Le Pagelle Che Non Lo Erano: Milan-Empoli 1-0

La Notte degli Oscar! Che eccitazione incontenibile, vero? Tutte quelle celebrities, e il red carpet! E come se non bastasse, anche dei film che nessuno ha tempo o voglia di vedere. Insomma, chi può dirsi immune al fascino scintillante del rituale Hollywoodiano? Beh, noi. E per questo, per le Pagelle Senza Voti di Milan-Empoli i nostri Oscar sono, letteralmente, gente che si chiama Oscar.

Maignan – OSCAR MARTINEZ
Come il personaggio di The Office, fa trapelare con discrezione la sua convinzione di essere circondato da allocchi e tendenzialmente sprecato. Conclude la puntata senza sporcarsi le mani o quasi.
Calabria – OSCAR GIANNINO
Quando arriva il momento di dimostrare quanto vale, non ce la fa. Piuttosto bene nella nostra metà campo (dove l’Empoli non spinge propriamente sull’acceleratore) e un po’ preso di mira dall’arbitro, ha due buone occasioni di piede e di testa, ma per Fermare il Declino (suo) nei sondaggi elettorali per il Milan della prossima legislatura dovrà decidersi a buttarla dentro ogni tanto.
Tomori – OSCAR LUIGI SCALFARO
Oppone il suo vibrante NO al tintinnar di palloni, e anche se Niang dà ampiamente la sensazione di marcarsi da solo gioca una partita impetuosa tra anticipi e sortite in avanti.
Thiaw – OSKAR KOKOSCHKA
Pittore e drammaturgo estremamente sensibile, fino alla certificata instabilità mentale – ma chi non ne soffriva, nella Vienna del primo Novecento, e nel Milan degli anni Venti? Delicatamente angoscioso, ci comunica tutta la sua ansia soprattutto quando Tomori esce dal campo.
TheoHernandez – OSCAR GUTIERREZ in arte Rey Mysterio
Impetuoso ma forse per finta, gioca una partita mascherata in cui si distingue soprattutto per una carica che infiamma San Siro – ma senza far male a nessuno. E da quel momento in poi, da vero wrestler, smette di fare sul serio.
Bennacer – OSCAR NIEMEYER
Fuori Adli, torna a essere il principale architetto del nostro gioco; rispetto alle ultime prestazioni mette un po’ più di Brasilia nella sua partita, specie quando pesca Okafor in occasione del gol-partita.
Reijnders – LADY OSCAR
Partita forse non strettamente produttiva, ma avventurosa e palpitante che culmina nel momento in cui la giovane Oscar François de Jarjayes decide di assumere un’altra identità: vedendo Okafor, si mette in testa che chiunque può fare quello che fa Leao, ed entra in area da sinistra saltando l’uomo – dopo di che nella nostra area si traveste da Theo Hernandez e risolve con un dribbling guascone una situazione scabrosa. Non dura molto: Pioli scopre chi è, e lo toglie come sempre dal campo.
LoftusCheek – OSCAR WILDE
Partita stranissima fatta di guizzi continui, a volte brillanti e insospettabilmente stilosi per uno della sua stazza, quando invece che caricare da bisonte lo vediamo danzare sulle punte. Forse ha il problema di BrahimDiaz al contrario: sognava di essere più basso.
Jovic – OSCAR PISTORIUS
Movimenti scarsi e limitati come quelli del velocista sudafricano – e alludiamo esclusivamente al fatto che dopo esser stato al gabbio, da poche settimane è in libertà vigilata. Evidentemente c’è anche un problema legato alla nostra manovra d’attacco, si direbbe che non la capisca. C’è da dire che non è l’unico.
Okafor – OSCAR PETERSON
Esimio pianista jazz che ha espresso il meglio accompagnando Louis Armstrong, Ella Fitzgerald e Dizzy Gillespie e Sarah Vaughan – è in buona vena, e l’assist per Pulisic incornicia la partita di entrambi.
Pulisic – OSCAR SCHMIDT
Come il micidiale “Mano Santa” brasiliano, implacabile capocannoniere di tutti o quasi i campionati di basket italiani degli anni 80, mette a segno con un pizzico di (meritata) fortuna il tiro da 3 punti e non è il primo di quest’anno. Forse responsabilizzato dall’assenza dei due senatori del nostro attacco, produce anche cross a raffica – ma non solo: si distingue anche negli interventi difensivi.
Musah – OSCAR HAMMERSTEIN II
Entra nel momento in cui Pioli decide di vedere all’opera nella stessa partita tutti gli acquisti del nostro mercato estivo – in pratica, Tutti insieme appassionatamente, come il più famoso dei musical che porta la firma del riverito compositore americano. Molta buona volontà e grinta a centrocampo, ancora qualche esitazione quando vede l’ombra della porta avversaria.
Kalulu – OSKAR SCHINDLER
Salva la vita a Thiaw nel frangente più drammatico del secondo tempo. Poi però decide che Destro non è sulla lista di quelli da tenere d’occhio; volendo non ha tutti i torti, però chiunque altro in quella situazione avrebbe potuto fare la differenza.
Chukwueze – OSCAR DE LA HOYA
Pugile di peso incerto (…superpiuma, poi welter, poi medio e insomma, ne passa), El Chico de Oro ricorda il nostro Chuku de Plata: invece di piazzare il colpo del ko temporeggia come Oscarito De La Hoya nel “Match del Millennio” contro Felix Trinidad – convinto di aver stravinto, a un certo punto smise di colpire e iniziò a passeggiare tracotante per il ring, venendo punito dai giudici. Fa ben sperare per il futuro il suo spunto all’ultimo minuto, quando si fa tutto il limite dell’area longitudinalmente e poi costringe Caprile a salvare in tuffo.
Giroud – OSCAR PRUDENTE
Musicista e compositore a lungo nell’orbita di Lucio Battisti, in effetti è ricordato soprattutto per la sigla di un programma calcistico anni 70 intitolata Stadium, che diceva (FORSE) “Vivaviiiva… il goleador!” (le magie del vecchio monopolio Rai). Ma proprio perché il nostro goleador deve vivere una lunga vita, Pioli lo preserva e gli regala solo 20 minuti, durante i quali anche lui è, decisamente, prudente.
Adli – SUPERTELEGATTONE
Ancora televisione, ancora una sigla, ma stavolta approdiamo agli anni 80, quando la Superclassifica Show era introdotta da un’interminabile narrazione che vedeva il losco felino presentarsi solo alla fine dell’elenco dei suoi misfatti proprio come Lucifero in Sympathy for the Devil dei Rolling Stones: “Se vi piace, chiamatemi Oscar”. La partita di Adli dura poco meno di quella sigla, ma in qualche modo il gattone dà un suo contributo alla nuova classifica.

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