BPM (Beats Per Matches) – Stagione II, Episodio 1. Bologna-Milan, ovvero The Passenger

(di Max Bondino)

Lei si chiama Anne Marie Forker, non gioca a calcio ma il suo nome potrebbe esser apparso sulle timeline dei vostri social durante l’estate, masticato e digerito fra le foto vacanziere di gente che non conoscete, “contenuti suggeriti per te” (che hai dei gusti orribili, e loro lo sanno) e Ryan Gosling che ci invita al cinema vestendo in anteprima la nostra terza maglia un po’ ovunque.

La Forker si occupa di “musical expression in visual form”, insomma, fa la fotografa, immortala la musica e chi la porta in giro.
Il 24 giugno, ad Oslo, in Norvegia, fissa uno scatto di Iggy Pop che fa immediatamente il giro del pianeta. È una foto di un’intensità clamorosa capace di rivaleggiare con l’inaudita presenza scenica del personaggio. Un uomo di 76 anni, a petto nudo da oltre mezzo secolo, scavato dal vento, nel tempo, come una roccia del Grand Canyon, è ancora lì a fare ciò che desidera di più, sembra soffrire e amare all’unisono, palesemente fiero di entrambi i sentimenti.
Il mio stato emotivo, di milanista, in questi mesi, era raccontato in quel frame. Ho sputato rabbia (e quel retrogusto amaro del veleno è ancora lì) ma sempre con una mano protesa, sperando che il mio Milan tornasse a stringerla presto, per iniziare un altro viaggio, mentre tutto il resto, attorno, scorre via veloce.

“We’ll be the passenger
We’ll ride through the city tonight”

Già, la città. Milano è ancora (per almeno un’altra settimana), quella ragazza entusiasta che ti dice sempre sì mentre ti guarda come fossi l’unica persona a meritare il suo interesse. Indosso la t-shirt nera col piccolo diavolo stilizzato in una sola fiamma, salgo sulla bici e passo la giornata con lei, in attesa della prima di campionato.

Ci presentiamo in bianco a Bologna, vestendo la maglia più bella della stagione. Contro la prima e la terza vince facile, lo so ma avrebbe fatto la sua bella figura anche in anni in cui i designer erano normodotati. 23 secondi e Lykogiannis lascia partire un missile dalle spiagge di Mykonos che si stampa sulla traversa: “Buonasera divinità olimpiche, sono tornato, sì. Mi avete sentito?”

Ma è solo un monito. L’AC Milan ne prende atto velocemente. Lo ammetto, che Christian Pulisic fosse un gran bel giocatore lo sapevamo dai tempi del Dortmund ma che Tijani Reijnders abitasse nel mio stesso sistema solare mi sfuggiva proprio ed ho trascorso l’estate a far smorfie perplesse a chi mi parlava bene di questo ragazzo a dimostrazione che l’ignoranza è l’anticamera della felicità. Ad entrambi bastano 10 minuti per guadagnarsi tutta la nostra attenzione. Pulisic (che io pronuncio a la croata, non è che se faccio un figlio con una ragazza dell’Illinois, poi questo si deve far chiamare “BONDAINO”) disegna un arcobaleno dalla destra a pescare il nostro nuovo 14 che dalla linea di fondo, con una naturalezza tecnica disarmante, rimette nell’area piccola per Giroud che addirittura di destro mette la prima, si viaggia.

How how he rides
Oh the passenger
I ride and I ride
He looks through his window
What does he see?

Il finestrino è abbassato, il gomito appoggiato fuori e si vede un gran bel Milan all’orizzonte. Altri 10 minuti e Pulisic fa quel che vuole palla al piede, scambia con Olivier dal limite, ennesima sponda perfetta ed ecco un goal finalmente “nuovo”: La sassata da fuori senza retropensieri. Vedi la porta? Tira! Siamo al 21esimo e Giroud è a quota un goal e un assist, Pulisic è un upgrade mostruoso sulla destra e a Reijnders ditegli di tenersi qualcosina ogni tanto, se no finisce che arriva il Chelsea con 130 milioni già a gennaio. “

“E’ Coolin Break, Signori!” Mentre guardo le espressioni sfatte di chi si sboccia Gatorade, penso a vecchio cuore Djokovic che nella notte quasi infarta per i 40 gradi e sotto di un set, barcollando, trova le forze per giocare altre tre ore e andare a vincere contro Alcaraz. Come direbbe un teenager contemporaneo: “Ok che sei skillato, brò…però almeno flexati!”. Il primo tempo regala ancora una perla sull’asse Pulisic – Giroud. Altro rainbow (stavolta di destro) e tiro al volo bellissimo di Olivier che Skorupski respinge.

Entrambe le squadre erano già in riserva al 21esimo e nella ripresa si nota parecchio. La nostra partita diventa una passeggiata sul bagnasciuga schivando quelli del Bologna che giocano a racchettoni tenendola per aria mai più di tre volte. Nella stasi emerge la bella presenza di Loftus Cheek e purtroppo le incertezze difensive dei soliti noti che, poco più di un anno fa, erano un muro unico. È forse questo il più grande mistero da risolvere. Venti minuti anche per Okafor (che entra per la foto instagram), Pobega, Kalulu e Chukweze a cui voglio molto bene e “temo” per lui che se Pulisic resta questo, il suo destino sarà quello dello spaccapartite che parte dalla panca ma come dicono quelli bravi: “la stagione è lunga, le partite sono tante, ci sono tre competizioni e noi alla Coppa Italia ci teniamo!”.

Mi accorgo ora di esser arrivato in fondo a questo BPM senza nominare Leao. Fa strano eh? Ma aldilà del suo primo tempo non eccezionale è buon segno se, anche quando resta un po’ ai margini, la partita luccica altrove. Anche questa è una bella novità. Certo, poi all’88esimo Rafa parte, sembra galleggiare sugli avversari, riscrive le leggi sull’attrito dei corpi, con una finta ne stende due, si allarga e colpisce la base del palo e ti porta a veder le stelle. Meno male che sei qui.

I see the stars come out tonight
I see the bright and hollow sky
Over the city’s rip in the sky
And everything looks good tonight

…Buon viaggio, gente del Milan!

 

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