TUTTI GIÙ PER TERRACCIANO

(di Gianni Alberto Rossi)
 
Chissà se conoscete una canzone di qualche anno fa, di Fabri Fibra. Dice:
“Di mille rime che ho scritto ne salvo, come Napoleone, buona parte
Questa la aggiungo alle altre da rifare, se si può si ripara
Come dagli schiaffi, vedi? Dagli sbagli si impara
Gli sbagli ti attirano verso il fondo. Il finale poi dipenderà da te”.
E quindi, questo mercato d’inverno si chiude così. Giravano tanti nomi, Ma noi ci siamo girati da un’altra parte.
Sono più quelli che se ne sono andati. Krunic, Romero, persino Pellegrino. E bomber Chaka Traorè. Che spiace un pochino sia andato a Palermo perché in serie A perlomeno vedevamo cosa combinava.
E alla fine, visto che Gabbia era già nostro, il nostro mercato è stato un solo uomo.
 
Chissà se conoscete una canzone di qualche anno fa, di Cesare Cremonini. Dice:
“Come mai sono venuto stasera? Bella domanda
E quanti inutili scemi, per strada o su Facebook
Che si credono geni, ma parlano a caso
Ti sei accorta anche tu che siamo tutti più soli?
Tutti col numero dieci sulla schiena, E poi sbagliamo i rigori
Ti sei accorta anche tu che in questo mondo di eroi
Nessuno vuole essere Terracciano”.
Dice così, vero?
Ora, quelli che di solito dicono “Ma certo che vorrei essere Terracciano, coi soldi che prende”, lo dicano.
Fatto? Bravi. Ora il vostro dovere lo avete fatto.
(ogni tanto, però fatevi una domanda. Ma quand’è che avete cominciato a essere così deludenti? Perché siete così assertivi?)
 
Chissà se conoscete una canzone di qualche anno fa, di Beck. Dice:
“Soy un perdedor, I’m a loser, baby… So why don’t you kill me?”
In anni di Milan, nessuno si era presentato così male come Filippo Terracciano, che farà 21 anni la settimana prossima. Forse solo Marco Pellegrino, 21 anni e mezzo: errore difensivo e infortunio subito dopo, impossibile farsi perdonare, superato in gerarchia da chiunque.
Ma alla fine forse non sono che due malcapitati. Quando sei nel posto sbagliato nel momento sbagliato, è un attimo essere l’uomo sbagliato. Specie a 20 anni. 21, toh.
Il Milan, come squadra (con la sua difesa che concede tante occasioni limpide) e come società (che invece di prendere altri due giocatori promettenti, così, per distrarre i tifosi ma anche un po’ per fare numero, o per provare qualcosa) ha contribuito a mettere Filippo Terracciano nel mirino dei disillusi, degli assertivi che vivono in un mondo di eroi e perdenti. 
 
Così abbiamo avuto un mercato estivo pirotecnico, con tanti giocatori che in qualche caso hanno confermato le aspettative, e qualcuno le ha superate. Tra i marcatori, dietro a Giroud (10) ci sono nell’ordine Pulisic (6), Loftus-Cheek (5), Jovic (4), Okafor (4). Forse anche Reijnders (2) potrebbe completare la fila indiana, se non colpisse tanti pali.
E abbiamo avuto un mercato invernale desolato. Con Filippo Terracciano.
Non siamo completamente felici né dell’uno né dell’altro.
Però ora una cosa accomuna Filippo Terracciano e il resto del Milan: tutti i giocatori, l’allenatore, la società.
Questo è il momento di dimostrare quanto valgono.
Perché sì, ci sono stati sbagli. Terracciano ne ha fatto uno. Altri ne hanno fatti di più. E gli sbagli ti attirano verso il fondo. Ma il finale poi dipenderà da te. Da lui. Da loro. Da noi.

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