Già nota alle cronache per aver ospitato quella faccenda dei Montecchi e dei Capuleti, tra meno di un mese la ridente Verona potrebbe essere teatro di una nuova tragedia in salsa shakespeariana, una specie di Otello in cui il motore dell’azione non è la gelosia ma più banali motivi di colore della pelle. Sabato 24 agosto è in calendario Verona-Milan, anticipo della prima giornata di campionato, e ci sono fondatissime ragioni per cui diventi la prima partita della storia della serie A interrotta per razzismo.
Forse non è necessario ricordare tutte le prodezze messe a segno negli anni dalla curva dell’Hellas, ma facciamo ugualmente un breve recap. Il 28 aprile 1996, in disaccordo con la società che aveva annunciato per la stagione successiva l’acquisto del difensore olandese e di colore Maickel Ferrier, la Sud espone un manichino nero impiccato, con sotto la scritta “Negro go away”. A far da cornice alla messinscena in due indossano un cappuccio bianco, mentre tutt’intorno in parecchi cantano “Noi non vogliamo giocatori negri”. Da lì in avanti è un profluvio di multe e multine per i buuu che subissano a intervalli regolari i Seedorf, i Thuram, gli Mboma di turno, finché il 13 maggio 2005 arriva la goccia che fa traboccare il vaso: gli insulti al senegalese Coly durante Verona-Perugia innescano una rissa tra i giocatori in campo. Con una decisione senza precedenti, il Giudice Sportivo squalifica il Bentegodi per un turno, facendo disputare a porte chiuse la successiva Verona-Salernitana. Senza citare tanti altri episodi di “discriminazione territoriale” (come da referto del Giudice) e altro ancora, come i graziosi tributi riservati a Vittorio Mero e Morosini e addirittura a Padre Pio, omaggiato in una trasferta a Manfredonia negli anni della serie C di un coro più demenziale che razzista (“Padre Pio terrone” – fa quasi ridere, dai).
Insomma, in questo bel quadretto – che, è bene precisarlo, riguarda solo la parte più becera della curva e non l’intera tifoseria dell’Hellas – il 24 agosto il Milan dei Balotelli, dei Muntari, dei Constant, dei Boateng, degli Zapata e dei Niang tiene a battesimo la prima del Verona, in uno stadio prevedibilmente tutto esaurito e traboccante d’entusiasmo per il ritorno in A dopo 11 anni. Ci sono tutte le condizioni per l’Incidente. I trascorsi non esattamente amichevoli tra le due squadre. Il fatto che la partita cada alla prima giornata, con conseguenze ancora limitate su classifica e obiettivi finali. Il fatto che si giocherà molto probabilmente di sabato sera, con gli occhi del mondo (o quantomeno dell’Italia) puntati sul Bentegodi. Naturalmente, i due precedenti in amichevole di Boateng a Busto Arsizio e Constant a Reggio Emilia. Il fatto che c’è un certo sentire comune che sfida i giocatori a ripetere un gesto del genere in un match ufficiale (“Seh, così sono bravi tutti – ma voglio vedere se lo farebbero in una partita di campionato”). Il fatto ulteriore che la partita cadrà tra l’andata e il ritorno del preliminare di Champions, con conseguente tentazione a risparmiarsi qualche minuto di fatica. Aggiungiamoci anche le parole flautate riservate a Verona da Balotelli ai tempi dell’Inter, gennaio 2010 (e quella volta si giocava in casa Chievo!). Se al Trofeo Tim l’idiozia isolata di non più di cinque-sei tifosi (di cui sono stato testimone oculare) ha sollevato tutto quell’immotivato polverone, volete che in quel coacervo di maestri del pensiero che è la curva dell’Hellas non ci siano trenta o quaranta cerebrolesi desiderosi di finire sui giornali?
Il tuo “recap”, per citare il terribile modo di definire un riassunto, è un orribile capolavoro di retorica sportiva.
Evidentemente i due scudetti persi grazie ai colori dell’Hellas bruciano ancora.
più che una provocazione la definirei un orribile capolavoro di retorica sportiva.
Evidentemente i due scudetti persi grazie ai colori dell’Hellas bruciano ancora.
Non potevo di certo aspettarmi, da un giornalista che cita Povia, un’analisi più lucida e costruttiva.
Oh beh, non ci resta che aspettare il 24 agosto. Ci giochiamo una birra?
