Chievo-Milan 1-1, 7 aprile 2002. Le ultime giornate del campionato 2001-2002 furono particolarmente deliranti per il tortuoso accavallarsi di partite decisive per la zona retrocessione (Piacenza, Verona, Brescia, Udinese), per la zona scudetto (Inter, Juventus, Roma) e soprattutto per la zona Champions (Bologna, Milan, Chievo e Lazio tutte in lizza per un posto solo). Alla quintultima giornata il Milan fece visita per la prima volta nella sua storia al Chievo dei miracoli, un dispositivo infernale messo a punto da Gigione Delneri, che all’epoca si scriveva ancora Del Neri con lo spazio in mezzo, prima che lui stesso chiarisse definitivamente la questione. Mesi in cui si discuteva realmente se fosse più forte Eriberto o Manfredini, e si accarezzava l’idea di importarli entrambi in Nazionale, mentre Marazzina e Corradi erano ormai nel pieno mirino delle grandissime. Il Milan passò in vantaggio con Inzaghi e fu raggiunto a metà primo tempo da Fabio Moro, prima che l’arbitro De Santis annullasse qualsiasi velleità dei veronesi pilotando la gara verso un tranquillo 1-1, completando il lavoro già iniziato all’andata dal delittuoso arbitraggio di Graziano Cesari. Quanto era importante quel quarto posto che ci porterà a Manchester!
Chievo-Milan 3-2, 26 ottobre 2002. Il primo sorprendente scivolone del Milan di Ancelotti, quello vero, che vincerà la Coppa a Old Trafford e in quell’autunno sembra essere diventato una specie di Paradiso Terrestre in cui si esprime a livelli celestiali persino Rivaldo. Non è così e scopriremo presto che il Milan ancelottiano in campionato tende a improvvisi e ripetuti abbiocchi, che pregiudicheranno quasi sempre la corsa allo scudetto (tranne che in un’occasione, il 2003-2004). Ancora le truppe giallognole di Gigione Delneri, rinforzatesi addirittura con Bierhoff, ci sbarrano a sorpresa la strada in questo pigro sabato pomeriggio. Salta fuori un altro dei grandi tormentoni di quell’epoca, tramandatosi inesorabilmente fino a oggi: i gol di testa. Ne prendiamo tre, il primo su calcio piazzato con lo zoppo Marazzina che sfugge a Nesta; gli altri due su azione, con Bierhoff e Cossato liberissimi di colpire a sei metri da Dida, con Kaladze in una delle sue versioni più frustranti. Caramellina finale per l’espulsione di Pirlo, già ammonito e colto da Racalbuto in una poco commendevole simulazione.
Chievo-Milan 0-1, 28 novembre 2004. Inizia qui tutta una lunga serie di 0-1, punteggio che si perpetrerà negli anni con i gol di Jankulovski, Seedorf, persino Muntari in una drammatica partita di martedì sera con Allegri costretto a far debuttare in serie A da titolare De Sciglio. Questa del 2004, in piena Calciopoli prima ancora che si sapesse di Calciopoli, è famosa non solo per il puntuale gol di Crespo ma soprattutto per una strepitosa parata di Dida: punizione di Baronio dai 30 metri, leggera deviazione in barriera, il Panterone già in volo riesce a modificare la posizione del corpo e vola a toccare la palla con la punta delle dita. Istantanea di una fase storica in cui Dida era probabilmente il più forte portiere al mondo, superiore anche a Buffon, prima che i fumogeni della Nord interista lo rimbecillissero profondamente.
Chievo-Milan 1-2, 25 ottobre 2009. Tra tutti i Chievo-Milan questo è sicuramente il più grottesco e surreale, perfetto paradigma dello squinternato Milan di Leonardo che pure arrivò a tanto così dal colpaccio. Per 70 minuti è un Milan imbarazzante, in balia di una squadra pur sempre allenata da Di Carlo, che passa già dopo 7 minuti con il cagnaccio Pinzi (per dire). Pellissier si divora il 2-0 di sinistro, poi le azioni si fanno via via più confuse e rabberciate, con mischioni omerici davanti a Sorrentino e ripartenze velocissime del Chievo, che però ha lo sguardo offuscato e inizia a cedere sulle gambe. A dieci minuti dalla fine, su gran cross di Pirlo, Borriello colpisce la traversa e Nesta è più veloce di tutti a segnare sul rimbalzo. Recupero: cross di Ariatti (!), colpo di testa da cinque metri di Granoche (!!) e respinta incredibile di Dida, che era già lo sciagurato Dida degli ultimi anni, eppure trova un riflesso portentoso e ancora oggi inspiegabile. Sul capovolgimento guadagniamo un corner: batte Pirlo e Nesta, ancora di testa sul secondo palo, trova la sua prima e unica doppietta in carriera. Vincere in rimonta con una doppietta di Nesta! E non fu neanche la partita più bislacca: meno di due mesi dopo sbancheremo Catania con una doppietta di Huntelaar al 93′ e 94′.
Chievo-Milan 1-2, 20 febbraio 2011. Nell’anno dell’ultimo scudetto passiamo al Bentegodi con una partita non esattamente limpidissima, condizionata per esempio dallo stop di braccio di Robinho nell’azione dello 0-1. Ibrahimovic è in giornata così così, e come da manuale dell’Allegrianesimo ci tocca soffrire contro qualsiasi scappato di casa, per esempio Gelson Fernandes (che pure in estate aveva castigato con la Svizzera i futuri campioni del mondo spagnoli), mirabilmente assistito dal guineano Kevin Constant. Ma ci pensa Pato, con un gol bellissimo, probabilmente uno dei suoi ultimi lampi da giocatore di calcio. Galliani si scatena in tribuna: sono tre punti che peseranno molto, in attesa dell’implosione – dopo tanto correre – dell’Inter di Leonardo (proprio lui).
Ok però andrebbe ricordata anche la sfida drl 2003 04 in cui Sheva raggiunse quota cento