BPM (Beats Per Matches): Fiorentina-Milan 1-2 ovvero WALK WITH YOU

(di Max Bondino)

Ogni milanista è in grado di indicare con grande accuratezza i momenti oscuri della stagione. Risultati deludenti, carenza di gioco, molte di queste situazioni ed opinioni finiranno col coincidere ma credo che l’unico vero grande abisso sia stato un altro ed abita in un posto sconosciuto a chi ci è estraneo, lì in mezzo a tutti quei processi neurologici che romanticamente ci piace chiamare anima. C’è stato un momento nel quale, vedendo scivolare via obiettivi che pensavamo di poter raggiungere, ci siamo ritrovati a buttare un occhio ai risultati di un’associazione calcistica a delinquere torinese con curiosità morbosa, nella speranza che almeno la malavita potesse dar fastidio a chi, del fastidio, fa la sua ragion d’essere dal 1908. Mai più.

Sabato sera, ho acceso la TV per il prepartita di Fiorentina-Milan e mi sono ritrovato al 92esimo di Lazio – Juventus. Segna Marusic ed il mio sistema limbico è tornato a reagire come la natura ha sempre previsto.
Perché, vedete, alla fine di questa stagione tutti loro resteranno ineluttabilmente ciò che sono. E noi, comunque, l’AC Milan. E’ un successo, credetemi.

“Even in the dead of night in the cold of day
in the burning light in the darkest way I’ll walk with you”

Sono ormai mesi che la notte è alle spalle e nonostante i negazionisti, la gente rossonera è tornata saldamente a camminare al fianco di una squadra che ha, invece, ricominciato a correre, forte.
Non fa eccezione la trasferta a Firenze dove, nei primi venti minuti, collezioniamo occasioni bellissime da vedere quanto terribili da sprecare. Il grande spunto in velocità (con tunnel) di Chukweze al settimo per servire Giroud in area che appoggia troppo debole e centrale. Tre minuti dopo è Leao a danzare dalla sinistra in mezzo a tutta la difesa viola ma il tocco finale a cercare il secondo palo è troppo largo. Rafa sembra cercare più spesso la porta e la cosa, ci piace non poco.

Ma al minuto 17 torna alla filantropia calcistica di cui è fatto e serve un cross immaginifico per la testa di Chukweze sul secondo palo, Terracciano, d’istinto, alza in angolo. Alla mezz’ora, un intervento punitivo di Martinez Quarta sembra gambizzare Rafa che, alzato letteralmente da terra, ricade male sul piede d’appoggio ma grazie agli Dei che più preferite, riprende a giocare. Come la Fiorentina, tornata in partita grazie ad Ikone che, mandando a vuoto Tomori, serve Belotti solo davanti a Maignan che inizia a ricordarci su chi vanno fatti gli investimenti sui rinnovi. L’occasione gasa la viola per qualche minuto ma tutto torna nelle mani del Milan che manca il vantaggio altre due volte in chiusura di tempo, prima con Leao e poi clamorosamente con Giroud servito da Rafa calciando alto un rigore in movimento. Ok, era sul destro però…mammamia.

“Some kind of magic baby we have it
Whatever happens I will walk with you”

Le occasioni sprecate sono tante, una costante della stagione ma c’è una brillantezza diversa, oggi, in questa squadra ed anche un po’ di magia non guasta. Come quella che ci porta in vantaggio in apertura di ripresa. Chuckweze (finalmente “dei nostri”) serve una gran palla in area per Leao che con un colpo di tacco in corsa, di una naturalezza innamorante, manda fuori giri tutta la difesa viola. La palla arriva a Loftus che si prende tutto il tempo per controllarla (pure un po’ troppo) e appoggiarla dentro.
“Goal segnato – goal subito” è un’altra di quelle costanti che ci piacerebbe abbandonare. Non a Firenze, a quanto pare. Su una palla rinviata verso il centrocampo, la nostra difesa si fa trovare impreparata creando un corridoio in cui si infila Duncan che, dal limite, trova subito il pareggio. Ma è un momento diverso, dicevamo…

“I’ll run with you
Become with you
Be one with you
The whole way thru”

Ruud Gullit, recentemente, sui suoi canali social, è stato chiamato a commentare le caratteristiche dell’alter ego digitale che lo rappresenta nel videogame di calcio che tutti malediciamo ma a cui, inspiegabilmente, continuiamo a giocare. Tiro, velocità, fisico, passaggio. Una statistica dopo l’altra. Tutte eccelse, ça va sans dire. Stonava solo il dribbling. Ruud si sofferma, riflette un secondo, apre il sorrisone e dice: “Sai cosa? Non dribblavo granchè. Mica mi serviva. Gli avversari li superavo tutti correndo, molto più semplice. Mi guardavano passargli accanto”.
Rafa Leao sa dribblare parecchio bene, farlo sembra letteralmente procurargli piacere fisico ma al 53esimo decide di applicare il “teorema di Ruud”.
Sul filtrante perfetto di Reijnders, Rafa corre dentro la difesa viola, l’attraversa, la supera come spinto da una supernova, arrivato davanti a Terraciano, il dribbling non serve, basta un altro strappo stellare dei suoi muscoli per andar in porta col pallone. Quanta bellezza.

Pochi minuti dopo il vantaggio, una gran botta da fuori di Florenzi, poi Leao esce ed inevitabilmente, la squadra si abbassa di parecchio e la Fiorentina (più per meriti propri) ne approfitta, sapendo giocare a calcio. E’ qui che emerge Mike Maignan nella versione “Gangsta” a cui ci aveva abituato con due interventi fantascientifici prima su Belotti al 64esimo volando in maniera irreale verso l’incrocio dei pali con la mano di richiamo, ripetendosi al 71esimo su Mandragora. “Nuthin’ but a G-Thang”, per dirla con Dr Dre.

“I’ll fight for you
Do right by you
This life with you
It’s hard to lose”

L’AC Milan nel finale, lotta, combatte, lo fa senza vergognarsi più di tutte le sue imperfezioni e continua a vincere. Ma poi alla fine, non si perde davvero mai, quando sei del Milan.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.