Le Pagelle Che Non Lo Erano: Milan-Lazio 3-2

Sì, Milan-Lazio sembrava proprio uno di questi film natalizi, ma chissà, forse TUTTO il 2020 del Milan è sembrato uno di questi film: iniziato coi disastri, proseguito con qualche speranza che sembrava patetica, e poi proseguito in un crescendo di euforia fino a una conclusione festosa e un pochino commovente che probabilmente non ci cambierà la vita, ma decisamente ci renderà più belle le Feste. Godiamocele tutte, amici, perché noi e voi sappiamo quanto ci siamo meritati un Natale da film come questo del 2020. E se poi vi diranno che non abbiamo vinto niente, siate comprensivi: i nostri film saranno sempre più indimenticabili dei loro costosi reality pieni di noiose celebrities. PS: eccezionalmente, per una volta, abbiamo allargato il cast, includendo anche qualcuno che non ha giocato, ma nel corso della serata ha interpretato lo stesso una parte memorabile.
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Donnarumma – EDWARD MANI DI FORBICE
Non particolarmente impegnato dai tiri dei laziali, non riesce a fare il miracolo sul tiro ravvicinato del pareggio; in compenso sforbicia via fulmineo sul pazzesco colpo di tacco di Muriqi che poteva metterci in ginocchio. Peraltro sarebbe persino riuscito a potare alla radice le speranze d’aaaa Lazzie prendendo il rigore di Immobile, ma il palo di San Siro, sempre lui, 10 giorni fa contro il Parma aveva deciso di impersonare la crudeltà gratuita del mondo, prende il pallone e lo mette sulla testa di Luis Alberto.
Calabria – VACANZE DI NATALE
Era il tipico film imbarazzante dei Vanzina con il re degli attori da canile (Jerry Calà), col tempo è diventato il finissimo e pungente capolavoro dei Vanzina con un indimenticabile attore simbolo di una generazione di italiani con i suoi difetti e le sue virtù (Jerry Calà). Incaricato di assistere Kalulu, Jerry Calàbria gioca in modo concreto, cinepanettoso e di cassetta; lotta e recupera molti palloni ma si concede poche finezze anche perché Saelemaekers è in serata narcisa alla Christian De Sica mentre Marusic si rivela ruvido come Riccardo Garrone. E tuttavia, alla fine la sceneggiatura gli regala una scena finale piaciona, attorniato da creature sexy – Murelli e Antonio Donnarumma.
Romagnoli – NIGHTMARE BEFORE CHRISTMAS
Alla fine probabilmente vedeva le streghe: in una delle sue partite migliori, per di più contro la sua squadra del cuore, sarebbe stato inevitabilmente messo sotto accusa in quanto comandante di una difesa ormai votata a prendere gol. Non è un caso se è uno degli ultimi a staccarsi dal mucchio finale su Theo.
Kalulu – UNA POLTRONA PER DUE
Gioca una partita encomiabile ma è vittima di una beffa ordita da consumate carognazze come Correa e Immobile: il primo muore dopo un’agonia raccapricciante quando lo tocca involontariamente sul piede, il secondo lo raggira su una palla di Milinkovic-Savic che, col dente avvelenato dell’ex (…battuta per appassionati di mercato), scodella in area un pallone da quotare in Borsa. E lui, dopo aver già causato un rigore senza volerlo, esita a contrastare Immobile perché sa che quando è in area è disponibile a farsi sdraiare come Jamie Lee Curtis.
TheoHernandez – DIE HARD – TRAPPOLA DI CRISTALLO
Veramente, veramente, veramente il più duro dei duri a morire. L’edificio è in mano ai malvagi, i suoi amici sembrano essere stati presi in ostaggio, ma quando il gioco si fa duro, Theo parte e scatena il delirio: se non è solo contro tutti, poco ci manca. Dall’85mo in poi devasta ‘aaa Lazzzie quasi da solo, gli altri capiscono che come la moglie e il vecchio sergente, devono assecondarlo; alla fine nello scontro finale punisce Reina per la sua turpitudine e schianta Luis Alberto, ora fatti aiutare dal palo, ho – ho – ho.
Tonali – SOS FANTASMI
Gli spettri di Kessié e Bennacer appaiono a intervalli regolari lì al centro, e lui è quasi sopraffatto, ma si redime in fase difensiva, aiutando i compagni in area, e aiutando noi a star lontani dai fantasmi dei Natali passati e dal cupo mietitore.
Krunic – L’APPARTAMENTO
Come Jack Lemmon nel classicone di Billy Wilder, è il due di picche della gerarchia di centrocampo, ma dopo un’ora a subire i superiori – ovvero i centrocampisti d’aaaa Lazzzzie che gli sono superiori – alla fine riesce a riprendersi il bilocale e la dignità, e magari rimedia pure una biondina.
Saelemaekers – BOTTE DI NATALE
Inizialmente ci sono le premesse (o perlomeno, il titolo) per un film indimenticabile, poi via via qualcosa si perde: forse una delle mosse sensate di Trimone Inzaghi è complicare l’intesa tra lui e Bud Calabria, ma anche le poche volte che la situazione potrebbe portare a una scena divertente, non riesce a ripetere le sue prestazioni migliori. Che i critici avversari abbiano capito come stroncare la sua verve è un problema in più per il nostro sceneggiatore, ma è un suo merito essersi guadagnato un ruolo così importante nel nostro cast.
Calhanoglu – LOVE, ACTUALLY
