Sta finendo un’era, che era cominciata con un Milan bello da vedere, innovativo, e una televisione accattivante e piaciona, quando Silvio Berlusconi diede un oggettivo scossone al modo in cui gli italiani guardavano la tv. Persino quando recuperava interpreti che tutti giudicavano bolliti, come Sandra & Raimondo o Angelo Colombo, Johnny Dorelli o Carlo Ancelotti, ecco che venivano clamorosamente valorizzati. Oggi i palinsesti del Milan e delle reti Mediaset gridano mediocrità: le idee sono finite, anzi la sensazione è che vengano apertamente combattute. Anche quelli bravi, si adeguano all’andazzo: il risultato è un’isola dei penosi popolata da tamarri senza imbarazzi. Inevitabilmente, il tema delle nostre Pagelle Senza Voti sono i programmi in onda sulle reti di Berlusconi: quelle sì, che sono tante, sono sempre di più.
Diego Lopez – STRISCIA LA NOTIZIA – LA VOCE DELL’INDECENZA
Ovvero la difesa del cittadino, e della porta, ma fino a un certo punto. Perché non ha colpe sui gol, e in effetti mostra anche un paio di begli interventi, però ormai sembra aver accettato passivamente che dei guitti da baraccone, dei Capitan Ventosa o Peppia Pig che non sarebbero mai titolari in una rete decente o in una squadra decente, si fingano utili intorno a lui.
Abate – QUINTA COLONNA
Come l’eroico galoppino Paolo Del Debbio, conduttore del programma che tenta disperatamente di spingere (anche lui) sulla destra, è avanzato fino ai più alti gradi nella gerarchia interna semplicemente perché quelli più plausibili sono via via spariti dal circondario.
Mexes – DONNAVVENTURA
All’inizio, in un paio di momenti riesce a suscitare un po’ di eccitazione mettendoci il fisico. Ma se qualcuno ha voglia di rivederlo, è un caso preoccupante.
Paletta – STUDIO APERTO
Lo studio naturalmente è quello del medico – ma è un tale piacere veder lavorare MilanLab. Fino a che rimane in campo riesce ad arginare un Di Natale redivivo; uscito lui, entrano i gol.
Antonelli – PIANETA MARE
Chissà chi lo sostituiva ieri sera. Perché quello vero deve aver fatto ritorno a Genova, vero? Il suo sosia aveva anche segnato un gol regolare, ma non essendo il Luca Antonelli che conosciamo, non è nemmeno milanista – e pertanto non solo non ha protestato, ma forse ha persino pensato di fare una panolada contro gli infiniti favori di cui godiamo, proprio come domenica scorsa i cugini frignetti in nerazzurro.
De Jong – SQUADRA MOBILE
Inconsistente, e gli capita sempre più spesso. Quando il centrocampo avversario si muove molto e non gli dà punti di riferimento, va in apnea: non capisce chi deve picchiare – anzi, Allan e Pinzi lo sovrastano pure nel randellamento.
Van Ginkel – TIKI TAKA
Bizzarro dispiego di sicumera spacciato per personalità e padronanza. Tenta anche dei numeri a sorpresa, ma con esiti desolanti.
Bonaventura – KARAOKE
Un tempo piaceva e divertiva, ma questa versione è aberrante; era partito Fiorello, oggi è Pintus – e ci ha messo pochi mesi, non vent’anni.
Suso – COLORADO
Penoso, ma costa poco. Oppure: costa poco, ma è penoso.
Menez – IL SEGRETO
Quando i bianconerirossoblu lo picchiano, il vero fastidio viene più dagli ululati dello squisito pubblico friulano che non dal senso di protezione verso un nostro beniamino. Perché è palesemente dotato dell’intelligenza di una zanzara stupida, ed è irritante da guardare; detto questo, cifre alla mano, è il programma di punta. Il che fa capire come siamo messi rispetto alla BBC.
Pazzini – PAPERISSIMA
Sulle prime lascia basiti che sia ancora in onda – e in prima serata – questa proposta che era già rozza decenni fa; ma alla fine ci si ritrova a constatare che pur essendo materiale dilettantistico messo insieme alla bell’e meglio, è riuscito a portare a casa il suo share.
Cerci – QUARTO GRADO
Il programma un po’ laido che rimesta morbosamente in vecchi crimini irrisolti (primo dei quali, il suo ingaggio). E cionondimeno, per il target un po’ bolso che apprezza il genere, come per esempio un centravanti vecchio stampo, il suo pallone buttato in mezzo svolge un servizio impeccabile.
Rami – GRAND HOTEL CHIAMBRETTI
Imbarazzo puro, specie per chi tempo fa si era illuso che valesse qualcosa.
Destro – MEDIASHOPPING
Ovvero quel quarto d’ora in cui scuotendo la testa ci si domanda: “Ma chi le compra certe robe, dai”.