(PS: non farla più grande di quel che è stata in realtà: al di là di trovarsi al posto giusto nel momento giusto, in quelle due occasioni i meriti dell’Hellas non furono poi così grandi, sia nel 1973 che soprattutto nel 1990, quando addirittura retrocesse la settimana dopo)
(Peraltro forse ti sfugge un dettaglio: retorica o no, i fatti contestati sono tutti realmente accaduti)
caro Giuseppe, dalla tua biografia leggo che hai iniziato a guardare il calcio nel 94, dopo Milan-Barcellona. Evidentemente certe passioni hanno bisogno di vittorie sicure. A me capitò lo stesso, ma guardando Giochi senza Frontiere.
Se invece vuoi parlare di calcio, beh allora beviamoci anche una birra media, ma prima ti consiglio di ripassare un po’ di Storia.
Nel ’73 la partita fu semplicemente epica (e ho un padre milanista che ancora ha le lacrime agli occhi mentre ne parla). Non te la descrivo perchè non ho sei mesi davanti.
Chiedete ai vostri nonni, chiedete a Google, chiedete a qualcuno che sappia raccontare le cose con emozione.
Nel ’90 il Verona era all’ultima spiaggia ma l’impresa fu grandiosa. Van Basten che si tolse la maglietta per protesta fu la perfetta fotografia di quel tracollo rossonero.
Ero con mio padre (sempre lui) allo stadio, mi alzai pieno di entusiasmo dopo il gol del pareggio di Sotomayor. Al gol di Pellegrini, il 2 a 1 finale, esultai con quel rispetto che si ha quando si vede una persona cara, vicino a te, soffrire.
Non importa se siamo retrocessi sette giorni dopo, caro Giuseppe (ti chiami come Povia, tra l’altro). Chi ama il calcio di Provincia suda, soffre, perde. Solo perdendo puoi apprezzare il calcio, perchè le gioie rare non le dimenticherai mai.
Ma è difficile farlo capire a tutti, soprattutto a chi è abituato solo a vincere.
Più in generale, ti consiglio di provare a usare un po’ più l’analisi critica e meno le meravigliose armi della retorica. So bene che 40 cerebrolesi possono essere nella mia Curva come in tante altre curve del Mondo, ma il modo in cui hai trattato l’articolo è semplicemente stupido. Avevi tante opportunità, hai scelto la più facile e sbagliata. Citando episodi controversi, distanti anni luce tra loro, sicuramente tanti errori dei tifosi dell’Hellas ma anche tanti sbagli di chi ha orecchie per sentire solo certi ululati.
Vi aspettiamo, nella Fatal Verona sperando vivamente di smentirti.
Ti saluto, sperando di averti dimostrato che un veronese può persino discutere in modo civile (pensa un po’, cosa capita in un martedì pomeriggio di fine luglio) pur rifiutando una scommessa di una birretta (pensavo che i milanisti bevessero solo radler, tra l’altro) su un tema piuttosto delicato come il razzismo e l’integrazione negli stadi.
Caro Carlo, apprezzo i tuoi ricordi da sincero tifoso Hellas, certamente distante anni luce dal becerume che alberga nella vostra curva, come del resto in tante altre curve italiane. Nonostante la mia giovane età, permettimi di ricordare qualche dettaglio sulle due storiche partite che citi. Nel ’73 il Milan salì a Verona completamente cotto dopo la battaglia contro il Leeds in finale di Coppa delle Coppe quattro giorni prima; tanto di cappello al Verona, ma forse sarebbe andata a finire in quel modo contro molte altre squadre. Quanto al ’90, beh, dimentichi un po’ di dettagli attorno a quella partita e al suo arbitraggio; dimentichi per esempio di dire il motivo per cui “Van Basten si tolse la maglietta per protesta”. Anni dopo Ferlaino ebbe ad ammettere che Rosario Lo Bello “era un arbitro che simpatizzava per le squadre del Sud”, e non aggiungiamo altro.
Detto ciò, se leggi con attenzione la seconda parte del post, noterai che nel mio disegno di scenari futuri (a scopo evidentemente provocatorio, come del resto hai notato anche tu), tiro in mezzo anche il Milan, quando dico che potrebbe essere tentato di forzare la mano visto che Verona-Milan cade in mezzo al delicatissimo preliminare di Champions. La nostra posizione sul caso-Constant del resto è stata piuttosto chiara, e puoi leggerla da te in un post della scorsa settimana: non bisogna prendere a pretesto uno o due infelici che fanno buuu per sospendere una partita o uscire dal campo. Altro discorso è quando questi infelici diventano 20 o 50 o 200. Vedremo che succederà il 24 agosto; io onestamente temo il peggio, anche perché la ritrovata visibilità dopo 11 anni senza serie A potrebbe tentare non poco la parte più stupida dei vostri tifosi.
