric è il nuovo vice-Giroud (che nel frattempo ha rinnovato per un’altra stagione perché “dai, alla fine quest’anno sei andato in doppia cifra, rimani Olly, sarai ancora tu il titolare”).
Perché in fondo il calciomercato del Milan è un po’ come una scatola di cioccolatini. Si però a me piacciono i wafer.

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