Le Pagelle Che Non Lo Erano: Chievo-Milan

Silvio Berlusconi (per i più giovani: il presidente del Milan) (sì, davvero!) si è rotto un malleolo, probabilmente per dimostrare di essere vicino alla squadra – non che sia così scemo da andare a curarsi a Milan Lab. Siccome vorremmo che la squadra fosse vicina a lui, ma soprattutto vicina a se stessa, abbiamo stilato i giudizi per Chievo-Milan in base alle ossa del corpo umano, per ricordare ai ragazzi che sono tutti metaforica parte di una macchina meravigliosa, ed è fatta di calcio (mmh, beh, forse non nel loro caso). Mancano il cranio e soprattutto la colonna vertebrale, però pazienza, magari in qualche cimitero ne troviamo a parametro zero.

Diego Lopez – OSSO SACRO 
Trovandosi in posizione strategica (cioè, dove quegli altri tirano il pallone) finisce per giocare un ruolo decisivo; certo, sulla sua mobilità ci sarebbe da discutere.
Bonera – PUBE
A fidarsi di lui ci si rimette sempre: c’è gente che ha avuto la vita rovinata; eppure questo sabato sera (il nostro OTTAVO sabato sera) risulta uno dei nostri ossi preferiti. Va persino a tanto così dall’infilarsi nella cresta iliaca del Chievo – e credeteci, è il tipo di cosa che si sente.
Bocchetti – ASTRAGALO
Sì, è un osso del vostro corpo. Sì, è un titolare della vostra squadra.
Alex – CALCAGNO
Osso grosso, tozzo e non particolarmente sensibile. Normalmente, non dovrebbe vedere la palla. E infatti.
De Jong – MARTELLO
Nel primo tempo è di una pochezza disarmante, ma all’uscita di Montolivo gli scatta la gattusità: va nella sua fetta di campo preferita e ingaggia battaglia con i ferocissimi pandori.
Poli – CUBOIDE
Salve. Ben ritrovati in quella parte di pagella in cui diciamo che lui è fatto così, cosa vogliamo pretendere, anzi alla fine fa del suo meglio – un cuboide come lui.
Antonelli – STERNO
Quando è arrivato era un magnifico esterno – gli è bastato frequentare Milanello per iniziare a perdere qualcosa.
Montolivo – ALLUCE
“Perché io, valgo”.
Bonaventura – BACINO
Perché come si fa a non darglielo, a questo bravo giovane che ogni domenica (pardon: ogni sabato, visto che è l’OTTAVA volta quest’anno) si sbatte tra gli sguardi perplessi dei compagni.
Menez – IOIDE
Si annoia moltissimo e prova evidente disprezzo per i miserabili che si arrabattano confusamente attorno a lui: per fortuna ha un ricco mondo interiore nel quale si isola del tutto indisturbato.
Destro – PONDULO 
Come l’osso del quarto dito del piede (l’anulare del piede, se così si può dire) viene chiamato in causa pochissime volte – e anche quelle poche, non fa la differenza.
Cerci – OSSO LACRIMALE
Sia noi che Inzaghi lo abbiamo visto caldissimo quando è sembrato che la sorte gli negasse i consueti 13 minuti di partita. Invece, niente come al solito.
Honda – INCULIDONEONE
Che è più o meno l’espressione che abbiamo formulato quando, assolutamente dal nulla, ha colpito la traversa all’inizio del secondo tempo. Ma va anche detto che il Chievo l’avrebbe scandita con maggior forza qualora il pallone fosse entrato.
Pazzini – COCCIGE
Ovvero: ce lo abbiamo – ma vigliacco se serve a qualcosa.

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