Come se non bastassero la crisi economica, i politici ladroni, l’elezione del Presidente della Repubblica e Napolitano che sgambetta Rodotà, la morte di Giulio Andreotti ci ha riportato per l’ennesima volta indietro nel tempo al maledetto 1992 delle stragi di mafia e dei complotti di palazzo, quelli foscamente dipinti nel Divo da Paolo Sorrentino (del quale è peraltro in uscita il prossimo film: ci congratuliamo con l’ufficio stampa per la fortunata coincidenza). Sembriamo tanti isterici Bill Murray, tutti intrappolati nello stesso Anno della Marmotta – che poi, tra l’altro, sapete in che anno il meteorologo Phil rimaneva incastrato nel ridente paesino di Punxsatawney, Pennsylvania? Nel 1992! Argh, non ci resta che farci trasportare dalle procellose correnti della storia e del destino, e approdare anche noi sulle solite spiagge. Un folle pomeriggio di fine estate, ovviamente 1992.
Seconda giornata di campionato ed è già scontro al vertice: si battono il Milan Invincibile di Capello, di cui in passato abbiamo parlato a sufficienza, e il rutilante Pescara di Giovanni Galeone, che all’esordio ha addirittura sbancato l’Olimpico sponda romanista, 1-0 gol di Nobile. Galeone a Pescara è una specie di semi-dio, solo parzialmente oscurato negli ultimi mesi dall’exploit di Zeman: se fate un salto nella città del Delfino troverete parecchia gente disposta a sacrificargli la propria progenie o quantomeno a costruirgli monumenti equestri . Grande viveur e grande figli’e’ndrocchia, Galeone ha portato il Pescara in serie A per ben due volte, nel 1987 e nel 1992, sempre sciorinando calcio effervescente.
Sono anni grassi per il calcio italiano, in cui persino un Pescara può permettersi un titolare della Nazionale campione d’Europa (il difensore danese Sivebaek, non esattamente Beckenbauer). Ma quel che succede nei primi 45 minuti di quella partita è qualcosa che va oltre la più sfrenata opulenza. Reduce da una brillante ma sfibrante vittoria in Olanda con la Nazionale, la difesa tutta italiana Tassotti-Maldini-Costacurta-Baresi va in barca totale già dopo pochi secondi. Cross da destra di Massara che taglia tutta l’area e trova sul secondo palo, puntuale all’appuntamento, niente meno che il 25enne Massimiliano Allegri: 1-0. Spumeggiante in attacco, il Pescara è un colabrodo in difesa, dove la linea Sivebaek-Nobile-Righetti-Mendy non azzecca un fuorigioco e sembra uno di quei metri snodabili da falegname. Maldini pareggia già al 3′, correggendo al volo in rete un corner di Donadoni; Lentini perfeziona il sorpasso al 6′, con una spettacolare rovesciata da centro area su cross di Savicevic. Fa un gran caldo e i colpi di sole abbondano, compresi i portieri, i non irresistibili Savorani e Antonioli – chi ha buona memoria sa a quale triste sorte andrà incontro quest’ultimo, in un derby di pochi mesi dopo.
Si va avanti al ritmo di un tiro un gol, come se fosse una gigantesca sessione di calciobalilla. All’11’ una stangata su punizione di Nobile incoccia sulla coscia di Baresi, Antonioli è pigrissimo a reagire e viene bucato ancora: 2-2. Altro giro altra corsa: al 14′ sempre l’indiavolato Max calcia senza paura da fuori area e trova di nuovo la deviazione, stavolta di spalla, di un Kaiser Franz in chiaro imbarazzo. Antonioli è ancora nel mondo dei sogni: 3-2. Pescara sembra Saigon: le nostre truppe corazzate cadono come mosche sotto il fuoco degli imprendibili vietcong abruzzesi. Al 23′ un imbesuito Maldini centra in pieno Eranio in scivolata, aprendo a Massara l’autostrada per la gloria: il telepass Antonioli lo accoglie offrendo amichevolmente pasticcini, 4-2.
Che bella squadra, il Pescara! Se solo prevedesse una qualche marcatura – a zona, a uomo, ad antifurto – per il miglior giocatore al mondo… Al 38′ Donadoni pesca Van Basten beatissimamente solo a centro area; il Cigno è libero di prendere la mira e freddare Savorani con la collaborazione dei difensori biancocelesti, che forse l’hanno scambiato per una scultura del Bernini (come dargli torto). Ancora più commovente è il pezzo di bravura di del Marco – decisamente una moneta forte – due minuti dopo: Savicevic lancia lungo e MVB sbuca alle spalle della difesa con un controllo di palla semplicemente poetico (potete ammirarlo all’istante 2:08 del video qui sotto), prologo all’inevitabile tocco del 4-4. Quindi, con la vista ancora offuscata da tanta luccicanza, tutti negli spogliatoi a bere granite.
L’afa settembrina abbassa drasticamente il ritmo nella ripresa, e il resto lo fanno le tossine accumulate in settimana dai tanti nostri campioni (otto dei quali impegnati nella stessa partita, l’Olanda-Italia di cui sopra). Autonomia ridotta e fiammata ben assestata: succede al 73′, quando Rijkaard trova in profondità Van Basten come sempre dimenticato dall’ignobile difesa abruzzese. Marcolino attira a sé Savorani e scucchiaia con la scioltezza e la facilità del babbo che porta al parchetto i figli il sabato pomeriggio (la domenica no, ché gioca il Milan). Poi finalmente termina questa ridda infernale, con gli ultimi confusi e inconcludenti assalti alla baionetta del Pescara, destinato a un’ingloriosa retrocessione a causa delle sue voragini difensive.
Quanto al Milan, è una partita istruttiva, la cartina di tornasole di quella che sarà in fin dei conti l’annata peggiore del triennio 1991-94: una squadra che ha definitivamente messo da parte le utopie di Sacchi, affascinanti ma alla lunga insostenibili, per diventare una specie di collezione privata o negozio di articoli di lusso, tutti splendidamente messi in vetrina davanti a milioni di persone. Oggi ci consumiamo le unghie di fronte alle rudezze del trio Nocerino-Muntari-Flamini; che oggi sia il 1992, in fondo, è solo un’illusione.
PESCARA: Savorani, Sivebaek (46′ Alfieri), Nobile, Dicara, Righetti, Mendy, Ferretti, Allegri, Borgonovo, Sliskovic (46′ Palladini), Massara – All.: Galeone
MILAN: Antonioli, Tassotti, P. Maldini, Eranio (56′ Massaro), Costacurta, Baresi II, Lentini I (46′ Evani), Rijkaard, Van Basten, Savicevic, Donadoni – All.: Capello
Reti: 1′ Allegri (P), 3′ P. Maldini, 6′ Lentini I, 11′ e 14′ aut. Baresi II, 23′ Massara (P), 37′, 39′ e 73′ Van Basten
Arbitro: Ceccarini