Detto ciò, conoscerai meglio di me la triste colonna sonora che tocca spesso ascoltare al Bentegodi quando l’Hellas gioca in casa, come del resto tante altre belle pensate degli intellettuali che albergano in quella curva. Quanto a “certi ululati”, gli sbagli li commette solo chi quegli ululati li fa, non certo chi li ascolta.
(Quanto alla parte sulle vittorie, anagraficamente non ho armi per risponderti, per ovvi motivi; il mio compagno di blog potrà però raccontarti di aver vissuto in prima persona la buia epoca-Farina, e le due retrocessioni, e la notte di Milan-Waregem, dicembre di quel 1985 tanto caro a voi veronesi)
non ho nulla da ridire, solo una precisazione: chiaramente gli sbagli li fa solo chi li commette, ma lo sbaglio è doppio quando qualcuno ascolta solo quello che vuole ascoltare, o addirittura amplifica episodi anche quando non esistono.
Cito l’episodio di Coly, ad esempio, fu imbarazzante il modo in cui aizzò i tifosi dal primo all’ultimo minuto. Era chiaramente una tattica studiata a tavolino, e sai bene che è molto più facile che cada nel tranello un ignorante che un laureato a Oxford, soprattutto quando si scatenano le dinamiche di gruppo.
Su Lo Bello: trovare un esempio di un arbitraggio infelice per il Milan è cosa rara, qualche amico fiorentino penso abbia ancora una certa adrenalina addosso per quello che è capitato quest’anno, ma sono d’accordo che i Lo Bello, padre e figlio, abbiano fatto una discreta serie di danni distribuiti in modo poco omogeneo. Mio padre ricorda il loro nome con la stessa convinzione con cui in Chiesa si rinuncia a Satana.
Sulla buia epoca Farina: un altro veronese che ha vi ha mandato in crisi, verrebbe da dire!
Sulla colonna sonora della Curva, ti assicuro che sono ormai diversi anni che una buona parte dei tifosi ha messo in minoranza chi ha commesso errori. Però, converrai con me, fa molta più notizia un ululato stonato di novantanove voci intonate.
Mamma mia che fiera nauseabonda di luoghi comuni !
Parli senza sapere, poi Coly …. ma tu c’eri o l’hai letto su Repubblica o L’Unità ?? Sempre assedio per gente vuota come voi.
Hellas nei secoli
Oh beh, spiegacelo tu allora.
Tutta la partita a commettere fallacci e provocare la tribuna ovest. Peraltro aveva l’espressione come quella dei cavalli al drappo prima di scattare per il palio di Siena. Più ché il calcio in farmacia (per citare Zeman), era tra i ragazzi dello zoo di Berlino.
Sempre /=\ Hellas
Ah, dimenticavo scrivi che sei pugliese: ma non riesci ad avere nel cuore un’unica squadra, quella della tra Terra? Cazzo di bisogno hai di intristirti a tifare squadre che niente hanno a ché fare con la tua Terra? Forse xche non sopporteresti vederti a giocare contro il Marcianise o il Pescina Valgiovenco, ma vuoi accostarti solo al Barca o al Chelsea??? Più passa il tempo e più, vedendo certe miserie, sono orgoglioso di essere dell’Hellas Verona (e solo dell’Hellas Verona…!).
Tu torna a scrivere castronerie e luoghi comuni sul presunto razzismo dei veronesi, un giorno ti accorgerai ché con il vs. politically correct finirete divorati da maghrebbini, nigeriani e albanesi.
Ho la vaghissima sensazione che più continui a scrivere, più dai di te stesso un’immagine non esattamente memorabile. Quindi continua pure.
Basta che prima di scrivere sui veronesi ricorrendo alla retorica più piatta del mondo ci rifletti un attimo in più. Magari ciò che gravità attorno a te è appena un filino meno banale del tuo mondo tristemente omologato. Ciao soldatino del nulla.
Giuseppe, ti è andata bene!
Nel senso della birra.
😉