(di Federico Dask)
Ce lo meritavamo, cari amici in rosso e nero.
Se lo meritava il popolo casciavit che non aveva potuto perdere la testa l’ultima volta che avevamo dato quattro pappine alla Juve in tempi di lockdown e che non si godeva una vittoria in presenza fra le mura amiche con la Banda Bassotti dai tempi dello scaldabagno di quel Manuel Locatelli oggi schierato – ahilui – con la maglia dai colori tristi.
Se lo meritavano quei tifosi avversari che, dopo anni di bagordi e presunzione, zuzzurrellando in giro per le nostre belle tribune, stavolta sono stati avvistati mentre abbandonavano gli spalti fin anche al 55esimo dopo il secondo gol. Momenti che vorresti non finissero mai, di quelli che valgono come un gol segnato in più.
Se lo meritava il povero San Siro, che di questi tempi non si capisce mai quante di queste serate potrà ancora vivere, dicono sia ormai un impianto insostenibile. Eppure oggi, a larghi tratti, sembrava potesse risolvere la crisi energetica globale per quanto splendeva di luce propria sotto al nostro cielo, mentre al suo interno sembrava di stare nell’ombelico del mondo.
Se lo meritavano i nostri ragazzi, anche e soprattutto i meno celebrati Matteo Gabbia e Tommasino Pobega. Legna e sudore e sacrificio con tutta la pressione del mondo addosso. Se lo meritava quel folletto andaluso che ha candidamente ammesso di aver sognato fin da piccolo di togliersi la maglia in un’occasione simile. Se lo meritavano Isma e Sandro, Fik e Pierino, Rafa e Theo. Cavalieri templari rossoneri, cresciuti un giorno alla volta ed ora insostituibili pezzi pregiati nella scacchiera, alla faccia dei bilanci in rosso e delle campagne acquisti faraoniche, retaggio di un tempo ormai nebuloso e quasi desueto.
E sì, siamo clementi, lo meritavano anche i gufi e gli sciacalli, usciti come porcini a mezza costa dopo l’acquazzone londinese. Nella speranza che ci si ricordi da che decennio veniamo e quanta acqua è passata sotto i ponti sportivi e umani di questo nostro AC Milan. E che se da qualche tempo la norma delle figure misere sta ritornando nuovamente ad essere eccezione è anche grazie all’enorme credito che questa società tutta si dovrebbe essere meritata anche e soprattutto dalla propria fan base.
E infatti stasera soprattutto lo meritava Stefano Pioli, che in barba a tutto e tutti, ha fatto scelte forti – di quelle che possono costarti caro in un momento simile – e ha avuto non ragione, ma ragionissima. Mettendo le basi emotive e tattiche per un grandissimo rematch infrasettimanale tutto da gustare, che chi ha vissuto la serata amara di Stamford Bridge merita di vivere e poi sia quel che sia.
Che bella la vita quando vince il nostro Milan.