Milan-Lazio: le Pagelle Che Non Lo Erano

È stata una settimana veramente piovosa, perlomeno al Nord, e quindi adatta a una squadra che cade gentilmente dalle nuvole. I voti dei nostri ragazzi sono pertanto ispirati da piogge famose – mentre ci ripetiamo il mantra “Non può piovere per sempre”. E il lunedì mattina in cui appaiono le nostre Pagelle Senza Voti, appare anche il sole. Quindi, speriamo. Non costa nulla ed è tutto quello che possiamo fare.
 
Donnarumma – PIOGGIA D’ORO
I più perversi di voi si sgridino da soli: ci stiamo riferendo alla forma presa da Giove per raggiungere Danae, blindata dal padre, e – per Giove! – fecondarla. Come lui, Gigio non sa più cosa inventarsi per difendere la nostra porta: prende tutto quello che può, rimedia alle topiche dei compagni e anche alle sue medesime, quando per esempio in un’uscita avventata lascia la porta sguarnita, per poi andarla a richiudere. A dire la verità i laziali non lo chiamano in causa neanche tanto, il problema è che quando lo fanno è a colpo sicuro o quasi.
Calabria – NOVEMBER RAIN
Quando una radio passa il pezzo dei Guns’n’Roses (soprattutto in un mese, indovinate quale), fin dalle prime avvisaglie ci si prepara a uno strazio prolungato e senza scampo. Il pubblico quando vede Davidino in campo ha la stessa attitudine, e non importa se durante la partita gli capita qualche buona giocata insieme a errori dovuti al fatto che, ebbene, no, non è un campione, sorpresa. Non appena sbaglia qualcosa, San Siro si sgola come Axl Rose al pensiero che lei lo abbia potuto lasciare – quando semplicemente, si è resa conto con chi aveva a che fare, e forse avremmo dovuto farlo anche noi.
Romagnoli – LACRIME NELLA PIOGGIA
Sì, quando c’è, c’è. Ma il povero Duarte si ritrova in emergenza più di quanto dovrebbe, da solo contro attaccanti che la sanno lunghissima. Forse il problema è che si ritrova a fare da leader quando avrebbe ancora un po’ di cose da imparare. E tutto il suo valore rischia di andare perduto, come navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione.
Duarte – DILUVIO UNIVERSALE
In alto mare, ma veramente. Responsabile diretto dei due gol, quando riesce a cavarsela è perché sbraccia almeno quanto Musacchio, rischiando di emularlo anche nella doppia ammonizione. Se questo è il centrale che abbiamo preso dal Flamengo, tanto valeva provare Caldara. Tanto valeva tenere Zapata. Tanto vale impostare come centrale Kessié. Tanto vale far giocare i due liocorni.
TheoHernandez – FINANZIAMENTI A PIOGGIA
Quando arrivano entusiasmano, per i benefici visibili che producono al momento. Ed è difficile non entusiasmarsi quando parte in velocità pendolineggiando, e quando mette il pallone in area su imbeccata di Piatek per il gol. Però il calcio è un gioco pratico, e nell’analisi costi-benefici della sua partita bisogna mettere a bilancio anche il fatto che il primo gol della Lazio si sviluppa sulla sua fascia e il secondo pure, quando lui si era spinto in avanti. Bisogna decisamente investire meglio questo capitale.
Bennacer – LA PIOGGIA NEL PINETO di D’Annunzio
Per almeno un’ora è ovunque, davanti e dietro, sulle tamerici salmastre ed arse e sui pini scagliosi ed irti; gioca e recupera sui ginepri di coccole aulenti e sui centrocampisti avversari che credevano di aver vita più facile; regala sorrisi ai nostri volti silvani. Poi, tace. E finisce la favola bella che ieri c’illuse, che oggi c’illude.
Krunic – PIOGGIA ARTIFICIALE
Se lo analizzaste, scoprireste che è fatto di cristalli di ioduro d’argento, che fanno da nuclei di condensazione che fanno scendere gocce di calcio. Qualcosa fa, ma nessun barometro che si rispetti ci può cascare.
Paquetà – PIOGGIA DI FUOCO
È quella con cui il Signore distrusse le città di Sodoma e Gomorra per punire la perversione dei loro abitanti (Genesi 19,24), o con la quale nell’Inferno dantesco vengono puniti i bestemmiatori (certo è difficile ipotizzare che tale trattamento possa porre fine alla loro abitudine). Il rischio di unirsi a questi ultimi è dato dalla perversione con la quale Paquetinho fa l’esteta nelle situazioni di gioco in cui bisogna essere concreti. Oltre a mangiarsi un gol dalla stessa posizione in cui nel secondo tempo lo subiremo, innesca il primo vero attacco della Lazio ed è l’anello debole del centrocampo milanista. Forse può incidere solo nei secondi tempi.
Castillejo – PURPLE RAIN
Sontuoso e ispirato come mai lo si era visto prima, per una sera sembra Prince invece che Rovazzi. Ma siccome piove sul bagnato, il sogno svanisce presto e la nutria bionda abbandona la partita in un San Siro che vedendolo dolente e disperato si scioglie di tristezza come se stesse ascoltando una vecchia canzone.
Calhanoglu – PIOGGIA EQUATORIALE
Incredibile: ogni tanto viene letteralmente giù a secchiate, dopo di che sparisce, poi torna a imperversare e sembra poter affogare di giocate gli avversari. Rimangono negli occhi la sciabordata per Castillejo che porterà al gol, il suo calcio d’angolo salvato sulla linea da Strakosha, una discreta pacca centrale su punizione, un tacco volante e diverse giocate piacione ma anche sensate. Vista la gran buona vena, forse avrebbe potuto e dovuto essere più egoista e tentare di risolverla da solo.
Piatek – PIOGGIA ACIDA
In realtà, alla fine, fa quello che deve fare un centravanti: detta il passaggio in area, lo va a prendere credendoci e tocca visibilmente il pallone allungandone la traiettoria e causando l’autogol di Bastos. Ma quando il gioco si fa duro, si trasforma visibilmente in uno ione solfato.
Rebic – PIOGGIA DI RANE
Ovvero una delle piaghe d’Egitto con cui Nostro Signore decise di punire la zozzeria del Faraone – solo che ne pagarono le conseguenze tutti i tifosi della compagine bassorilieva. Il suo approccio alla partita è (…davvero, non sapremmo definirlo in altro modo) viscido. Forse il rospo Borini sarebbe stato più utile.
Leao – GOVERNO LADRO
Come purtroppo tutti noi, Pioli aveva creduto alle sue promesse elettorali. Lui ripaga la fiducia comportandosi come i Mattia Destro precedenti.

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