Lazio-Milan 0-1: le Pagelle Che Non Lo Erano

Hanno tentato di sottrarci il trono delle espulsioni, ma al momento rimaniamo in testa. Per chiarire chi ha il monopolio dei rossi, le Pagelle Senza Voti di Lazio-Milan sono ispirate da: rossi. Nel senso dei capelli, nessun’altra connotazione, specialmente politica, ché sono già nervosi.

Maignan – DAVID CARUSO
Autorevole ma laconico come il tenente Horatio Caine, di fatto entra nella cronaca della partita solo nel momento in cui i giocatori della Lazio insistono che è stato commesso un crimine – da lui. È chiaramente innocente, ma l’episodio condiziona la partita, che da quel momento diventa un police drama, ma soprattutto drama.
Florenzi – CYNDI LAUPER
Mostra, e pure troppo, i suoi True Colors – quelli giallorossi. Partita sovreccitata, nella quale mena sino all’inevitabile cartellino giallo (per l’intervento più blando – ma Di Bello doveva obbedire all’Olimpico rabbioso) e commette un mezzo pasticcio nel retropassaggio a Maignan sul quale i laziali – e anche molti professionisti dell’opinionismo – vorrebbero have fun.
Kjaer – UMBERTO TOZZI
A tratti sembra un guerriero di carta igienica. Sia chiaro, Simon, noi ti vorremo sempre bene: fatti un po’ prendere in giro. Bene nel secondo tempo quando in qualche modo oppone il fisico a Immobile in area, forse costringendolo anche a sbagliare sul secondo tentativo. Ma oltre a questo non ricordiamo altri momenti di Gloria.
Gabbia – RED CANZIAN
È nel gruppo da anni ma gli tocca sempre la parte dell’ultimo arrivato, preso soprattutto per quel suo faccino piacione – quando in realtà non è solo bello da vedere, ma spesso decisivo in questa Notte a sorpresa, specie quando i compagni gli fanno trovare Uomini Soli lanciati verso la porta.
Theo Hernandez – MIRKO CONTE
Intendiamoci, è stato quello che una volta si definiva “onesto pedatore”. Però ammetterete che per scomodare questo paragone, Theo deve aver giocato una ben strana partita. Riconoscibile solo quando parte all’87° per servire a Leao il pallone che propizierà il gol.
Bennacer – ED SHEERAN
Gesù, che strazio.
Adli – WOODY WOODPECKER
Un personaggio di fantasia di un’altra epoca, nella quale si rideva con poco. Qualche buona giocata, diversi palloni recuperati – molti dei quali però, persi da lui. Quando esce, si perde quel pizzico di comicità allucinata che accompagna le sue giocate. Però si vince la partita.
LoftusCheek – RITA HAYWORTH
Come la bombastica star degli anni 40, magari non recita in modo straordinario ma si fa notare, in particolare quando salva la baracca su Felipe Anderson e poi quando tira una legna inverosimile al volo da centroarea, sulla quale Provedel compie una parata hollywoodiana. Però anche quando nel recupero appoggia sciantoso un pallone all’indietro verso Immobile, che per fortuna non approfitta del buco alle sue spalle come Andy Dufresne in Le ali della libertà.
Giroud – RON HOWARD
Buono, amichevole e giudizioso come Ricky Cunningham di Happy Days, dimostra tutta la sua amicizia a Potsie Romagnoli facendogli fare un figurone. A fine primo tempo ha la palla migliore della sua partita ma la gioca sgangheratamente alla Ralph Malph.
Leao – ANNA DAI CAPELLI ROSSI
Orfanello che vaga bistrattato in una partita burbera, ha qualche spunto nel secondo tempo ma la maggior parte del tempo sembra una piccola figura patetica alla quale nessuno vuol passare il pallone, bullizzata dal goliardico VAR dell’ineffabile Di Paolo, che si inventa un cartone animato per metterlo in fuorigioco sul gol. Si riscatta però pescando Okafor in area in occasione dello 0-1, quando finalmente ritrova anche TheoHernandez sul suo binario.
Pulisic – LILLI GRUBER
Sobillatore di polemiche incendiarie, fa espellere ben due avversari – ma questo anche perché è il più vivace tra i nostri attaccanti, e in effetti non solo tra i nostri attaccanti.
Calabria – DAVIDE BIONDINI
Entra a mettere tigna e a evitare che Florenzi venga usato per pareggiare i conti delle espulsioni – combina benissimo con gli altri due nuovi entrati Reijnders e Okafor per una delle nostre migliori occasioni da gol.
Reijnders – JANNIK SINNER
Col suo ingresso il Milan finalmente smette di giocare da fondo campo e si spinge a rete.
Okafor – VINCENT VAN GOGH
Forse lo capiremo solo da postumo, soprattutto la sua collocazione artistica – e in campo. Però è lui a mettere la pennellata decisiva nel campo di grano pieno di corvi che era diventata la nostra partita – dopo che Provedel aveva preso miracolosamente il suo primo tentativo. Come Jovic, si conferma un decisivo attaccante d’area, proprio il posto dove il nostro allenatore ha un po’ di ritegno nel far giocare gli attaccanti.
Thiaw – MICK HUCKNALL (SIMPLY RED)
Entra nello strano rimpasto di centrali degli ultimi 10 minuti: Come to my aid, gli chiede Pioli forse temendo un pallone alto in qualche punizione dell’AveMaria.
Tomori – SUSAN SARANDON
D’accordo, ora come ora non può essere al massimo del suo splendore, ma è sempre un piacere vederlo.

 

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