Milan-Bologna: le Pagelle Che Non Lo Erano

Noi naturalmente deploriamo il gesto di Will Smith ai danni del sedicente comico Chris Rock, e lo condanniamo per due motivi precisi: il primo è che se dovessimo menare tutti quelli che non fanno ridere, LOL dovrebbe essere girato nel Pronto Soccorso di Amazon; il secondo è che abbiamo visto che lo condanna la maggioranza delle persone, e anche se rimaniamo convinti che ogni cartone preso in faccia ci abbia insegnato qualcosa, è pur vero che ci ha insegnato delle cose anche ogni tentativo di andare contro la maggioranza delle persone, specie avendo un sito che per denaro farebbe qualunque cosa – anche se non abbiamo ancora capito cosa. Ma poi, c’è un terzo motivo. Ed è che contro il Bologna al Milan avremmo tanto voluto vedere uno dei nostri alzarsi e sferrare un pugno alla partita. Perciò, avendo inseguito questa mascolinità tossica del gol, ci tocca espiare paragonando i nostri giocatori a film di Will Smith.
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Maignan – MEN IN BLACK
L’unico con una maglia decente, e il primo a essere avvertito dal Bologna che non sarà serata di regali. Essendo quasi del tutto concentrati sulla porta avversaria, passano inosservati due-tre interventi molto molto importanti. Non passa inosservata ormai la sua velocità nel far ripartire l’azione, tanto che Orsolini lo sgambetta all’ultimo minuto mentre sta lanciando l’uomo – ma cosa ti puoi aspettare da una plusvalenza juventina da 10 milioni che stranamente fa panchina a Bologna?
Calabria – SETTE ANIME
Le mette in campo tutte, anche se è un po’ uno degli emblemi di un Milan generoso ma dolceamaro come un copione di Muccino. In difesa niente da eccepire – anzi, un suo recupero maldiniano strappa applausi a scena aperta. In attacco, arriva parecchie volte al tiro e bisogna dirlo, ha proprio la stessa precisione degli attaccanti (ma nel suo caso si può perdonare). Peraltro un suo destro nel secondo tempo è uno dei tiri più pericolosi espressi da tutta la squadra, viene deviato dai difensori in angolo. Che non ci viene concesso, ma forse è un bene.
Tomori – IO SONO LEGGENDA
Gli attaccanti dei rossoblu in giallo non sono precisamente micidiali, ma lui in alcuni momenti sembra un esercito di un solo uomo. Sembra proprio un rifacimento di un vecchio film – nella versione originale, il protagonista era Kjaer. Poi, se proprio volesse farci ancora più felici, un’ostrega di gol di testa di un difensore centrale, quest’anno, non ci farebbe schifo.
Kalulu – COLLATERAL BEAUTY
Chi scrive deve confessare che non sa assolutamente nulla di questo film – perché raga, Will Smith sarà anche il supercampione di incassi della storia del cinema, ma non è che passi di pietra miliare in pietra miliare. Quindi, ci teniamo il titolo: Pierino è la bellezza collaterale a fianco di Fikone Tomori, lo asseconda e si gode una serata rilassante – anche se in effetti, pensandoci, stasera un altro suo tiro da cineteca ci avrebbe fatto comodo.
TheoHernandez – SUICIDE SQUAD
È uno di quei film di metaversi – il pubblico è corso immancabilmente a vederlo, anche se le recensioni avvertivano che non aveva né capo né coda. Forse la partita di Theone è stata un po’ così: entusiasmo e ovazioni a ogni sua partenza, salvo constatare che non sortiva gli effetti desiderati. Tra le decine di tentativi – ed era tanto tempo che una squadra non gliene concedeva così tanti – riesce a piazzare un paio di buoni palloni in area per i compagni, e a tentare lo scassaquindici da fuori. Strano ma vero, forse avrebbe dovuto essere più arrogante del dovuto e tentare di andare in porta da solo, invece che insistere nel dialogare al limite dell’area, che poi i dialoghi tra lui e Leao spesso sono veramente demenziali.
Tonali – IO, ROBOT
Piuttosto macchinoso, e nella prima parte della partita, anche uno dei più imprecisi. Meglio nella seconda metà della partita. Siccome uno 0-0 in casa scatena ogni tipo di critica, ci uniamo anche noi all’incasinatissimo coro – per notare preoccupati che la sua maturazione di quest’anno a volte pare aver privilegiato l’autorevolezza nei recuperi e trascurato un po’ finezza di tocco e precisione. Oppure, chi lo sa, forse anche una macchina ha bisogno di riposare.
