BPM (Beats Per Matches): Milan-Atalanta ovvero Race Babbling

(di Max Bondino)

Ho appena visto panini disegnati col laser sul prato dove Marco Van Basten danzava. Ho vissuto abbastanza per testimoniare finte coppie di pirla a cui viene chiesto di scegliere fra un Crispy Mc Bacon e un bacio, inquadrate sui maxischermi.
La Kiss-Cam di Mc Donald’s a San Siro, signori. Disagio is in the air.

“This world is moving much too fast
They’re race babbling
This world is moving much too fast
The end’s unraveling”

Stevie Wonder aveva motivazioni parecchio più importanti delle mie nel preoccuparsi di come l’esistenza attorno stesse pericolosamente deragliando però…che fatica il prepartita di Milan – Atalanta (e il peggio doveva ancora venire). Nonostante lo splendore. Sì, perché quello a cui assistiamo in apertura di match racconta, attraverso il calcio, il senso della frase “la bellezza salverà il mondo”.

“God’s induction
Life’s construction”

C’è qualcosa di divino nei gesti con cui Rafa Leao, al secondo minuto, ci spiega la forza ispiratrice, il potere curativo, la capacità che ha la bellezza di trasformarci in persone migliori. Holm e Scalvini lo affrontano sulla sinistra, lui, leggero come la penna di Neruda evita il primo con un tunnel e il secondo con un delicato colpo sotto, restano solo, lui, la palla e uno specchio della porta ridotto ma così invitante, è un fulmine all’incrocio dei pali. San Siro è in piedi, alla sua gente fanno male le mani dopo due minuti buoni di applausi.

Se a noi brillano gli occhi anche l’AC Milan in campo si lascia ispirare da uno dei gesti più belli visti quest’anno (su ogni campo) ed inizia la nostra miglior partita stagionale. Un primo tempo a senso unico in cui Rafa fa tutto ciò che gli pare ma vediamo anche Gabbia non sbagliare mai una scelta, Adlì (consapevole della pessima prestazione di Monza) impostare e difendere in maniera impeccabile, il solito disumano Giroud nel suo lavoro di raccordo, pulire e scambiare palloni delicatissimi con ogni compagno. Theo devastante in fase offensiva e incredibilmente lucido dietro, sublime un intervento in tackle “Maldiniano” su Holm poco prima che un uomo piccolo come Daniele Orsato, decida di vandalizzare la partita. D’altronde se c’è chi ha preso a martellate “La pietà” di Michelangelo, cosa volete che sia rovinare una partita di pallone?

“Man’s production
Life’s corruption
World destruct”

In Italia, chi scende in campo con un fischietto, non arbitra, conduce. Non decide, orienta. Da sempre e su ogni campo della Serie A e da quando esiste il VAR, concorrono ai BAFTA Awards per la miglior sceneggiatura originale. Al 40esimo, un contrasto di gioco fra Giroud ed Holm (semper lù) viene trasformato in rigore con l’atalantino che, toccato sul petto, lancia lo slogan “pensati sfigurato” in una scenetta imbarazzante anche per i suoi stessi compagni. Allo stadio, nessuno di loro ha minimamente accennato alla protesta. Orsato, che non aspettava altro, si rivede la scena, la edita, la riscrive ed è rigore (l’ennesimo) che Koopmeiners trasforma. Per farci capire che d’ora in poi saremo spettatori succubi del suo Director’s Cut il piccolo Danielino, ottimo elettricista, si esibisce in una stellare ammonizione a Leao, reo di non aver accettato con garbo venir trebbiato da Holm (ancora lui!) dopo l’ennesimo dribbling riuscito in chiusura del primo tempo.

“Life’s connected
You need us to live
But we don’t need you”

Durante la ripresa il Milan resta connesso, fedele a sé stesso e al suo popolo ma la partita è ormai macchiata e su altri binari. Da segnalare l’uscita di De Ketelaere nell’intervallo che dimostra ancora una volta (per ora) come San Siro sia una roba troppo impegnativa per lui e che l’Atalanta torna ad esser la squadra provincialotta che è, speculando sul pareggino ottenuto gratis, nell’attesa che il futuro li riporti dove gli compete, come il Sassuolo. Anche se con qualche energia in meno, il secondo tempo è di altissimo livello, con occasioni clamorose capitate sui piedi di Calabria al 60esimo (respinta d’istinto di Carnesecchi) o la palla immaginifica di Rafa, dieci minuti dopo, per Pulisic in area che aggancia, controlla perfettamente, cerca il secondo palo e non lo trova per pochissimo. Entra bene Musah nel finale, anche lui alla miglior prestazione stagionale ma il risultato non cambia più.

“They’re race babbling
This world is moving much too fast”

Resterà, molto presto, solo il chiacchiericcio, il rumore di fondo delle ennesime polemiche, anche perché, le prossime sono già lì ad aspettarci. I ragazzi che, giustamente, vivono solo del presente, metabolizzano forse meglio serate come questa. Chi, invece, qualche conto col passato deve farlo fatica a non far vincere il disamore per come stiano rovinando quello che non è solo uno sport ma la nostra metafora della vita preferita.
Forse però, è anche in serate così, che, ancora una volta, ci innamoriamo del Milan.

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