Napoli-Milan 2-2: le Pagelle Che Non Lo Erano

Ieri la giornata è iniziata con una nota di tristezza per l’addio di un amico che ci aveva fatto tanto ridere, ed è finita con una nota di tristezza per una squadra che ci ha fatto divertire per tutto il primo tempo, per poi dire addio ai tre punti. Ispirando le nostre Pagelle Senza Voti alle battute di Matthew Perry nei panni di Chandler Bing di Friends completiamo l’opera, mescolando qualche sorriso a una sensazione di amarezza per come è finita.

Maignan – “Se devo affondare, trascinerò tutti giù con me”.
Ci salva almeno tre volte e sempre coi piedi, contando anche l’uscita su Politano fuori area nel primo tempo. E tuttavia, è così importante per noi che quando si distrae, la paghiamo cara. Sul primo gol, vista la distanza ravvicinata dovrebbe superarsi, ma sulla punizione la vede all’ultimo e al di là del bel tiro di Raspadori, potrebbe essere perché ha posizionato male la barriera. In mezzo, anche un’uscita alla Tatarusanu che provoca qualche secondo di panico e porta a diverse speranzose richiesta di rigore da parte dei telecronisti di DAZN, sempre tanto coccolosi.

Calabria – “Una ragazza è appena venuta da me dicendomi ‘Dennis, io ti voglio’ e mi ha infilato la lingua in bocca. Adoro questa festa”.
Anche stasera Kvaratskhelia lo punta per fargli fare la figura del fesso, ma evidentemente Napoli-Milan è la sua festa preferita: lo disinnesca sempre – o quasi: su una palla improvvisa al 94° gli deve concedere il tiro in area – ma se Leao non è Mbappé, avanziamo l’ipotesi che non lo sia nemmeno Kvara. Quanto all’occasione a fine partita, avrebbe meritato il gol e lo sapeva: forse per questo, dopo 95 minuti ad alta intensità, non ha provato a girare verso i compagni in mezzo.

Tomori – “Un caffè? Buona idea – dove potremmo andare”?
È la battuta conclusiva della serie, per smorzare l’emozione del momento. E allo stesso modo, per la maggior parte del match, Fikayo mantiene la calma nei momenti di patema, quando molti dei suoi compagni vecchi e nuovi vanno in marasma sotto gli attacchi del Napoli. La sua partita non è del tutto esente da errori, ma regge la baracca. E forse dovrebbe tornare anche a tirare le punizioni: l’ultima che ha tirato non era così male, tutto considerato.

TheoHernandez – “Devi ricordarti di fermarti quando il cotton fioc incontra resistenza”.
Se fosse anche intelligente giocherebbe nel Real Madrid – che non lo sia, è la nostra fortuna e sfortuna. Perché rispetto alle ultime uscite sembra aver iniziato a ritrovare gamba, voglia e pericolosità, nonché una certa affidabilità in difesa (non totale). Ma certe sue scelte, specie quando si spinge in avanti, sono davvero strane, ma tanto.

Reijnders – “È sempre meglio mentire che avere discussioni complicate”.
Non vogliamo gettargli la croce addosso, però ultimamente abbiamo paura quando la palla va a lui. Sia a centrocampo che in attacco. L’ansia di non diventare il nuovo DeKetelaere lo induce a cercare il gol più di quanto dovrebbe. Non vorremmo innescare polemiche e nervosismo facendo i nomi che seguono, ma visto anche che poche ore prima era uscito a capo chino dal Parco dei Principi, forse cedendo il posto ad Adli o Pobega nel secondo tempo avrebbe reso il nostro centrocampo più interessante oppure più solido, mentre con lui è sembrato essere meno l’uno e meno l’altro.

Krunic – “Da quattro anni sono iscritto a una palestra. Cerco di andare quattro volte la settimana, ma ho saltato le ultime milleduecento volte”.
Non sembra in formissima, non ricordiamo sue giocate preziose ma solo una certa assiduità nei raddoppi. Rocco diceva “Rivera xè la nostra Stalingrado”. Pioli non lo dice, ma sappiamo tutti che la sua Stalingrado è Rade. Non sappiamo bene invece che favore gli stia facendo a tenerlo in campo anche quando gioca in modo così insipido.

Musah – “Dà un’occhiata a questo bestione: 12 megabyte di RAM, 500 megabyte di disco fisso, programmi di gestione incorporati e un modem che trasmette a più di 28mila BPS. E intendo usarlo per farci giochini”.
Visto che i suoi due compagni di reparto sono in perenne affanno, deve lavorare il triplo. Ringhio Gattuso diceva dei suoi compagni di reparto: “Non c’è problema, corro io per loro”. Ma loro erano Seedorf e Pirlo. A lui tocca correre per Krunic e Reijnders. Forse dovrebbe essere il contrario.

Giroud – “Come dev’essere vivere senza costante angoscia e disprezzo di sé?”
Da un po’ di tempo crescevano gli inviti a seppellirlo, molti esperti di straordinario acume giungevano a un’equazione degna di Einstein: 37 anni = sterilità del nostro attacco. Invece anche stasera rivolge verso la porta i sempre pochissimi palloni che gli arrivano, solo che stasera due su tre entrano. Anche stasera corre più di gente che ha metà dei suoi anni. Quando esce, si vede il divario tra lui e chi dovrebbe sostituirlo.

Leao – “Ciao, mi chiamo Chandler e faccio battute quando mi sento a disagio”.
Non è tranquillo, e quando non lo è, prova giocate veramente sceme. Quando punta alla sua maniera è sempre in grado di seminare il panico tra gli avversari, ma uno di questi è Orsato, che compie il suo capolavoro quando ferma un suo contropiede in campo aperto accusandolo, evidentemente, di aver colpito col naso il gomito di Lobotka.

Pulisic – “Dovrei usare la mia invisibilità per combattere il crimine, oppure per commettere nefandezze?”
Era un po’ che non lo vedevamo, forse stava meditando sul da farsi. Contro il Napoli decide di combattere il crimine – purtroppo dopo un ottimo primo tempo la ruota della sfortuna decide che stasera tocca (anche a lui) e non rientra in campo dopo l’intervallo.

Romero – “Formaggio. È sostanzialmente latte da masticare”.
Mmh. Mah.

Pellegrino – “Di solito quando incontro qualcuno per la prima volta la circostanza si accompagna a panico, ansia, e un sacco di sudore”.
Inizia male, poi si fa coprire di marmellata dal solito Politano (ma cosa fa, contro le altre squadre?), infine esce per affaticamento muscolare, che dev’essere il suo modo di dimostrare di essersi integrato nella squadra. In mezzo fa anche due interventi provvidenziali, che tuttavia non cancellano il rimpianto per l’indisponibilità del vecchio Kjaer.

Okafor – “Ho appena fatto una scoperta: sono in grado di dormire senza chiudere gli occhi”.
Forse alla fine non si aspettava di entrare – sta di fatto che riesce quasi a far fare bella figura a Jovic.

Jovic – “Sapete cosa è veramente strano? Paperino non indossa mai pantaloni. Però ogni volta che esce dalla doccia, ha un asciugamano attorno alla vita. Insomma, che significa?”
Cosa significa il suo ingresso al posto di Giroud? Niente di particolare, forse Pioli voleva sdrammatizzare con qualcosa di veramente strano – insomma gente, il calcio è qui per portarci buonumore, non bisogna impazzire per trovarci una logica. Sorridete, siamo tra amici.

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