Siamo grati a Bologna-Milan per molte cose, ma ce n’è una che forse l’esito finale mette un po’ in secondo piano: aver risparmiato a quelli tra noi che annoverano dei sadomasochisti tra familiari e amici la visione della incommensurabile porcheria ricolma di mezze tacche che avvince la nazione – oltre tutto nel contempo siamo riusciti a evitarla schivando, grazie alla pessima reputazione del calcio, l’accusa di essere degli snob. Ma per sventare anche il più remoto rischio che oggi qualcuno vi rinfacci di essere delle specie di intellettuali che disprezzano quella mirabolante kermesse che ogni italiano ammodo adora come il Dio Anubi, eccovi Pagelle Senza Voti ispirate ai protagonisti della emozionante, irripetibile serata sanremese che il resto del Paese ha scelto di regalarsi mentre noi vivevamo 90 minuti di banale delirio.
Donnarumma – ROCCO TANICA
Quando è chiamato in causa nella Sala Stampa, è come vedere Einstein tra i mentecatti. E quando Gigio è chiamato in causa, è la stessa cosa: conosce i limiti di quelli che ha attorno, e coi suoi interventi li rende migliori di quello che sono.
Enorme no. Però sufficientemente grosso, via. Alla fine tra l’altro va a cantarle a Doveri, che negli ultimi 5 minuti di colpo ci vede come Amici.
Paletta – MICHELE ZARRILLO
Elefante e farfalla, a ogni partita sembra sempre più schizofrenico: a tratti giganteggia pulitissimo e puntuale in chiusure e anticipi, ma nei contrasti è di un’ingenuità sbalorditiva. Visto che avrà (di nuovo) tempo, si legga il manuale del difensore, specie il capitolo “Picchiare senza far fallo”. È il primo.
Romagnoli – MARCO MASINI
Quando si dice la sfiga.
Vangioni – FRANCESCO GABBANI
Come il giovane artista interprete di “Occidentali’s Karma”, assurge a oggetto misterioso. Non avremo mai ben chiaro né cosa ci faccia lì, né cosa facesse prima, ma dobbiamo riconoscerlo: abbiamo visto di peggio.
Kucka – BIANCA ATZEI
L’arbitro, come i critici musicali, lo prende di mira in modo deliberato, ma è anche vero che fino al momento dell’espulsione la sua prestazione sembrava scritta da Kekko dei Modà.
Locatelli – CHIARA GALIAZZO
Okay, non si può aver sempre l’X Factor.
Pasalic – GIGI D’ALESSIO
Inguardabile – eppure, premiato dalla vita. Di lui va detta una cosa: è deprecabile in ogni momento della partita, però sa trovarsi sempre al posto giusto: molto più di altri che in teoria valgono più di lui. E tutto sommato è per questo che alla fine si ritrova a fare il gol della vita proprio come Gigetto con Coconuda.
Non ne sappiamo molto (qualora si fosse perso questo dettaglio, stavamo guardando la partita) – sappiamo che è un illusionista giapponese, e dalla foto sembra che butti per aria delle piume. Bene, magari questa cosa in Giappone lascia sbalorditi – però onestamente ci aspetteremmo di più.
Deulofeu – ROBBIE WILLIAMS
Bacca – GABRIELE CIRILLI, FLAVIO INSINNA, ENRICO BRIGNANO
Dopo un minuto che sono sul palco, quello dei tre che a volte fa relativamente ridere dice a Conti: “Ah Garlo, sai ghe ce famo noi coi toscani? Se li fumàmo”. (applauso del pubblico, mondoschifoso). E la partita di Bacca è stata così, una di quelle cose che sai già dal primo minuto che citerai più volte Germano Mosconi – “Madòna se non bestèmio, varda”. E tuttavia, Montella ha ragione a puntare ANCORA su di lui: rassicura a tal punto i difensori del Bologna che nel secondo tempo finiscono per addormentarsi.
Ti vogliamo così, tamarro che seduce.
Poli – KEANU REEVES
Prende la pillola rossa, ed entra in una dimensione in cui è l’Eletto. Non dà tregua ai rossoblu sulla fascia sinistra, tiene la palla lontana dalla difesa, gioca persino un paio di palloni leggiadri. Nella scena finale annuncia che tutto è possibile. Caspita, come ha ragione.