Dobbiamo confessare una cosa: il tema delle pagelle dovevano essere i tennisti italiani, ma visto il “braccino” che ha contraddistinto la prestazione rossonera abbiamo avuto il terrore di portare sfortuna al tennista milanista impegnato oggi in una finale del Grande Slam. Ragion per cui, abbiamo ripiegato all’improvviso sul compleanno di Amadeus – quello della musica, beninteso. Per questo, le Pagelle Senza Voti di Milan-Bologna sono ispirate a composizioni di Mozart, anche se questa partita di fatto suona come un grande Requiem. Anzi, andiamo al punto subito.
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MAIGNAN – Requiem
Confutatis maledictis, i difensori (maledetti) sono confusi, e lui va incontro al suo destino. Non fa nessuna parata, non gli riesce nessun miracolo. Maledictis.
CALABRIA – Opera K50, Bastien e Bastienne
Innamorato focoso e contadinella, il capitano è tutti e due insieme: in attacco mette il prezioso assist per il pareggio di Loftus-Cheek, in difesa sembra sempre sperduto, a centrocampo si prende un’ammonizione forse un po’ eccessiva ma tipica di lui, che ne condiziona ulteriormente la già limitata vigilanza. Strano ma vero, non si può far bella figura solo con Mbappé e Kvara.
KJAER – Aria K 71: “Ah, più tremar non voglio”
È in emergenza perenne, sia nel bene (perché riesce miracolosamente a opporsi per ben due volte ai tiri a colpo sicuro dei bolognesi nell’azione del loro vantaggio) che nel male, quando Zirkzee se lo porta a spasso. Anche in questa occasione, come sul gol di Samardzic una settimana fa, le responsabilità non sono totalmente sue (gli attaccanti hanno troppo spesso gli spazi per puntarlo come vogliono) ma un centrale non può solamente giocare di piazzamento. Grida un po’ vendetta il modo in cui solo davanti a Skorupski sbaglia un gol che meriterebbe per la carriera e per l’ovazione. Ma non è aria (pardon).
GABBIA – Oratorio K 118 La Betulia Liberata
Ha ancora qualcosa dell’oratorio, anche se è migliorato: gli resta la mobilità tipica dei tronchi (…questa dovrebbe essere una battuta su Betulia=Betulla, e vedete da voi quanto siamo depressi anche solo a provarci). Resta un buon centrale di riserva, che sfortunatamente deve reggere la baracca con un altro centrale di riserva. Rimanda il vantaggio bolognese quando interviene a dirimere una disputa su chi debba intervenire per primo su un pallone vagante tra Maignan e TheoHernandez.
THEO HERNANDEZ – Canone a cappella K561 “Bona nox”
Tocca, rendendolo imprendibile per Maignan, il tiro di Zirkzee. Invece di tirare una mina, sceglie lo stesso lato di Giroud sul rigore: Skorupski si butta ancora di là, e forse vedendolo lui è costretto ad allargare prendendo il palo – e invece di togliersi, ribadisce in rete come se non sapesse che non è valido. Infine, si fa trincare da Orsolini in area sull’azione che porta al rigore. In mezzo, come altri uomini un po’ pieni di sé, ha fatto anche cose buone (due o tre) ma nel complesso si merita questa composizione-sberleffo ricolma di insulti volgari in tedesco, e bona nox.
ADLI – Opera K620 – Die Zauberflöte (Il flauto magico)
Gioca da pifferaio, ma non ricordiamo nulla di magico; in compenso quando si tratta di difendere, fischietta allegramente. Prende un’ammonizione un po’ da Papageno, anche se è il momento in cui l’arbitro Massa ha deciso di far vedere al mondo che tipetto è (…e siccome tutti sanno che tipetto è, speriamo che concluda presto la sua carriera e si goda i tanti soldi guadagnati facendo il suo mestiere).
REIJNDERS – Opera K196 – La finta giardiniera
Opera poco nota, scritta a 19 anni (e va beh, era Mozart) e ambientata non a caso a Milano: una marchesa si finge servetta per motivi sentimentali, un po’ come Tijjani che cerca di fare un lavoro di quantità in mezzo al prato ma non ne ha la vocazione. L’albero malefico dal quale è stata ricavata la porta sotto la Sud nega il gol anche a lui, su un bel tiro dal limite.
