Verona-Milan 1-3: le Pagelle Che Non Lo Erano

In una settimana di normali polemiche sul Milan, pare che al mondo ci sia stato spazio per qualche altra polemica: per esempio, una che ha riguardato il cantante Enzo Ghinazzi in arte Pupo e una sua esibizione in Russia. Così, per sviare l’attenzione dalle nostre turpitudini, abbiamo assecondato il filone coinvolgendo nelle nostre Pagelle Senza Voti i cantanti italiani che più hanno portato Felicità in Paesi un po’ severi – con sé stessi ma soprattutto, appena possono, con gli altri.

Maignan – EROS RAMAZZOTTI
E ci sei, adesso, tu: ci sei in campo, nonostante la martellata al ginocchio presa a Praga; ci sei, nelle uscite, ci sei nella spaccata che ti permette di respingere di piede il tentativo di raddoppio del Verona. Prova a esserci anche sul tiro di Noslin, ma è un missile inconsulto che va dal limite dell’area alla rete in un decimo di secondo. o umane situazioni, vanno prese un po’ così.
Calabria – RICCARDO FOGLI
Sembrava uscito dal gruppo e invitato a una carriera solista, invece torna utile alla squadra. Resta un’incognita, pronto a farsi sedurre da qualche mossetta altrui e perdere di vista il bene del gruppo, ma in difesa dà il suo contributo e quanto all’attacco, apparentemente Pioli gli chiede di non ripetere le Storie di tutti i giorni. Ha anche una gran voglia di segnare – ma Piccolo Davy, fermati un momento e ascolta: ti ricordi quel pallone ieri al limite dell’area che ti guardava negli occhi senza parlare? Non è fatto per te: non andarci, non gettare al vento i tuoi 27 anni favolosi.
Tomori – LAURA PAUSINI
Sfiora il gol subito, in Un buon inizio; poi nella nostra area Non c’è nessuno del Verona che gli dia realmente filo da torcere. Spende un fallo da ammonizione nel primo tempo perché Theo se n’è andato e non ritorna più, la fascia laterale è vuota senza lui e Noslin sta partendo come il treno delle 7.
Kalulu – IL VOLO
Non fa niente di speciale. Il Volo lo prende nell’intervallo, per un problema al ginocchio. Nel suo caso, speriamo vivamente che non si sia sciolto. Nel suo caso.
TheoHernandez – SABRINA SALERNO
Debordante. In difesa magari lascia un po’ di spazio, e Noslin se lo prende tutto – ma lo fa perché capisce presto di essere in una delle sue giornate straripanti. Oltre il gol (uno dei suoi) c’è di più: diversi anticipi e arrembaggi verso la porta avversaria. Viene ammonito per puro moralismo dal bigotto Mariani.
Bennacer – MATIA BAZAR
Molto bene l’inizio e la parte centrale, poi finisce l’ispirazione e si trascina un po’ anonimo, senza lasciare veramente traccia nel festival della partita.
Reijnders – PUPO
Partita dolce e un po’ salata, con qualche giocata d’azzardo – che la dea bendata castiga spensieratamente. Gli vogliamo bene ma pasticcia un po’ più del lecito puntando sulla irresistibile simpatia.
LoftusCheek – DRUPI
Torna nella sua versione cucciolona: vagabonda simpaticamente per il campo, senza mai minacciare Montipò e regalando un sorriso soprattutto ai giocatori del Verona ai quali, forse perché diffidato, non si oppone in modo particolarmente pugnace.
Okafor – ADRIANO CELENTANO
Così come il Molleggiato – per paura dell’aereo – non è mai andato a ostentare il suo mito all’estero, anche lui finora ha imposto la sua legge entro i confini nazionali. Avendolo panchinato a Praga, Pioli lo schiera titolare in campionato, e al posto di Giroud: in area si muove bene ma rispetto al francese è un po’ macchinoso nel servire i compagni. Prova a segnare in tutti i modi ma la traversa e Montipò spengono il sole dentro di lui. Il gol di Pulisic in ogni caso è per due terzi merito suo e della palla che recupera.
Leao – RICCHI E POVERI
È un’emozione che cresce piano piano: sgasa sulla fascia a più riprese, poi ha un prolungato momento di bisticcio col pallone (inclusivo di gol sbagliato solo davanti al portiere), ma nella parte finale è lui a mettere in difficoltà la difesa gialloblu, procurandosi per esempio l’angolo dal quale viene il gol che (ri)chiude la partita.
Pulisic – UMBERTO TOZZI
Per lui, ancora Gloria. Si può dare di più? Davvero?
Gabbia – TOTO CUTUGNO
Si ritrova in campo nel secondo tempo e con gli occhi dolci di malinconia fa la sua partita da difensore italiano vero: attorno a lui gli attaccanti gialloblu sembrano canarini sopra la finestra, lui li allontana mulinando l’autoradio nella mano destra.
Giroud – GIANNI MORANDI
A metà secondo tempo il Grande Vecchio viene mandato per l’ennesima volta da Pioli a prendere il latte: non va a cento all’ora, ma si mette a fare da pivot per i compagni – da segnalare un’imbeccata fulminea per Leao e (inutile ma quasi inverosimile) un passaggio perfettamente riuscito mentre viene un avversario lo mette in ginocchio (da te).
Musah – ROBERTINO
Non riesce proprio a diventare un protagonista in Italia, proprio come il buon Robertino Loretti, una leggenda in Unione Sovietica. Intendiamoci, di tempo ne ha ancora, ma a volte si ha la sensazione che lui non capisca noi e noi non capiamo lui. Una cosa ci fa comunque ben sperare, rispetto a certi “rimpianti”: il carattere e la voglia si vedono.
Chukwueze – ALBANO & ROMINA
All’improvviso, nel momento in cui più serviva, un biglietto d’auguri pieno di cuori, una telefonata non aspettata, un’onda che batte in spiaggia di notte. Tenta addirittura la doppietta, ma il suo cuscino di piume finisce nel fiume: per oggi può bastare: aspetteremo l’aurora, per farlo ancora.
Kjaer – AMEDEO MINGHI
Entra nel finale, per spegnere la voglia di vivere degli avversari.

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