Milan-Juventus: le Pagelle Che Non Lo Erano

Potevano batterci in scioltezza e in tutta onestà, eppure tra un rigore che l’arbitro gli aveva abbuonato, un’espulsione passata in cavalleria, le consuete gag di Chiellini in area e – secondo i più arrabbiati – le provocazioni dell’arbitro all’ex amico Higuain, ci hanno infilato lo stesso un po’ della loro spiccata personalità. Perché non si va contro la propria natura – e in fondo noi ammiriamo la loro appassionata determinazione nel tentare di derubarci anche in un’operazione che poteva essere perfettamente legale e alla luce del sole. Ragion per cui, le Pagelle Senza Voti sul nostro confronto con la società che ha fatto della disonestà un suo tratto somatico sono ispirate dalle più famose prigioni del pianeta, nella speranza che un giorno trovino quella che gli piace e fermino il loro peregrinare.

Donnarumma – ALCATRAZ, SAN FRANCISCO
Non è – eufemismo – di massima sicurezza, tant’è vero che Clint Eastwood ne è fuggito. Compie un paio di buoni interventi e sembrava presente anche sul palo esterno di Dybala; sul primo gol, molti lo accusano di non essere uscito, ma casomai il rammarico è che non gli riesca la smanacciata sul suo palo; vero è che sarebbe stato un grande salvataggio, vero è altresì che Mandzukic salta come e quando vuole su Rodrigo e schiaccia da un metro e mezzo, cosa che mette in difficoltà i portieri. Vero è che lo mettiamo lì per i piccoli miracoli, e ne fa sempre meno. Quanto al secondo gol, la respinge proprio sui piedi del Pappone Portoghese. Sfortuna, d’accordo. Però ci sarà un motivo se la Fortuna non gli sorride più.
Abate – TORRE DI LONDRA
Compie 32 anni oggi, e nel suo primo incontro con i pregiudicati vinse 3-0: era il gennaio 2009, e con lui c’erano Dida, Nesta, Thiago Silva, Gattuso, Beckham, Ronaldinho. In panchina, per capire il lusso di quei tempi, Kaladze, Jankulovski e Inzaghi (…è ben vero che in campo quelli schieravano carciofi come Grygera, Poulsen, Melo, Diego e Amauri). Forse come il vecchio carcere inglese inizia a essere affollato dai fantasmi dei personaggi storici che lo hanno frequentato, da Anna Bolena a Tommaso Moro a Rudolph Hess. Sarà la ricorrenza che ci rende più buoni, ma non ci sentiamo di bocciarlo: anche se viene messo sotto che è una bellezza nel primo tempo, inizia il secondo tempo molto meglio, chiudendo un paio di iniziative avversarie. Cambiarlo e per di più con Borini a quel punto pare un azzardo.
Zapata – PIANOSA
A causa del clima e del paesaggio veniva considerata il minore dei mali da mafiosi e brigatisti rossi, e nelle condizioni in cui siamo Zapatone è il minore dei castighi: non commette errori gravi, non si fa irridere dalle star avversarie, e sventa due attacchi usando il cervello – luogo dove impattano due pallonate (apparentemente senza recargli danni eccessivi).
Romagnoli – REGINA COELI
Non potevamo che concedergli quei tre scalini che ogni romano vero salisce, ahò. Forse tutta la strategia della nostra partita era arrivare al 91mo subendo meno danni possibili per poi scatenarlo contro i galeotti – e se avevamo contenuto i danni fino a quel momento era anche grazie a lui.
Rodriguez – ASINARA
La colonia penale ingentilita dai famosi somarelli bianchi – e quanto sia un somaro in area di rigore Rodrigo, ormai lo sappiamo: palloni persi, mancate chiusure, e ieri sera un saltino davvero patetico dal quale Mandzukic non è minimamente infastidito. Ha l’occasione di rifarsi nel secondo tempo con un tiro da fuori area, ma immancabilmente lo butta fuori. Avrebbe potuto fare la voce grossa sul rigore? No, non è un giocatore da voce grossa e non lo sarà mai. Il confronto con i difensori avversari, che fanno della prepotenza una virtù, è impietoso.
Kessié – BASTIGLIA, PARIGI
Simbolo della rivolta contro l’aristocrazia zozzona, lotta più che può contro i nobili del reparto avversario scontrandosi ovviamente con lo sbirro col fischietto che li difende.
Bakayoko – SAN VITTORE
Per lui il carcere più rivoltoso d’Italia perché barbino ha iniziato a ribellarsi anche lui, contro una sentenza che noi stessi avevamo emesso qualche partita fa, quella che fosse impresentabile. Sbattuu de su, sbattuu de giò, ha iniziato a contestare il verdetto e coi fatti, non con le parole: forse è de de quei che parlen no.
Castillejo – SING SING, NEW YORK
Nel primo tempo se la canticchia spensierato – poi, nel secondo, inizia a giovarsi al centro di qualche spazio che si apre grazie alla sorveglianza armata su Suso. Sembra in flebile crescita quando Gattuso opta per toglierlo, insistendo ancora un po’ su Calhanoglu.
Suso – L’ISOLA DEL DIAVOLO, GUYANA FRANCESE
Nota anche come la Cayenna, veniva destinata ai più temibili, e il trattamento che Allegri riserva al nostro Papillon fa capire che non intende permettergli la libertà che ha risollevato il Milan nelle ultime quattro partite. Non riesce a trovare il suo spunto assassino e a parte un recupero difensivo insperato si vede pochissimo, ma spiace che gli altri della banda non approfittino nelle altre parti del campo del regime di sorveglianza che lui subisce.
Calhanoglu – CHATEAU D’IF, MARSIGLIA
Come il Conte di Montecristo, sconta la sua pena penosa sospirosamente, finché Gattuso non gli concede una via di fuga negli spogliatoi. Siamo sicuri che un giorno dalle sue sofferenze umane i vari siti letterariocalcistici e ultimouomini trarranno pagine grondanti prosa ispirata e palpitante – ma per il momento Calha, va’ un po’ in galera tu e la tua signora.
Higuain – LA CONCIERGERIE, PARIGI
L’anticamera della ghigliottina. Forse accade in occasione del rigore, o forse quando scopre che il boia Mazzoleni lo rispettava di più quando indossava l’alta uniforme – sta di fatto che perde la testa.
Cutrone – CARCERE MINORILE BECCARIA, MILANO
Qualche errore giovanile ma anche buona volontà; purtroppo l’ambiente che lo circonda è deleterio, e nessuno gli dà realmente una possibilità.
Laxalt – HOHENSCHONHAUSEN, BERLINO
Qui la Stasi accoglieva quelli che lavoravano per il nemico o erano ostili alla causa e li rieducava con quella carica di umanità che solo la DDR poteva elargire. Commette crimini reiterati in occasione del gol che ci ammazza definitivamente, e inizia veramente a preoccuparci, tanto che forse preferiamo pensare che sia un dissidente, piuttosto che convincerci di aver pagato 18 milioni una Trabant senza ruote.
Borini – HOSTEL CELICA, LUBIANA
Ex prigione diventata ostello per la gioventù, e senza modificare granché gli alloggi – un’idea eccellente che peraltro potrebbe raddrizzare un po’ la spina dorsale ad alcuni giovanotti di nostra conoscenza. Ammiriamo Gattuso che pensa sempre di convertirlo in qualcosa di utile. Ma nel suo caso servono modifiche da capo a piedi.

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