LOFTUS-CHEEK – Serenata n. 10 per fiati e contrabbasso in Si bemolle magg. K 361: “Gran Partita”
Come centrocampista magari non capisce (o non accetta) le consegne di Pioli, però sta diventando il nostro uomo d’area più pericoloso, e grazie a lui abbiamo pareggiato e stavamo vincendo l’incontro, quindi per quanto ci riguarda è un sì maggiore, più che bemolle.
GIROUD – Opera K51 – La finta semplice
Dispensa calcio-champagne di tacco in tacco fino al momento del rigore, dopo il quale inizia a dispensare un calcio-tisana, complice forse anche un infortunio all’inizio del secondo tempo. Viene il sospetto che i portieri abbiano capito come batte i rigori, forse la sua finta è troppo semplice (come questa conclusione, del resto).
LEAO – Opera K527: Don Giovanni, ossia Il dissoluto punito
Chi pensa che non si impegni, non sta centrando il problema. Che potrebbe anche essere peggiore: Rafa si è dimesso da punta, è ormai un efficiente cursore laterale capace di produrre accelerazioni, sgasate, passaggi a chi si trova in area. Lo hanno rimproverato perché non tira: stasera ha tirato più del solito. Sbagliando di poco, sbagliando di tanto, facendo tiri troppo facili: era meglio se passava. Il risultato migliore lo ottiene non tirando, quando quasi invita il difensore a fargli fallo in area. Poi, se fosse un attaccante, il rigore lo tirerebbe lui, ma ci risiamo, lui porta il 10, non il 9 o l’11. È però molto probabile che toglierlo sia stata una cattiva idea, visto che gli uomini di Thiago Motta non riuscivano più a tenerlo.
PULISIC – Opera K588: Così fan tutte, ossia La Scuola degli Amanti
“Abbiamo bel piede, bell’occhio, bel naso”, eppure viene tolto dal campo anche se sembra quello che (a parte Loftus-Cheek, ovviamente) mette più in difficoltà la difesa del Bologna. In ogni caso, visto che dei due rigori sbagliati si discuterà molto più di quello che veramente ha deciso la partita, cioè quello subito, chissà se il prossimo a tentare dal dischetto sarà lui.
JOVIC – Melodramma K208: “Il re pastore”
Era il soprannome di Pietro Paolo Virdis, e in qualche modo la sua partita ci ha ricordato il nostro vecchio campione – com’è ora. No, d’accordo, il paragone un vago appiglio ce l’ha: Jovic finora ha segnato da uomo d’area, non da attaccante da innescare – e tantomeno da contropiedista. Ha bisogno di una punta pensante di fianco, non può fare il lavoro di Giroud, nemmeno un Giroud in serata di mestizia.
FLORENZI – Serenata n. 13 in Sol magg. “Eine kleine Nachtmusik”
Porta la vivacità della più nota hit di Mozart: complica molto la vita ai bolognesi sulla fascia e mette l’impeccabile cross che Loftus-Cheek mette impeccabilmente in rete.
MUSAH – Opera K111, “Ascanio in Alba”
Alla fine di gennaio, finalmente Pioli fa entrare il nostro Ascanio – e subito ne guadagniamo in fisicità a centrocampo. Col suo ingresso, sarà un caso, la partita si rovescia nella metà campo dei rossoblù.
OKAFOR – Opera incompiuta K422 – L’oca del Cairo
Un ingresso non fortunato, subito dopo il gol del vantaggio, nella speranza di trovare un contropiede. Idea che resta incompiuta: arretriamo subito, prendiamo gol su rigore, e un soddisfatto Massa non recupera i 4 minuti trascorsi tra il fallo da rigore e il ritorno della palla nel cerchio di centrocampo. Praticamente l’Oka non gioka.
TERRACCIANO – Opera K35 Die Schuldigkeit des ersten Gebotes: “L’obbligo del primo comandamento”
Il primo comandamento di un difensore, nell’epoca del VAR, è “Non tirare una maglia in area”.
Anche il secondo.
Anche il terzo. E il quarto. E il quinto.
Poi ce ne sono altri cinque che dicono più o meno la stessa cosa, ma quello obbligatorio è il primo. E il secondo. E il terzo.