La fine dell’adolescenza e il rinvio dell’età adulta

(di Francesco Albizzati)

L’adolescenza termina quando i sogni si infrangono, quando la realtà bussa alla porta e ti presenta un conto totalmente diverso da quello previsto.
La fine dell’adolescenza è la rassegnazione al fatto che, spesso, si dá molto di più di quanto si possa ricevere.
Che il mondo da soli non lo si solleva, né tantomeno lo si cambia.

La mia adolescenza terminava così il 13 maggio 2012, giorno dell’addio dei senatori del Milan degli Ancelottiani. Il mio Milan, quello che mi aveva accompagnato dalle elementari in poi. Quello per cui mi era concesso di rimanere alzato un po’ di più il mercoledì sera, per ammirarne le gesta in giro per l’Europa.

Era finito male quel sogno. Quella squadra terminava la stagione 2011-12 con un pesante torto arbitrale e con una serie di prestazioni che poco si confacevano al decantato Milan di cui sopra.
Nel giro di qualche settimana, oltre ai senatori avrebbero fatto le valigie anche due dei nuovi pilastri, Ibra e Thiago Silva. Un bel gioco interrotto sul più bello.
Pian piano il Milan entrava nella cosiddetta Banter Era, periodo di carneadi e di improbabili (anti) eroi. Di panchine che giravano come la ruota della fortuna, ma mai una volta che la sorte si fermasse sullo spicchio più ricco. Di comprar vocali, poi, manco a parlarne. A posto così, competitivi, dicevano. E via di stagioni mai cominciate, buttate via, inutili.

Perché tutto tornasse com’era, tutto doveva cambiare. O meglio: buona parte doveva cambiare, qualcosa (e qualcuno) doveva ritornare.
Sono cambiati i giocatori, ma Ibra è dovuto tornare.
Son cambiati i dirigenti, ma Paolo è dovuto tornare.
Zvone prima di tutti aveva capito il meccanismo di questo gioco perverso e proprio in virtù di questo, si è sacrificato.
È cambiata la proprietà, dopo che si pensava non sarebbe più cambiata.
Un uomo, pescato dal mazzo delle scartine, ha dovuto conquistarsi la fiducia e lottare per rimanere al suo posto, dimostrando così la sua diversità.

Ora qualcuno parlerà di favola e forse in un certo senso lo è, perché di morali in questa vicenda ne possiamo trarre quante vogliamo.
L’adolescenza è finita da un pezzo, ma forse – per una notte e forse mai più – l’età adulta è rimandata.
Dopo l’ultimo coro, dopo l’ultimo abbraccio. Lasciateci sognare, lasciateci rinviare.

 

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