Atalanta-Milan 1-3: le PagelleCheNonLoErano

Pota, è finito il campionato. Ultima puntata delle nostre Pagelle Senza Voti, quindi, dedicata a una città che nei nostri confronti dimostra sempre un astio particolare; d’altra parte, le maglie che portano sono di per sé un sintomo inequivocabile di cattivo gusto. Con qualcuno dei nostri macarù siamo stati più buoni del dovuto perché era il passo d’addio. Anche se magari sono solo promesse elettorali, e l’anno prossimo ce li ritroviamo tra i piedi tutti.
PS
Per la prima volta, tra l’altro, Mexes è associato a una figura maschile. Benché in calzamaglia.

Abbiati – ROBY FACCHINETTI
Un po’ perché hanno più o meno la stessa età. Un po’ perché siamo stati insieme tanto ed è arrivato il momento in cui “Stare insieme è finito, abbiamo capito, ma dirselo è dura”.
Bocchetti – VAL BREMBANA
Così come la famosa valle viene attraversata dal sinuoso Brembo, Zappacosta lo sommerge spumeggiante. Probabilmente da ieri sera è anche coltivabile.
Paletta – SILVIO GARATTINI 
Per quanto il suo look sia discutibile, resta uno che sa fare il suo mestiere, merce che non abbonda: le sue sportellate con gli attaccanti atalantini escludono le simpatie per la blanda medicina omeopatica (perorando viceversa la causa della sperimentazione su animali).
Mexes – ARLECCHINO
Anche se con i soldi che ha percepito potrebbe comprare il Milan per rinnovarsi il contratto, con tutta probabilità abbiamo assistito all’ultima pantomima del coloratissimo saltimbanco. Di lui rimarranno tante scenette di comicità irresistibile (per i tifosi delle altre squadre) e diversi gol, a ribadire che sotto la maschera c’era un attaccante. Sicuramente non un difensore.
De Sciglio – TRIONFO DELLA MORTE
Nell’Oratorio dei Disciplini a Clusone campeggiano gli affreschi del De Buschis tra i quali spicca la Danza Macabra, nella quale gli scheletri danzano con chiunque capiti – perché De Sciglio è una livella, davanti al quale tutti i giocatori sono uguali: tùcc in grazia del Signùr.
De Jong – BARTOLOMEO COLLEONI
Nel primo tempo il suo tripallismo sembra una millanteria per impressionare gli avversari così come si costumava il fortunato mercenario, ma nel secondo tempo si fa valere nella pugna. C’è chi racconta che nell’esaltazione della battaglia, abbia addirittura fatto un passaggio in avanti.
Van Ginkel – POLENTA
In fase di costruzione impasta per un’eternità, però da solo non ha un sapore fantastico (anzi, stròpa). In compenso, in fase difensiva, si segnala per una curiosa passeggiata trasversale in area nel momento in cui l’Atalanta – e in particolare l’uomo che stava guardando – va in rete. Te andàet a rane, neh?
Bonaventura – SAN PELLEGRINO SPA
I locali non si capacitano del fatto che sia passato in mani più multinazionali; lui gioca con un freno a mano tiratissimo (sempre un secondo in più nell’andare sul pallone, e in occasione del primo gol colpisce malissimo, quasi a cercare il portiere): risulta frizzante suo malgrado.
El Shaarawy – FELICE GIMONDI
Pedalare pedala, ma non ha tutta la birra adeguata alla sua voglia di spaccare le montagne. Che poi, spaccare le montagne è alla fine un modo di dire scemo, che idea è, spaccare le montagne? Più furbo aggirarle, o scavalcarle, o fargli dei tunnel. Se stavolta la doppietta non arriva, è perché nonostante l’assenza di Menez (dalla cui ultima apparizione abbiamo vinto 3 partite) (…no, così) (“Via il gatt, bàla ‘l ratt”) sembra così ossessionato dall’ostentazione fisica, magari per togliere dubbi che comunque rimangono, da aver dimenticato quello che potrebbe ottenere con la tecnica di base.
Honda – BEPI & THE PRISMAS 
Rocker delle valli molto appariscente, solitamente dotato di parrucca bionda, che proprio come il simpatico giapponese diverte imitando soggetti più conosciuti con esplicita goffaggine. La sua hit più amata è “Bepi jouer”, nella quale al posto dei ben noti “Starnuto!” “Spray” e “Okay!” bisogna prodursi nel mimare “Spacà la légna!” “Betoniera!” e “Stinca de bìra al sàbet”.
Pazzini – OL CAMPANU’
La Torre Civica di Bergamo, punto di riferimento per la cittadinanza in tempi grami – ma veramente grami, diàol cane. Entra in due gol su tre (anche procurandosi il rigore del pareggio), evento inaudito, davanti al quale ci pare di sentire le campane.
Poli – GIORGIO GORI
Continuiamo a non capire nel modo assoluto cosa abbia di speciale, però ormai ce ne siamo fatti una ragione: è il destino che ci impone entrambi. Loro due, e Cristina Parodi.
Calabria – MICHELANGELO MERISI CARAVAGGIO
Non siamo così sprovveduti da caricarlo di aspettative con dei paragoni deliranti, specie per un debutto di pochi minuti alla fine di una partita che non conta niente e che era già finita prima che entrasse – quindi ci limitiamo a dire, con la massima sobrietà, che ci è sembrato uno dei più grandi artisti mai vissuti in questa nazione.
Di Molfetta – PAPA GIOVANNI XXIII
Non siamo così sprovveduti da caricarlo di aspettative con dei paragoni deliranti, specie… eccetera. Però ci è sembrato una delle figure storiche più importanti del suo secolo – nonché un uomo di una bontà infinita.

…Bene. La bontà del Papa Buono e di Di Molfetta è infinita, ma questo campionato, nonostante le apparenze, no. Grazie a tutti quelli che hanno apprezzato le nostre Pagelle Senza Voti, la nostra protesta personale contro quest’epoca in cui tutto è sordidamente misurato con la quantità. Ci rivediamo ad agosto. Fino ad allora, già che ci siamo, conferiamo a ognuno di voi il più orobico dei consigli: “Stà ‘n’ banda, nani. E fa’ mia i lasarù”.

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