BPM (Beats Per Matches) – Lazio-Milan ovvero: Missing

(di Max Bondino)
La musica che racconta il mondo che si muove attorno (mentendo quasi sempre) è una di quelle magie ingenue che amo davvero molto. Anche le situazioni più banali si travestono da piccoli film se corredate dalla colonna sonora giusta. E’ uno dei motivi che mi spinge, a volte, a continuare il mio lavoro con un laptop e un paio di cuffie in spazi pubblici, in mezzo alla gente. A Milano, il piano superiore di City Life, negli anni, si è trasformato in un’area di co-working per studenti e gente dai mestieri strambi. Ero lì, ad esercitare il mio ruolo di freak, uno dei pomeriggi post Supercoppa. Il Milan era tornato da Riad annichilito da una squadra che non riuscirà poi a dominare l’Empoli a San Siro (semi-cit), alzando al cielo solo un paio di giorni liberi. Avevo scelto una quindicina di tracce da metter assieme, pescando dal solito mezzo metro di mail promo giornaliere, quando un ragazzo mi si siede di fronte, con la madre. Lei porta il velo islamico, lui un giubbottone XL dentro al quale potrebbe ospitare un paio di amici. Mangiano un gelato, lei parla molto, lui ascolta, più che altro. Quando finalmente le risponde, sovrappongo la voce alla faccia e mi accorgo di esser seduto al centro commerciale con Ismael Bennacer e famiglia.
 
Levo sopra lo schermo un pollicione d’intesa rossonera e un sorriso che ricambia, mentre Mamma Benna, imperterrita, continua a spiegargli la vita in una lingua a me ignota. È una situazione di surreale normalità che mi godo fino in fondo, sublimata dall’educazione con cui le persone che iniziano a riconoscerlo, si avvicinano. Un paio di selfie ed un desueto autografo su un libro di scuola di una ragazzina adorabile che, non sapendo come salutarlo, butta lì uno straordinario: “Vabbè, Isma…allora, diverititi, eh?!”. Quanta bellezza. Perché alla fine, siamo qui per quello e ce lo dimentichiamo continuamente, di divertirci. Lo so, è da parecchio che pure loro, non ci aiutano granché a farlo e sarò sincero, avrei voluto tenermi questo aneddoto come incipit di qualcosa di meglio ma forse il suo posto è proprio qui, a medicare un 4-0 nel “Tutto a Zero” del mese di gennaio.
 
Everybody’s got their own idea of right and wrong
With arms wide open
Everybody’s got their own idea of right and wrong
The ones who get broken
 
Stiamo tutti così, a pezzi, in disarmo, a braccia spalancate con idee chiaramente confuse come raccontano i London Grammar in “Missing”. E quanto ci manca, il Milan. Abbiamo addirittura nostalgia del mondiale in Qatar dove tutto era sospeso, in divenire, ancora possibile. Ogni critica emersa in queste settimane ha fondamento (e non sto ad elencarle perché facilmente reperibili nei commenti su qualunque social) ma contro la Lazio è sembrato vedere ciò che di solito fa una squadra quando decide di mollare il proprio allenatore. E spero davvero di sbagliarmi perché sarebbe il peggio che potrebbe accaderci, dopo aver costruito uno scudetto dal nulla, principalmente con la forza del gruppo.
 
“It’s years since you’ve been there
And now you’ve disappeared somewhere, like outer space”
 
Tracey Thorn degli Everything But The Girl, in un’altra “Missing” decisamente più celebre, immagina il proprio amore scomparso nello spazio profondo, senza lasciar traccia. Fatichiamo anche noi a trovarne, così come a credere che non sia rimasto nulla della squadra che una manciata di mesi fa ci faceva ballare, però bisogna farlo. Ballare, intendo. E come ci ha insegnato proprio quel filone di pezzi club anni ’90, lo si può fare ascoltando testi che raccontano emozioni forti senza mai smettere di muoversi, però. Quindi…
 
“If you’re looking for devotion, come to me
Come with your heart in your hands, because my love is guaranteed”
 
Robin S aveva le idee chiare. L’amore va dimostrato. E a differenza di tutte le altre storie che abbiamo avuto e perso per strada, quella col Milan, anche dopo momenti difficilissimi, ha la certezza di continuare. Come racconta l’adagio popolare, nella vita, due cose non si cambiano mai: la mamma e la squadra di calcio. A proposito, avete fatto caso anche voi che nella sciagura generale, Bennacer sembra esser l’unico a tenere un po’ botta? Magari in quel discorsino in arabo a City Life c’era più saggezza di quanta ne cerchiamo di dispensare.
 
A questo punto, speriamo che le mamme dei giocatori dell’AC Milan abbiano una chat whatsapp.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.