Atalanta-Milan 2-1: le Pagelle Che Non Lo Erano

In omaggio a Cesarone, le Pagelle Senza Voti di Atalanta-Milan chiamano in causa dei Cesari importanti quasi quanto lui, nella speranza francamente vana di ispirare i nostri giocatori a costruire un impero.

Donnarumma. CESARE MUSATTI.
Come il filosofo veneto nato nel 1897, che a causa di una serie di circostanze finì per portare la psicanalisi in Italia, sta accumulando sufficiente materiale per approdare a una superiore conoscenza dei misteri della mente umana, delle paure ancestrali che spingono uomini grandi e grossi a scappare quando vedono un piccolo Papu in area, o delle aree critiche dei meccanismi di difesa – che come insegna Freud, proteggono l’io da eccessive richieste libidiche. La domanda è: chi sta facendo richieste libidiche a Zapata? E quante diottrie si ritrova?
Abate. CESARE BORGIA.
Come il nobiluomo cui Machiavelli pensava di dedicare il suo best-seller machiavellico (Il Principe), fa il cardinale, il generale e lo strangolatore: si batte, litiga, trama, si mostra più spregiudicato di tutti quelli che lo circondano – ma finisce malissimo. Machiavelli con disinvoltura lo dedicò al capitano di un’altra squadra, il centravanti dei Medici, club che aveva lo stadio di proprietà.
Zapata. CESARE DA SESTO
L’allievo di Leonardo Da Vinci iniziò a dipingere il Polittico di San Rocco – il santo patrono del difensivismo. Lo lasciò incompiuto.
Romagnoli. CESARE CREMONINI.
Il suo rapporto con i partner difensivi è difficile, ma quello con Zapata sembra il più complicato in assoluto. Lo guarda e gli dice: “Non succede quasi mai a due come noi, di credere che sia possibile trovare un complice in questo disordine”. Zapata sente il carico di responsabilità che deriva da questo sentimento, e si fa ammonire – giusto in tempo per sentirsi dire: “Se già ci apparteniamo poi, dopo che succede? Vorrei scavarti l’anima, raccontarti che si vede. Non voglio dalla vita una storia qualunque, ho fatto un paio di progetti, chissà se basta”. Ed è in quel frangente, che Papu Gomez si ritrova da solo in area, perché si sa che quando la coppia ha problemi sono i più piccoli ad andarci di mezzo.
Antonelli. CESARE BATTISTI.
Non nel senso del patriota impiccato dagli austriaci – ma del suo omonimo, latitante.
Bertolacci. CESARE CADEO 
Fa male ammetterlo, ma la Storia ci impone, a tratti, figure più inspiegabili di altre, davanti alle quali il buonsenso arretra impotente, e sospettare che qualcosa di losco le abbia portate al proscenio non consola.
De Sciglio. CESARE PREVITI
Tutti paiono concordi nel pensare che meriti una condanna, invece no, a essere condannati sono altri, che pare impossibile possano essere più colpevoli, mentre lui viene riproposto a dispetto dei santi, e può considerarsi già senatore. Per quanto sia povera la nostra rosa, nessuno ci potrà convincere che il più stupido, pigro e sopravvalutato dei nostri Primavera non possa fare meglio di quello che gli stiamo vedendo fare da anni. Probabilmente, così come Galliani è in grado di svelare cose che possono rovinare l’intera famiglia Berlusconi, anche lui sa qualcosa di tremendo, che potrebbe rovinare qualcuno. Chissà chi. Forse, il ristorante Giannino.
Montolivo. CESARE PAVESE
Verrà la morte e avrà i suoi occhi. Ma la buona notizia è che non verrà esattamente a spron battuto.
Bonaventura. CESARE BECCARIA
Se anche lui è intenzionato a scrivere il basilare trattato Dei delitti e delle pene, siamo certi che con le pene è a buon punto. Circola per il campo senza intendersi con un solo compagno, non gli riescono le giocate, ha smarrito del tutto quella autorevolezza che si era guadagnato all’interno della squadra. Se riuscissimo a bruciare pure lui, sarebbe un altro dei nostri delitti.
Bacca. CESARIA EVORA
Incede lentamente intonando canzoni di tristezza, malinconia e desiderio, che sono peraltro le armi con le quali crea le principali angustie ai difensori atalantini.
Luiz Adriano. CESARE RAGAZZI 
Continua a non essere del tutto chiaro cosa sia accaduto ai suoi capelli, ma per qualche tempo crediamo ai suoi inserti pubblicitari; poi purtroppo i nostri follicoli, a centrocampo, gettano la spugna, e Mihajlovic lo spazzola via.
Balotelli. CESARE ZAVATTINI
Gioca qualche pallone sensato, e trova persino la porta su punizione – con un tiro a mezza altezza che onestamente, nemmeno Sportiello può lasciar entrare. Nessuno si aspetta che segni (e infatti), però rispetto alle ultime prestazioni sembra un giocatore di calcio: Miracolo a Milano.
Menez. CESAREO
Come il componente laconico di Elio & le Storie Tese, sceglie di non farsi particolarmente notare perché tanto ci sono già gli altri a fare lo show, giusto?
Poli. GIULIO CESARE
Vittima di un complotto, cade vittima di ventitré pugnalate: voi non le avete viste perché gliele hanno inferte alle Idi di Marzo – non siate sciocchi, chi ha detto “Dovevano dargliene quarantasei”, non si dicono queste cose.

 

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