Serenata Pep

New York, esterno giorno, da qualche parte vicino Central Park. Un uomo non più giovane percorre a capo chino un lungo viale alberato, trascinando un grosso trolley. E’ appena sbarcato all’aeroporto JFK, ha una missione da compiere e, ligio com’è al dovere, si è subito messo al lavoro senza neanche passare in hotel.
Giunto a destinazione, scruta il citofono in cerca del suo uomo. Lo individua e pigia con aria risoluta.

Bzzzzzz!
Pep (al citofono): Sì.
Adriano: Hola. Yo soy Adriàn…”
P: Per qué parles en espanyol? Vostè no sap que jo sóc català?
(clic)

(merda) (Adriano non si perde d’animo. Impugna l’iPhone, va su Google Translate e digita “Salve, io sono Adriano Galliani, l’amministratore delegato del club più titolato al mondo”)

Bzzzzzzz!
A: Hola, sóc Adriano Galliani, conseller delegat del club més reeixit del món.
P: Ah ah ah, pelatòn! Era una burla, io parlo italiano meglio di Nocerino.
A: Ah sì?
P: Beninteso. Ho trascorso due anni nel vostro Paese e maneggio speditamente la lingua. Inoltre posseggo discrete nozioni di vernacolo fiorentino, romano, siciliano e napoletano perché sono un uomo estremamente colto e ho letto tutti i classici: Boccaccio, Trilussa, Camilleri, Luciano De Crescenzo.
A: Bene. Vengo al dunque: sono qui per farla firmare con il Milan, il club più titolato al mondo.
(clic)

Bzzz! Bzzzzzz!
A: E’ caduta la linea. Dicevo: sono qui per farla firmare con il Milan, il club più titolato al mondo.
P: Mmm.
A: Naturalmente siamo disposti a fornirle le massime garanzie progettuali ed economiche, a cominciare dalla campagna acquisti.
P: Ciò è rimarchevole.
A: Su, faccia qualche nome.
P: Fabregas. Iniesta. Piqué.
A: Ok ok. Ora faccia qualche nome.
P: … Pedrito?
A: Ottima idea, ma in quel ruolo pensiamo di essere coperti.
P: Non mi risulta, l’unico attaccante decente è El Shaarawy. Pazzini non sa giocare un pallone sotto il ginocchio, non m’interessa. Robinho non lo fanno più entrare neanche nei peggiori bar di Caracas. Pato è più fracico de mi nonna.
A: Abbiamo appena comprato Niang e Bojan, siamo a posto così.
P: Bojan?
A: Al limite Borriello.
P: Bojan.
A: Bojan.
P: Marianna cane, Bojan! Come avete fatto a trovarlo? Ero sicuro di averlo abbandonato legato al guard-rail dello svincolo autostradale di Badalona Sud.
A: Abbiamo ottimi osservatori.
P: Comunque soprassediamo, per me i top player sono trascurabili. Conta l’identità, lo spirito di gruppo, la cantera. U capisti?
A: Naturalmente. Da due anni stiamo investendo pesantemente nel settore giovanile.
P: Oh, magnifico! E dimmi orsù, chi sono i nuovi Baresi, Maldini, Costacurta?
A: Beh, De Sciglio non è affatto male.
P: De Sciglio.
A: De Sciglio.
P: Ma contro l’Inter nell’azione del gol vagava cieco per l’area piccola come l’indovino Tiresia! Ma che stamo a giocà a cojonella?
A: Perlitalia èunmomentodifficile serveunaleggesuglistadi ilfairplayfinanziariociammazzerà rumoredifondorumoredifondo.
P: No caro amico, non sono d’accordo, tu parli da uomo ferito. Ma mi adatterò. L’Italia è una terra meravigliosa, dopotutto. Hai letto Elizabeth Spencer? “Chiunque ha un sogno dovrebbe andare in Italia. Non importa se si pensa che il sogno è morto e sepolto, in Italia si alzerà e camminerà di nuovo.”
A: Sì, tipo Pato.
P: A proposito, immagino che abbiate già iniziato ad allestire una sala lettura, ove ritemprarmi lo spirito e le membra. So che il mio futuro Presidente è un grande bibliofilo, dietro ogni suo discorso vedo sempre delle splendide librerie. Qual è il suo scrittore preferito?
A: Eh uhm… come si chiama… ah sì, ERASMO DA ROTTERDAM!
P: Poffarre! Molto bene. E non sto certo dimenticando il buon cibo italiano.
A: Ovviamente! Andremo tutte le sere da Giannino.
P: Da Giannino.
A: Da Giannino.
P: Ma da Giannino è quel posto dove due spaghetti aglio e olio costano trentacinque euro e sanno di mocassino? In un momento così delicato per l’economia occidentale, non vi sembra di lanciare un messaggio devastante? Adriano, nove euro di coperto!
A: Non è vero!
P: Come no, ho visto il menu su Internet. Non ci sono ristoranti spagnoli a Milano?
A: Penso di sì, ma sono pieni di hipster e comunisti in bicicletta. Non possiamo portarci il Presidente.
P: Mmmh, capisco Adriano. E va bene, vada per Giannino, il Presidente è importante, svolge un ruolo di rappresentanza.
A: Beh veramente…
P: Cosa.
A: Non so se ha sentito le ultime notizie. Non si ricandiderà al Governo e quindi avrà molto più tempo libero da dedicare alla squadra. Con che modulo penserebbe di giocare?
P: Beh, il solito. Un portiere, due terzini e otto centrocampisti sparpagliati per il campo.
A: Ah-ah. Niente punte?
P: Sì sì, davanti Nocerino-Emanuelson.
A: Niente Pazzini? Neanche un Niang? Sa che il Presidente è un nostalgico di Virdis e Massaro, vuole almeno due pali della luce davanti che gli facciano ricordare quando era giovane, virile e aveva ancora tutti i capelli.
P: Ah sì? E tu che fai, ogni tanto quando perdete scendi in campo e ritiri la squadra?
A: Ah… (abbozza) eh eh eh!
P: Eheheh, ahahah!
A: Bene, bene! Allora affare fatto! Ci vediamo a giugno, eh eh!
P: Uhm… lasciami pensare.
A: Potremmo farle conoscere Barbara D’Urso.
P: Non m’interessa, ho già un diritto di prelazione su Shakira.
A: Possiamo intitolare a suo padre il trofeo Berlusconi.
P: …
A: (trafelato, s’illumina)… ah sì! Eh eh, non le ho ancora detto tutto… Mi sono tenuto alla fine il colpo a sorpresa… si tenga forte. Sa chi ci ha chiamato l’altro ieri e ci ha detto che gli manchiamo e farebbe di tutto per tornare da noi?
P: Chi??
A: Ibrahimovic!
(clic)

Pubblicato da Giuseppe Pastore

Pugliese, classe 1985, milanista di ferro. Prima partita di cui ho memoria: Milan-Barcellona 4-0. Ammetterete che poteva andarmi peggio. Qui sotto i miei contatti.

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