Due grandi protagonisti del gossip italiano hanno tenuto banco in questi giorni: uno per un amore finito, un’altra per un amore che sboccia. Il primo lo lasciamo stare perché non avendo niente da fare, è capace di aizzarci contro i suoi fan con uno di quei suoi tweet quotidiani in cui ride in un posto diverso del mondo (“…Guardate questi professoroni, mi prendono in giro perché la stiracamicie mi ha scaricato”). Ma la seconda no, ce ne appropriamo senza indugio anche perché col suo melodrammatico gattamortismo ci ricorda il Milan di queste ultime partite, sempre sull’orlo dello schianto eppure sempre capace di un guizzo inaspettato. Ragion per cui, le pagelle di Betis-Milan sono ispirate dalla filmografia dell’attrice Aria Maria Vittoria Rossa Argento. Perché se pensavate che Asia fosse un nome curioso, ora che sapete quello vero capite che al confronto, proprio come l’omonimo continente, si nota appena.
REINA – Baciato dalla fortuna, regia di Paolo Costella (2011)
Risparmiato dai Betisti almeno due volte nel primo tempo, nel secondo tempo va in una specie di apnea servendo un avversario invece che Abate (…non fate gli spiritosi. NON è la stessa cosa), poi bambineggia su un attacco pericoloso chiamando un fuorigioco visibilmente inesistente e affrontando l’avversario con un solo braccio alzato, in una versione allarmante di Gioca Jouer. Giustifica queste fortune con una fondamentale parata su un affondo che poteva esser letale se invece del tiro fosse arrivato un passaggio all’uomo libero davanti alla porta vuota. Viene il dubbio che invece che insegnare lui a Gigio, stia succedendo il contrario.
MUSACCHIO – Marie Antoinette, regia di Sofia Coppola (2006)
Interpreta Madame Du Barry; a un certo punto il suo popolo prende la decisione un po’ estrema di staccarle la testa.
ZAPATA – xXx, regia di Rob Cohen (2002)
Un film con Vin Diesel non è mai valutabile seriamente, e lo stesso vale per Diesel Zapata. Anche se non capiamo mai dove si trova nelle tre occasioni del primo tempo in cui uno solo degli spagnoli riesce puntualmente a colpire palla in area in mezzo a quattro dei nostri, non è inguardabile come certi film d’azione imbecilli in cui non c’è nemmeno Vin Diesel.
RODRIGUEZ – Do Not Disturb, regia di Yvan Attal (2012)
Sembra sempre imperturbabile, sia quando l’uomo in mezzo lo anticipa per il goal del vantaggio, sia quando nel secondo tempo il Milan smette di subire e basta. Al netto del modulo iniziale che incasina tutta la squadra, nel complesso la sua prova è salvabile, però forse siamo noi che da lui ci aspettiamo di più.
BORINI – Dèmoni 2… L’incubo ritorna, regia di Lamberto Bava (1986)
Nel primo tempo è palesemente quello che mentre il serial killer ha iniziato a colpire, dice ai compagni “Dividiamoci”. Nel secondo, riesce a mettere a disposizione della squadra quello che ha, spostando un po’ della sua capacità di dare fastidio sugli spagnoli invece che sui compagni. Un po’, non tutta.
KESSIE’ – De la guerre, regia di Bertrand Bonello (2008)
Carrarmatismo puro, con qualche momento di sontuosa autorevolezza (un recupero difensivo da mostrare nelle scuole) ma anche due vittime innocenti: una è Musacchio, e una è lui stesso, in una scivolata gladiatoria sul nulla, forse a causa della stanchezza.
BAKAYOKO – La sindrome di Stendhal, regia di Dario Argento (1996)
Comincia a sembrarci impensabilmente bello, tanto che come nella raffinata sindrome, perdiamo i sensi – e questo ci impedisce di inorridire quando nel secondo tempo perde un pallone incespicandoci, ed è salvato da un regalo dell’arbitro.
LAXALT – Il fantasma dell’Opera, regia di Dario Argento (1998)
Ne avevamo una certa stima ma ora siamo a tanto così dall’accatastarlo tra i tanti giocatori che nel tragitto da Genova a Milano si sono fermati per sempre all’autogrill Cantalupa Est.
SUSO – Scarlet Diva, regia di Asia Argento (2000)
Film diviso a metà tra pretese psicologiche e amabili scene zozzone: le prime si vedono fino all’intervallo, quando – schierato in una posizione insensata – ritarda tutti i passaggi e tira una punizione sconsolante; dopo l’intervallo però ci regala una quantità di puro Susosex, tra l’altro prendendo una quantità sadomaso di botte dagli avversari.
CALHANOGLU – Ingannevole è il cuore più di ogni cosa, regia di Asia Argento (2004)
Ma guarda se l’unico turco romantico al mondo doveva capitare proprio a noi.
CUTRONE – Isole, regia di Stefano Chiantini (2011)
Passa gran parte della partita isolato dai compagni, a spolmonarsi su palloni quasi sempre buttati avanti un po’ a caso – in compenso quando ha qualche suggerimento sensato, ne è sbalordito e se lo lascia scappare. Nel secondo tempo il casino che fa acquista un senso, ma nel primo tra lui e Calhanoglu i rapporti sono intensi e proficui quanto quelli tra Sardegna e Corsica.
ABATE – Perdiamoci di vista, regia di Carlo Verdone (1994)
Un giorno vedremo alcuni suoi spezzoni a Techetecheté e ne rivaluteremo la capacità di essere comico e tragico allo stesso tempo.