BPM (Beats Per Matches) – Udinese-Milan: No Reason

(di Max Bondino)

C’è poca musica sui social, in questo periodo. Ma nonostante le risse discografiche fra vecchi dinosauri italiani e nuovi cannibali digitali, avrei potuto (e voluto) raccontarlo meglio, questo Udinese – Milan versione BPM. Le possibilità c’erano. La mattina del match, i Chemical Brothers avevano appena pubblicato un nuovo singolo e mi era parso un assist perfetto, un suggerimento del destino. L’idea di usare un po’ della loro muscolosissima iconografia sonora per scrivere di Zlatan Ibrahimovic che, per la prima volta, con la fascia al braccio, guidava la squadra al successo, attraverso nuovi record: era lo script perfetto. Ma quella playlist di suoni e immagini è rimasta solo nella mia testa, lentamente distorta e resa inascoltabile da un Milan collegato vergognosamente male, come gli impianti degli autoscontri alle fiere di paese.

In ogni caso, il nuovo dei Chemicals si intitola “No reason” ma il sample, per intero, recita “We got no reason to live”, ecco, forse è un po’ esagerato come aggancio, per vivere ne abbiamo molte di ragioni ed alcune continuano ad essere incredibilmente legate ai colori che amiamo ma non esiste davvero più una sola ragione al mondo per giustificare l’ennesimo suicidio collettivo di una stagione dove illusioni e tradimenti sono diventati la regola, un pattern comportamentale davanti al quale pure un bravo analista finirebbe sdraiato sul proprio lettino.

L’AC Milan si consegna, ancora una volta, a un avversario che semplicemente, lo pressa, facendo leva su fisicità e corsa, l’identikit, ormai, di quasi tutte le squadre della Serie A, tranne la nostra, che non ha solo messo di correre ma sembra decidere scientemente di mostrare le peggiori versioni di ogni suo componente, un campionario di mostruosità tecniche, davvero difficili da collezionare tutte assieme. Ognuno dei tre goal dell’Udinese nasce da situazioni che risulterebbero grottesche anche su campi amatoriali. Le tragicomiche incertezze di Tomori, Kalulu e Thiaw ad un paio di settimane dalle prestazioni praticamente perfette con Tottenham ed Atalanta spiazzano non solo noi ma a quanto pare anche Pioli che ha dichiarato di non esser stato in grado di trasmettere “l’importanza della partita”. È vero che il compito di un allenatore consiste spesso nel fare da parafulmine ma se lo pensa davvero, credo sia gravissimo ed inevitabilmente in discussione.

Siamo stati (quasi) felici per un minuto su 97. Quando nonostante un primo tempo di rara bruttezza, sembrava si potesse uscirne indenni e rilanciare nel secondo, con lo scenario migliore, col nostro totem sotto i riflettori ma la squadra non ha ricevuto neppure un brivido da quel rigore sbagliato, ripetuto e segnato da Zlatan. È rimasta inerme, depressa a guardar la vita passare e l’Udinese ripassare subito in vantaggio, attraversando poi la ripresa come fosse un fastidioso imprevisto del sabato sera. Nel giorno in cui i Chemical Brothers pubblicavano musica nuova, gli U2 facevano uscire quella vecchia con un album dal titolo un po’ infelice: Songs of Surrender. Canzoni un po’ arrese, al tempo che passa, riarrangiate e ricantate in tonalità che vanno in soccorso all’età di Bono Vox e che trasformano molti dei loro inni generazionali in tracce da filodiffusione per centri commerciali e aperitivi sui navigli. Il Milan sembra precocemente invecchiato male, una cover di sé stesso che non gli rende onore ma se per Bono e compagni, se non altro, ci sono i testi a ricordarci ciò che sono stati, noi siamo rimasti un po’ senza parole.

Già, c’è poca musica sui social ed anche in questo BPM, ma non è un caso. È un bene prezioso che va usato con cura e noi siamo rimasti come in una “story” di Instagram a cui hanno disattivato l’audio. Come influencer che ballano e si agitano nel silenzio, ci fa sembrare tutti un po’ più pirla del solito.

L’AC Milan non è attualmente disponibile. Speriamo qualcuno paghi (i diritti).

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