In fondo siamo felici per il presidente del Torino nonché proprietario di un famoso giornale rosa: fino a ieri aveva ottenuto soltanto che la seconda squadra di Milano gli versasse un’elemosina in cambio di articoli profumati da parte dei suoi irreprensibili e professionali giornalisti, ma ora la prima squadra di Milano gli ha erogato 3 punti che potrebbero essere fondamentali per avere finalmente un po’ di gloria in 20 anni di presidenza più grigia che granata. E per dimostrare che non siamo ostili al Cairo come lui a noi, dedichiamo al Cairo le nostre penultime Pagelle Senza Voti.
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Sportiello – PIAZZA TAHRIR
Traffico, gente ovunque, sensazione che possano verificarsi situazioni incontrollabili in qualsiasi momento: così è la sua area di rigore, e lui non può farci praticamente niente.
Kalulu – RUBY RUBACUORI
Con quegli occhioni ci seduce senza sforzo – ma così come Karima El Mahroug, marocchina, non è mai stata la nipote dell’ex presidente egiziano e probabilmente non è mai nemmeno stata al Cairo, anche Pierre probabilmente non è se stesso, e certamente non è per nulla presente in campo.
Thiaw – I MAMELUCCHI
Sbaragliati dagli Ottomani quando conquistarono l’Egitto vennero da loro mantenuti in carica in un governo-fantoccio. Malick gioca una partita da difensore-fantoccio, e obiettivamente concede un gol da mammalucco.
Tomori – TORRE BORG AL-QAHIRA
È l’edificio più moderno e vistoso della città, e in cima ospita un ristorante girevole. I giocatori del Torino gli girano attorno e banchettano felici. Fa cose interessanti in avanti (un notevole cross per Pulisic, un colpo di testa sventato dal tizio nella porta del Torino) ma come perno della nostra difesa è così preoccupante che viene da promuovere al più presto Simic – o addirittura da proporre un rinnovo a Kjaer.
Terracciano – SUQ di KHAN EL-KHALILI
Veramente tanto casino, ma quando i prodotti hanno prezzi modici un po’ c’è da metterlo in conto.
Bennacer – MOSCHEA DI AL-HUSAYN
Per Allah, un rigore per noi invece che contro – e lui si ritrova a segnare per la seconda partita consecutiva, sta diventando una spietata macchina da gol. Gioca una partita di raccoglimento spirituale nel primo tempo, per poi emettere qualche verso nella ripresa fino a quando Pioli non decide che si può anche vivere senza un imam e conclude la partita con un solo centrocampista.
Musah – INQUINAMENTO
Lo si percepisce ovunque, e non per portare benessere.
Reijnders – LA METROPOLITANA
Fa del suo meglio per collegare tutti ma è un tantino congestionato. A tratti sembra che non funzioni ma non è vero, è collegato sotterraneamente con la metro di Roma e non è che non arrivi signò, è fermo a’a piramide, – ma no quella Cestia, quella de Micerino propio comunque mo’ ariva eh, anvedi sta smania da milanesi de fa’ quattro fermate in un giorno solo ahò, la volete capì che ‘sta città è eterna, ma davero.
Jovic – IL NILO
Scorre piano, placido, solenne, benedicente. E tutt’altro che travolgente.
Pulisic – ISOLA DI GEZIRA
Quasi costretto dalla geofisica a giocare per conto suo, in diverse occasioni sembra l’unico a poter combinare qualcosa e in effetti quando (per conto suo) sfonda in area, ottiene il rigore che porta al nostro gol.
Okafor – LA MASCHERA DI TUTANKHAMON
Sembra prezioso, ma Tutankhamon era passato a miglior vita quando se ne è servito. Anche nel suo caso, malgrado la buona volontà, Anubi rimane indifferente e i suoi tentativi non ci resuscitano.
Florenzi – UNIVERSITÀ AL-AZHAR (“LA LUMINOSA”)
Entra con la speranza di portare sapienza antica, o almeno un calcio d’angolo da buttare alle spalle del tomo in porta, ma non riesce a illuminare certe teste di legno.
Leao – COLLINA DI MOUKKATTAM
Sulla quale sorge la fortezza detta Cittadella del Cairo – così come su Leao sorge la Cittadella del Milan, che con il suo ingresso pare avere qualche possibilità in più nella battaglia. Ma a quel punto il Torino ha già edificato una sua fortezza più solida della nostra. Okay, lo sappiamo, ci vuole pochissimo.
Giroud – GIZA
Testimonianza di una imponente maestà e di un passato formidabile nel quale le cose erano fatte per durare (mica come le piramidi di adesso che ti durano un anno poi ti costringono a comprare quella nuova). Se non che, oggi è a tutti gli effetti una necropoli. Anzi, una necropOly.
Pobega – MOSCHEA DI MUHAMMAD ALÌ
Pochi minuti per un po’ di pugilato con gli ex compagni – come? Ah, non è QUEL Muhammad Alì?
TheoHernandez – LA VERITÀ PER GIULIO REGENI
Mmh – a quanto pare, non c’è proprio.