Roma-Milan 0-0: le Pagelle Che Non Lo Erano

Un pareggio nella Caput Mundi non ci fa per nulla senso – anzi, in tre-quattro occasioni siamo pure riusciti a solleticare l’autostima di De Sanctis. Certo, sarebbe esagerato approfittare delle nostre pagelle senza voti e della loro tradizionale dedica agli avversari, per fare l’epinicio dei nostri come fossero dei condottieri capaci di imporre il loro dominio su Roma.
Significherebbe esagerare, sì.
Bene: siam qui per questo.

DIEGO LOPEZ
Ottaviano Augusto. Non sempre irreprensibile quando si avventura fuori dai confini, ma i fatti gli danno ragione: sarà forse breve come la pax romana, ma questo 2014 si chiude con la pax diega.
BONERA
Vespasiano. Ok, ci scusiamo con gli eventuali discendenti di quello che fu in realtà un ottimo capitano (lui, sì). Il fatto è che da sempre, per una battuta anche facile, venderemmo persino Kakà. A proposito di battute anche facili.
ARMERO
Crasso. Keita, proprio a fine partita, dopo la settecentesima riproposizione della tantobella Fabato di Jovanotti, è stato protagonista de “I signori del calcio” di Sky, ma è tutto fuorché signore. E siamo certi che in questo momento sta picchiando dei bambini a caso – così, come forma espressiva personale. Però il fallo di mano di Armero è di crassa ignoranza – e mette bruscamente fine alla fase in cui il Milan aveva incredibilmente preso la partita in (ehm) mano.
ZAPATA
Nerone. E’ MOLTO nero, nevvero?
MEXES
Poppea. Come lei, bella e piena di abbacinante tonteria. Ma dubitiamo che qualcuno sia mai andato da lei a criticare questo particolare aspetto.
DE JONG 
Muzio Scevola. Nigel, tu lo sai che cosa ne è stato della sua mano, vero?
POLI
Tarquinio Prisco. Soprattutto nel senso di Prisco – spesso viene il dubbio che sia schierato più per far sclerare i suoi ex tifosi che per la felicità di quelli attuali.
MONTOLIVO
Quinto Fabio Massimo Verrucoso. Il quale, visto che non aveva abbastanza nomi (e sì che “Verrucoso” da solo sembrerebbe sistemare capra e cavoli) fu soprannominato il “cunctator”, il temporeggiatore. La velocità non sarà mai il suo valore aggiunto, ma scopriamo con piacere che durante la pugna sa farsi valere.
BONAVENTURA
Cicerone. Il nostro homo novus: è contemporaneamente avvocato, questore, filosofo, console, scrittore, storico, intrattenitore – e tutto questo tenendo un birillo in equilibrio sul naso.
HONDA
Bruto. Ma bruto parechio, eh.
MENEZ
Caligola. Probabilmente è pazzo, e finirà per nominare senatore uno dei suoi piedi. Ma in questi tempi di falso Milan, ci teniamo aggrappati al nostro falso nueve.
MUNTARI
Tullo Ostilio “terrore di Roma”. Stavolta non fa danni, ma come sempre, in omaggio al “Ricordatevi da dove veniamo” inzaghiano, la mossa di metterlo in campo pare cogitata non tanto per spaventare gli avversari, ma per spaventare noi.
ALEX
La patria in pericolo si ricorda di lui e come Cincinnato lo va a prendere mentre sta arando i campi di Milanello.
EL SHAARAWY
Numa Pompilio. Del quale noi plebe ricordiamo praticamente solo il suggestivo nome più che le gesta. Ecco, Stephan, il rischio con te è questo qui.

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