(di Andrea Mazzitelli)
15 kg di peso e 65 cm di altezza.
La Coppa Uefa è il trofeo più pesante delle competizioni europee. Eppure a renderla “pesante”, per il Milan ed i Milanisti, è il suo trascorso storico e soprattutto la sua assenza nella bacheca.
Dannata Coppa Uefa, il nostro Dark Side of the Moon: da un lato l’arcobaleno, fatto di
– 7 Coppe dei Campioni,
– 3 Coppe Intercontinentali,
– 1 Mondiale per club,
– 2 Coppe delle Coppe
– 5 Supercoppe Europee,
– 2 Coppe Latine.
Fin da piccolo il Milan mi ha insegnato a pensare in grande. L’obiettivo era solo UNO, le grandi orecchie!
Tutti noi, falsi giovani, ci siamo goduti quel grande Milan, nel quale Galliani ad Agosto ci ripeteva a memoria le sedi delle finali di Champions per definire la rotta e la mentalità Milan.
Quindi diciamocelo onestamente, noi milanisti pur non essendo degli snob l’abbiamo sempre un po’ snobbata la coppa Uefa. Non è la Champions. E poi chi vince quel trofeo che campione è? Non sei campione d’Europa, non sei vicecampione. Dovrebbero inventare un titolo. Fino all’abolizione della Coppa delle Coppe, che era ritenuta più importante della Coppa Uefa, non permetteva nemmeno di partecipare alla Supercoppa. Che poi c’è chi non sa nemmeno come sono fatte entrambe…
Però, c’è un però. Il nostro Milan non l’ha mai vinta e non ha mai partecipato ad una finale.
Eppure, specie nei decenni 80-90, non era un’impresa difficilissima. L’hanno vinta Juventus, Parma (due volte), Napoli, Inter. Sono arrivate in finale Roma, Fiorentina, Lazio, Torino.
È vero, noi in genere eravamo impegnati nella coppa più importante. Però quando abbiamo partecipato, al massimo siamo arrivati in semifinale, due volte: 1972 e 2002.
Una coppa dove il nostro capocannoniere è Cutrone (!). E tra i vice ci sono Andre Silva (!!) e un bizantino che si professa Regista Numero 1 al Mondo (!!!!). Una coppa che ci ha visto affrontare il Roda, dove un portiere australiano di nome Kalac parò 2 rigori a San Siro. O il Waregem, che ha espugnato San Siro prima della fuga di Giussy Farina. O il Rio Ave, dove non abbiamo ancora capito se è terminata o meno la sequenza dei rigori.
Una coppa che ci ha “regalato” Dugarry, Kutuzov e Hauge per le loro mirabolanti prestazioni d’avversari per una notte.
Una coppa dove nemmeno i Milan più grandi hanno trionfato. Quello di Nereo Rocco fu piegato a Londra in semifinale dal Tottenham, poi vincitore nelle finali (erano due, andata e ritorno). Quello di Arrigo, troppo acerbo, eliminato dall’Espanyol nel neutro di Lecce. Quello di Don Fabio, forse troppo sicuro, che schierava Ielpo in porta e un giovane Vieira a centrocampo nell’allucinante notte di Bordeaux. E quello di Re Carlo, troppo vecchio nel 2009 (fuori quasi subito, col Werder Brema) ma “incompiuto” nel 2002 (l’occasione migliore, fuori in semifinale col Borussia Dortmund). In fondo era proprio una squadra di incompiuti quel Team: Ancelotti il “perdente di successo”, Pirlo “la riserva lenta di Rui Costa, Gattuso “il De Ascentis che fa più falli”, Maldini il “giocatore finito” e Sheva, “grande bomber ma non ha mai vinto niente”.
(perché al tempo non c’erano i social ma c’ero io che ascoltavo e non mi sono dimenticato)
Forse per una coppa maligna e sciagurata ci vuole un Milan maligno e sciagurato, magari insicuro, che prende tanti gol e difende male, che però segna tanto e che ha giocatori forti quanto indolenti.
Molto bene, signori abbiamo il Milan che fa per noi!
Perciò permettetemi la gallianata: rotta verso Dublino! Dove guarda caso esordì in Europa il Milan di Pioli…