Per un Milan bello ed efficace quanto il Concerto del Primo Maggio, abbiamo evocato i più frequenti frequentatori dell’evento reso famoso dalla bandiera dei Quattro Mori – per cantare tutti insieme, anche quest’anno, Bella ciao all’Europa.
Donnarumma – ELIO & LE STORIE TESE
Dopo aver fatto vedere alcune delle cose migliori di questo conturbante spettacolo, improvvisamente decide di farne la satira. Così, pur essendo poco sollecitato, fa la caricatura dei colleghi sbagliando anche le cose più semplici, come quando corre nu pallone dentro all’area sociale, e sfugge a nu Gigione che lo vuole acchiappare. E così all’improvviso parte un tuffo in ritardo tipo Abbiati! E c’è spazio anche per lanciare un’invettiva contro il punizionismo. Ma forse, essendo l’unico vero lavoratore (minorile) di questa squadra, era giusto che il 1 maggio non lavorasse.
Abate – BANDABARDO’
Ogni volta, ogni volta, ogni volta, parte proclamando attenziò, concentraziò, ritmo e vitalità, devo dare di gas, voglio energia, metto carbone e follia (…e cross sul difensore). Ed è sempre così contagioso, eh! Che cosa strana, che un attimo dopo la sua uscita, inizia la rimonta sui ciociari.
Alex – CAPAREZZA
Nonostante quello che potreste pensare, non è per la pettinatura. Ma per il semplice motivo che, un po’ come ha fatto il rapper che è stato a lungo la punta di diamante del concerto romano, a un certo punto decide di cambiare aria e cambiare area: la nostra non fa più per lui, preferisce andare in quella dello schieramento avverso – dove, peraltro, si rende anche piuttosto utile, tra occasioni e assist di testa. Ma lo scquaquerone con cui avalla la fuga di Dionisi ci infila tragicamente nel tunnel del divertimento.
Romagnoli – NINA ZILLI
Tanto fataloneggiare, e ancora non si è capito bene per cosa.
De Sciglio – AFTERHOURS
Come la band di Agnelli (omonimo di quello che, si dice, lo vorrebbe alla Iuvenda) è all’ennesima partecipazione; né da essa né da lui ci si aspetta una performance spumeggiante, e forse è proprio lui la piccola iena che impalla Donnarumma sul primo gol. Pur non essendo più suoi estimatori (…spiace. Ma il suo Male di miele ci ha dato il diabete) gli va riconosciuto che cresce alla distanza, e mette pure in mezzo una quantità di palloni decorosi. Ma Quello che non c’è, è un tizio che ne raccolga uno.
José Mauri – ENRICO CAPUANO
Senza offesa – ma chi sarebbe, esattamente?
Kucka – ENZO AVITABILE
Te lo ritrovi ovunque, con i Bottari di Portico o i Co’ Sang, con Alpha Blondy o Manu Dibango, spostato sulla fascia, o in area da centravanti, o a fare da libero vecchia maniera: ovunque e sconclusionatamente – perché è suo malgrado l’emblema della confusione mascherata da generosità, o della generosità che assurge a confusione, chi lo sa più.
Montolivo – TIROMANCINO
Chissà com’era da vivo.
Honda – ALEX BRITTI
C’è, fa il suo piccolo, molto piccolo. Una bella rovesciata, due buoni recuperi. Senza infamia, senza lode. Non il massimo, ma nel cast c’è di ben peggio.
Bacca – MAURO PAGANI
Un classico del concertone è il momento in cui i presentatori, grazie ad autori #veramentebravi che gli scrivono testi #nonbanali, informano il pubblico che “Mauro Pagani ha scritto Creuza de mà con Fabrizio De André” – che ormai a Pagani glielo dicono pure alla dogana. Ecco, nel caso di Bacca i bravi presentatori ricordano immancabilmente che #hafatto16gol, mentre il resto dei nomi in cartellone, meglio lasciar perdere. E a fine concerto, tocca ammettere che sì, lui ha fatto un altro gol, gli altri artisti attorno no. Però quanta inefficacia complessiva, anche quando si sbatte più che può. D’altronde fare i capolavori senza un De André accanto non è facile.
Balotelli – SUBSONICA
Affogando per respirare, imparando anche a sanguinare al 95mo, nella partita che sfugge – è tutti i nostri sbagli. Gli déi del calcio lo stanno bastonando in modo implacabile, forse anche al di là dei suoi demeriti. Ma sarà così, in caduta libera in cerca di uno schianto, finché finalmente non capirà il perché di tanta nemesi. Se mai lo capirà.
Antonelli – PIERO PELU’
Entra in scena, e di colpo, finalmente, ecco el diablooouh!! Una scossa all’ambiente intontito, un gol da frontman leggendario. Questo è il giocatore che avrebbe potuto essere, non fosse sceso in campo troppe volte come un valletto di Raffaella Carrà.
Menez – MODENA CITY RAMBLERS
Entra, non ne imbrocca una; quando potrebbe – e dovrebbe – puntare l’area preferisce appoggiare al già obnubilato Montolivo, in definitiva riesce nella difficile impresa di aggiungere pesantezza al tutto, ma fermi tutti: si distingue per il gol su rigore – che è poi come l’immancabile Bella Ciao del gruppo più compañero d’Italia. E non importa se c’è un errore di fondo – perché nessuno lo fa notare, ma Bella ciao partigiano portami via sarebbe il canto del 25 aprile, non del 1 maggio – avete SBAGLIATO FESTA!!! Tanto varrebbe cantare Jingle Bells, mondo cano. Ma non importa, bravi tutti, bravo anche tu Geremia, pure tu puoi andartene a casa pensando di aver fatto quello che dovevi.
Luiz Adriano – POVIA
Ah, peccato che non si sia mai visto. Ci saremmo divertiti, no?