Non sa battere i calci d’angolo – ok, ecco due assist su calcio d’angolo. Non segna più – ok, eccolo trasformare in modo impeccabile un rigore su cui c’era una certa pressione. I suoi assist sono tanti ma non così puliti – ok, eccolo triangolare in velocità con Hauge e aprire un’autostrada per Rebic. Perde palloni a centrocampo – ok, non ne perde uno e aiuta Tonali e Krunic a non perderne più nel secondo tempo. Qualcuno lo detesta ancora e alla prima occasione cercherà di spingerci a troncare con lui riproponendoci l’elenco dei suoi difetti, ma a Natale bisogna dire la verità, e la verità è che lui, a noi, va bene così.
Rebic – GREMLINS
Nel primo tempo torna al gol con un perentorio colpo di testa su calcio d’angolo, e guadagna il rigore (anche se aveva sbagliato il passaggio a Leao, col quale non c’è proprio verso). Ma qualcuno nell’intervallo gli dà da mangiare dopo che in base al suo fuso orario è passata la mezzanotte (…non parliamo della Croazia, che è nel nostro stesso fuso orario: parliamo del solo Rebic, che ha il fuso che gli pare e piace). Perciò, diventa la versione micidiale del batuffolo carino e coccoloso che era: è vero che si sfianca nei rientri in difesa, ma è vero anche che uno come lui deve segnare almeno una delle due megapallegol del finale; sulla prima fa un miracolo Reina di mano sinistra, ma la seconda deve entrare sempre; il salvataggio finale impedisce che i compagni lo usino come bersaglio per le freccette.
Leao – FROZEN
È rimasto congelato nel match contro il Sassuolo; la sua partita sarebbe stata più interessante se ‘aaaaa Lazzzzzie non avesse trovato rapidamente il 2-1, negando ai nostri la chance di trovare spazi in contropiede, ma forse qualche problema in più lo ha avuto anche per la difficilissima convivenza con Rebic, che probabilmente lo considera adorabilmente ingenuo e maldestro come Olaf, o forse tutt’altro che adorabile e apertamente scemo.
Castillejo – UNA PROMESSA È UNA PROMESSA
Entra per tentare di recuperare quel mordente offensivo diventato sfuggente come il giocattolo introvabile cui Schwarzenegger dà la caccia. Non tenta niente di spassoso (meno male), ma tatticamente sembra capire la partita meglio di Salsaemerengue. Come nel geniale colpo di scena finale del film, viene a sua volta sostituito all’ultimo minuto, con un certo effetto comico.
Hauge – FANNY E ALEXANDER
Come il poema di Ingmar Bergman porta un po’ di magia natalizia nordica in avanti, quel pizzico che basta a giocare più in velocità e di prima, contribuendo a dare l’impressione che dopo l’angoscia della parte centrale della gara, «Tutto può accadere, tutto è possibile e verosimile. Il tempo e lo spazio non esistono, l’immaginazione fila e tesse nuovi disegni».
Daniel Maldini – BABBO BASTARDO
Quando hai un nonno campione e un padre leggenda vivente, è difficile credere che proverai gioie intense come le loro. Eppure, pur semplicemente entrando come mossa disperata per l’assalto finale, si ritrova in un lieto fine così esaltante che la sua presenza sembra quasi parte di un disegno più grande, contro la quale non c’è cinismo che possa vincere.
Dalot – IL GRINCH
Entra per ottanta secondi, giusto il tempo di rubare l’esultanza a Calabria, impostore di un portoghese, ahaha!
Antonio Donnarumma – LA VITA È MERAVIGLIOSA
Chissà se ha mai pensato di farla finita – no, dai, nel senso di farla finita col Milan, che poi è come farla finita, quand’ecco che un angelo gli ha detto che no, senza i suoi piccoli contributi giorno dopo giorno, l’esistenza di tutti gli altri attorno a lui sarebbe stata più triste e penosa; chissà se quando ha esultato guardando Trimone Inzaghi pensava a questo, o sentiva il suono di un campanello che indicava che un angelo aveva messo le ali, e chissà se quell’angelo è Raiola, al quale non basterebbero comunque le ali di un boeing per sollevarsi.
Kessié – MAMMA HO PERSO L’AEREO
Passa il Natale in casa, separato dalla famiglia, ma un video pubblicato su Instagram ci fa capire quanto ha lottato in braghette davanti alla tv e regala l’immagine-meme di lui che esulta come un bambinone.
Pioli – MIRACOLO SULLA 34ma STRADA
Da quando sono nate, ormai tanti anni fa (…quanti? Boh! Sei? E chi si ricorda. Ma sembrano seimila, gente) questa Pagelle Senza Voti non hanno mai dato NonVoti agli allenatori, ma è Natale, eccetera, quindi ne regaliamo uno a Padre Pioli. Di allenatori eccezionali ne abbiamo avuti un bel po’, ma mai uno che ci facesse passare quasi un intero anno di euforia dando un cuore rossonero a un manipolo di scarti e di giovanotti di belle speranze ma anche senza speranze, che in qualche caso ci sembravano più adatti a trainare delle slitte che non a giocare a San Siro. È più che probabile che la vittoria in campionato alla fine arrida a una squadra più ricca, cinica e incarognita della nostra, ma in futuro, nessuno di noi dimenticherà l’anno in cui siamo tornati a fare qualche sogno, e chi incredibilmente ce lo ha permesso.

4 Risposte a “Le Pagelle Che Non Lo Erano: Milan-Lazio 3-2”

  1. Meraviglioso commento di una meravigliosa partita di una squadra meravigliosa. Continuate a meravigliarci anche nel 2021! Buon Natale e buon anno, meravigliosa banda di simpatici capotifosi!

    1. E’ possibile Armo, sì.
      Comunque è bello sapere che nel giorno di Natale, il tuo ultimo pensiero è stato per noi. 🙂

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