Milan-Roma 3-1: le Pagelle Senza Voti

Il Milan è definitivamente uno strano animale, lo sappiamo. Per questo, in concomitanza con il secondo compleanno della irresistibile newsletter “Bestiale” del nostro bestialissimo Leonardo Mazzeo, abbiamo pensato di compilare i giudizi delle nostre Pagelle Senza Voti pescando alcuni degli animali bizzarrissimi apparsi in questi due anni di zoologia fantastica e non solo. Iscrivetevi, e troverete un sacco di altri animali per i quali tifare.

Maignan – PESCE CON LE MANI
C’è chi lo chiama pesce rosso scontroso (per via del suo aspetto non proprio amichevole): ricorda un po’ il meme di Spongebob cavernicolo. Per una volta niente respinte di piede, di ginocchio o di faccia, niente uscite per rimediare a qualche dramma: usa solo le mani, e le usa bene, intervenendo sui tentativi della Roma, nemmeno pochi e nemmeno poco insidiosi.


Calabria – FORMICHIERE NANO
A differenza dei suoi colleghi, raggiunge al massimo i 45 cm di lunghezza e non è molto più grande delle formiche che dovrebbe castigare: forse per questo, quando si imbatte in un Pellegrini minaccioso, si alza sulle zampe posteriori in area per sembrare più grande, ottenendo effetti discutibili. Peccato, perché fin lì si era fatto rispettare – ma da quel momento in poi, è impossibile.
Gabbia – SPEOTO
Conosciuto anche come itticione, è un canide con lo sguardo alla Clint Eastwood. Anche Matteone, a lungo considerato un canide, si prende una rivincita come un giustiziere spaghetti-western, annullando lo spauracchio Lukaku tutta la partita o quasi. Non visto, nell’euforia dopo il gol di Theo regala un intervento scompostissimo dei suoi che gli vale un’ammonizione, ma se volete un difensore completamente impeccabile dovrete spendere qualche dollaro in più

Kjaer – QUOKKA
Ha una tecnica di sopravvivenza che la natura approva, ma che noi sconsigliamo: di fronte ad un pericolo la mamma rilassa i muscoli del marsupio in modo tale da far uscire fuori il cucciolo, che strillando e dimenandosi a terra attira le attenzioni del predatore – permettendo alla signora Quokka di mettersi in salvo e rifarsi una vita. Finché non entra Belotti (complicando la strategia) Simon adotta la stessa scelta con Lukaku, buttandogli addosso il piccolo Gabbia, per andare a fare lo splendido in avanti, con tanto di assist per il 2-0.

TheoHernandez – CALAMARO MAIALINO
La capigliatura posh è un segnale che è di buonumore, e per lui è fondamentale: come questo abitante delle profondità, è portato a galleggiare sull’entusiasmo della squadra, sparendo quando è depressa, fluttuando leggiadro quando è in forma. Palo, gol, palla in mezzo per il raddoppio, e tante altre cose.

Reijnders – UCCELLO TESSITORE
Come una nonnina che lavora a maglia per regalarti una sciarpa calda a Natale, l’olandese tessitore lega e costruisce un nido dentro al nido per il gioco del Milan unendo le foglie con fibre vegetali e ragnatele trovate in giro, in una rete di passaggi e recuperi. Le tre uova che deponiamo, si schiudono al caldo di un centrocampo in cui mette becco partita dopo partita.


Adli – BOA DELLE SABBIE D’ARABIA
Quello che sembra il miglior tentativo di un bambino di disegnare un serpente fa esattamente quello che dice il nome: 1) vive nella sabbia 2) si trova in Arabia e 3) se ne sta a lungo inerte come una boa. Dopo esser stato sepolto sotto i granelli per un sacco di tempo, finalmente fa il serpente serio e colpisce – col gol ma anche con quasi 90 minuti di sostanza e giocate utili, e senza fesserie in difesa.


Loftus-Cheek – POLPO DUMBO
Vive nelle profondità del centrocampo e ha corpo tozzo, tentacoli corti, piccole protuberanze simili ad orecchiette che spuntano sulla testa, che vengono utilizzate durante il nuoto. Altra partita un po’ tozza, con pochi squilli, ma con quel fisico gli si perdona tutto.


Giroud – GAMBERO PISTOLERO
Con questo nome da canzone dello Zecchino d’Oro, aprendo e chiudendo una delle due chele è in grado di generare delle potenti onde d’urto con le quali “termina” altri animali. Il fenomeno è causato dall’esplosione delle bolle di cavitazione generatesi nel flusso d’acqua, che può raggiungere la velocità di 115 km/h, la pressione sonora di 210 dB e la temperatura di circa 4 400 °C. Allo stesso modo il nostro grande vecchio passa quasi tutta la partita a offrirsi ai compagni spalle alla porta, finché non scatta il momento del killer: il gol sottoporta, e (ancora da girato) il lampo con cui manda in porta Theo. Poi, sapendo che tanta gente non lo vuole più vedere per motivi anagrafici, va anche a difendere (prezioso su punizione di Pellegrini). È ovvio che questo non cambierà i giudizi degli intenditori, però alcuni di noi apprezzano il tentativo.


Leao – PESCE POLMONATO
Oltre alle branchie, ha a disposizione un polmone per assumere ossigeno dall’aria: quando la siccità si accanisce sul suo habitat, riesce a sopravvivere lo stesso, infilandosi sotto la superficie e scavando una buca inghiottendo fango; poi risputa fuori tutto dalle branchie, forma una sacca di muco e resta così per settimane, mesi o anche anni, con le funzioni vitali praticamente ferme, in attesa che tornino periodi più floridi. Rafa non è in un periodo di splendore, ma il fango che gli tocca è un po’ esagerato: esce dal campo avendo comunque creato diverse occasioni per i compagni e coperto in difesa.


Pulisic – IPPOPOTAMO PIGMEO
Partita molto fisica, malgrado il peso limitato: va a lottare parecchio in area, più del solito, e ha una grossa occasione su cross di Leao – entra col tempo giusto, ma incrocia troppo la testata.


Okafor – OKAPI
Sfuggito ai naturalisti per un sacco di tempo, è stato classificato solo nel 1901 in Congo: non ha il tempo di rendersi utile ma è sempre interessante avere a disposizione uno così, unico parente delle giraffe, ma anche un po’ zebra, un po’ mulo, un po’ cervo.


Musah – YAGUARUNDI
Vive nel continente americano e sembra un gattone che si è fatto un giro dentro un secchio di cenere: si adatta a tutti gli habitat e caccia di giorno. Essendo molto simile ad un gatto, soprattutto da piccolo, può essere facilmente confuso con un micio e generare fraintendimenti. Lo dimostra quando nel finale si trasforma in una belva e si mangia 5-6 avversari, prendendo un clamoroso palo. Peccato non vederlo ruggire, ma resta pucciosissimo.

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