Bennacer – HANCOCK
Ennesimo supercampione di incassi, ma anche uno dei pochissimi film di Will Smith che non ha avuto un seguito e poi un altro seguito (anche se a dire la verità, almeno una decina di suoi film potrebbero essere proiettati uno dopo l’altro e sembrare un unico film di venti ore). Benny gioca una partita di quantità enorme, a suo modo redditizia per tutta la squadra, eppure contro il Bologna non riesce a metterci qualità, anche a causa della muraglia gialla che si trova davanti – ma che non riesce praticamente mai a superare con una battuta memorabile. Già che ci siamo, accludiamo da Wikiquote le battute esilaranti che hanno deliziato gli spettatori di questo blockbuster mondiale. Perché il resto del mondo è un universo parallelo in cui Tomas Milian non è mai esistito.
Messias – 6 GRADI DI SEPARAZIONE
Ora come ora, sono i gradi che lo separano da un giocatore utile. Non ne facciamo una questione di valore individuale: Crotone o non Crotone, abbiamo visto abbastanza di lui per sapere che sicuramente è meglio di così. Ma – chiedendo perdono per la critica a Pioli – sta giocando sulla fascia dove i giocatori del Milan svaniscono, quella dove gli investigatori stanno cercando i capelli di Saelemaekers e le catenazze di Castillejo. Che sia la maledizione di Suso?
Giroud – ALADDIN
Il Milan cerca di strofinarlo il più possibile perché tra sponde, incornate, o anche solo una pura opera di magnetismo per attirare a sé più difensori possibili, scaturisca la geniata che ci risolve la serata. Ma anche quando lui fa il genio, in area appaiono puntualmente due compari e un pollo.
BrahimDiaz – INDEPENDENCE DAY
Tira pochissimo, e non è mai in area quando servirebbe – cosa che invece lo faceva sembrare quasi una seconda punta a inizio stagione. Se l’idea di Pioli era quella di affermare la nostra indipendenza da un certo n.10 turco, ce l’abbiamo fatta: Brahim è un ectoplasma esattamente come il tizio osservato qualche sera fa allo Juventus Stadium – con la sola differenza che quello ha segnato il 50% dei rigori che ha battuto, mentre il nostro non ha questa chance, perché quest’anno siamo indipendenti anche dai rigori. Noi.
Leao – IL PRINCIPE DI BEL AIR
Non è un film, è una serie in 148 episodi: alcuni piacevoli, molti altri raccomandabili solo a un pubblico di affezionati. Fisicamente sembra esserci, molte volte lascia sul posto i difensori del Bologna, ma sembra voler dimostrare di essere superiore a quella roba da sfigati che è il gol. Nella gara di tiri altissimi disputata ieri sera con i compagni, il suo è uno dei più preziosi – in piena area di rigore, con quasi tutta la porta davanti. Troppo banale, per lo svitato di Lisbona.
Rebic – WILD WILD WEST
Il tipico film con Will Smith: le premesse sembrano irresistibili, finché a metà capisci di essere davanti a un film con Will Smith, e non puoi più farci niente. Alterna spunti potenzialmente devastanti a palloni buttati a caso in modo inconcludente, ma quando si tratta di partecipare alla gara a chi spara il tiro più alto da buona posizione, umilia i compagni con una mirabile traiettoria ascensionale che grazie a correnti favorevoli si è unita a uno stormo di aironi cinerini in migrazione verso la Bassa Sassonia.
Kessié – NEMICO PUBBLICO
Viene accolto da una colata di fischi che testimonia che oltre ai giocatori, anche gli spettatori a San Siro non erano al massimo delle proprie capacità razionali: comunque stiano le cose, fischiare un tuo giocatore in un momento delicato della partita e della stagione non sembra un’idea brillante. C’è un precedente con un certo Poborsky, ma non riguarda la nostra squadra e lui comunque fece esattamente quello che serviva per irritare i suoi tifosi. Franck è ancora un giocatore del Milan e contiamo su di lui. Specialmente in trasferta, a questo punto.
Ibrahimovic – ALÌ
Da non confondere con l’omonimo Babà, quello di Aladdin. Appena entrato in campo sembra avere un buon impatto sulla partita, tant’è vero che un minuto dopo Medel va a cercare un impatto su di lui. Lo sbrego in testa sembra condizionarlo, tenta di esimersi dal fare l’ariete a centro area e quando va a colpire di testa, non la prende con la fronte – iscrivendosi anche lui alla gara a superare la traversa.
Florenzi – LA RICERCA DELLA FELICITÀ
Entra e inizia a buttare palloni verso l’area ma la partita è un po’ un film di Muccino, di quelli che ci insegnano che è tutto un po’ dolceamaro e sì, magari sei primo in classifica ma alla fine le cose importanti sono altre – solo che le squadre dietro di noi non ne sembrano convinte quanto noi. Qualcuno dovrebbe parlargliene, perché vogliono essere prime al posto nostro, pensando che renda felici. Eh, se solo sapessero.

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