La prestazione monumentale offerta contro la squadra della Città Eterna rimarrà imperitura nei nostri cuori. Impossibile non paragonare questa conquista di civiltà calcistica alle principali testimonianze della grandezza milllenaria di Roma. (…forse la proverbiale tendenza capitolina a sovrabbondare ci ha contagiati, inducendo un eccesso di enfasi – ma in fin dei conti, ahò, co’ sti chiari de luna, se non ora, quanno?)
Diego Lopez – VITTORIANO
Stasera non fa miracoli, anzi sembra stranamente pesante, come l’Altare della Patria – col quale ha in comune anche il fatto che i romani non lo vedono granché bene: forse per questo non tirano tanto in porta.
Abate – VIA APPIA
Lungo il suo tragitto, si incontrano ruderi della romanità: la Tomba di Gervinho, il Circo di Ljiajc, testimonianze di una civiltà che prima di Cristo ha lottato per il primo posto.
Paletta – TRINITA’ DEI MONTI
Si illudono di scalarlo con slancio gagliardo, ma l’aspetto inganna: è più ripido di quel che sembra.
Alex – COLOSSEO
Resiste alla massa di turisti che lo puntano, ma il bisogno di restauri è evidente.
Antonelli – OSTIA ANTICA
Forse un po’ fuori dalle rotte principali della partita, ma è valsa la pena vederlo.
De Jong – OBELISCO DI MONTECITORIO
Simbolico, ma un po’ statico. Dicono tra l’altro che il senatore sia stato il protagonista del tanto discusso voto di sfiducia a Inzaghi sul pullman, dopo la sconfitta con l’Udinese. Il rigore è veramente fiscale ma la sua entrata in area è spiacevolmente rigida, in una zona in cui da sempre un po’ di diplomazia è utile.
Poli – PIRAMIDE CESTIA
Anche dopo un sacco di tempo, continua a risultare piuttosto incomprensibile, ma ormai fa parte del paesaggio. Anzi, è sempre utile per chi ha bisogno di indicazioni: “Una vorta arrivato a Poli, adda ggirà a sssinìztra e in du’ minuti arìva”.
Van Ginkel – PONTE MILVIO
Questa sera, al di là del gol, si è vista un po’ di voglia e qualche giocata tre metri sopra il cielo: il cross a Bonaventura era perfetto. Cuoricini e lucchetti: scusa se ti chiamiamo scarso.
Bonaventura – CINECITTA’
Regala qualche flop in zona gol, ma il suo impegno è indiscutibilmente kolossal.
Honda – FONTANA DI TREVI
Con le mosse sinuose ancorché non esattamente guizzanti di un’Anitona, riesce a mandare a bagno i Marcelli della difesa giallorossa: due assist, e due tiri veementi che causano i tuffi di De Sanctis. Finalmente i suoi connazionali hanno qualcosa da fotografare – era da un po’. Brutto ipotizzare che sia la mancanza di quel francese a riportarlo in (dolce) vita, ma come diceva un altro monumento locale, a pensar male se fa peccato, però anvedi.
Destro – ISOLA TIBERINA
Isolato e abbastanza sconcertante fino al gol. Per scongiurarne un altro, Inzaghi lo toglie quando i giallorossi paiono sul punto di mostrare tutte le strade che portano a Roma. Chissà, forse fa bene: a una doppietta non saremmo pronti.
Pazzini – CENCIO
Accolto ormai da improperi come un cliente dello storico, volgarissimo ristorante di Trastevere, riesce comunque a distinguersi per un po’ di sportellate, specialità della casa.
Bocchetti – PIAZZA NAVONA
Nel vederlo entrare, come non pensare alla Fontana dei Quattro Fiumi, e in particolare all’espressione della statua scolpita da Bernini, il cui volto inorridisce alla vista di un’opera del rivale Borromini?
Mexes – SORA MARIA
…Impossibile non concludere il giro turistico con la tradizionale grattachecca.
magnifici come sempre