Pescara-Milan 1-1: le Pagelle Che Non Lo Erano

Il Milan scende dalla giostra pescarese restituendo a Zeman un punto che forse si era meritato più Oddo all’andata. Malgrado l’imminente retrocessione, è difficile però non attribuire allo scalcagnato guazzabuglio abruzzese una certa quale personalità in più rispetto a squadre che si salveranno – e d’altra parte, è pur vero che il piatto tipico della città è il brodetto, ovvero un trionfo di rimasugli che i pescatori non sono riusciti a rivendersi. Perciò, nella migliore tradizione delle nostre PagelleSenzaVoti, è basandoci su questo caposaldo degli avversari di giornata che stiliamo i nostri giudizi sulla prestazione dei diversamente vogliosi ragazzi dalla maglia color saccodellaspazzatura.
 
Donnarumma – GALLINELLA DI MARE
Un po’ di pollame innegabilmente ce lo mette, perché pur rendendosi visibilmente conto che Paletta ha tirato una sassata, non entra in stato di allarme – leggi: andarci con l’esterno destro a costo di controllarla male, che tanto non c’è nessuno in giro (col piattone no, non farebbe in tempo ad andarci). Va invece per il controllo di sinistro su una palla che rimbalza, finendo per lasciar passare qualcosa che alcuni suoi colleghi a volte fanno passare persino quando ci vanno con le mani. In ogni caso, al di là della smodata attenzione e godimento di opinionisti e ndranghetisti per il suo errore, accusare Gigio Paperumma per non esser riusciti a fare un gol in più del Pescara è da gastronomia parodistica (nel senso di Benedetta Parodi, consorte del fortunato Caressa).
Calabria – PEPERONE
In campo a sorpresa quando le voci della vigilia davano favorito Antonelli (ma su, ma quando mai) si rivela tutto sommato più consistente del previsto, pensando ai mesi di assenza dal campo. Certo, non accontenta i palati fini. Ma su quella fascia sono anni che non ci si lecca i baffi.
Paletta – PESCE ROSPO
Nella prima parte del campionato avevamo intravisto in lui un principe, ora ci riempie di sgomento a ogni partita. Le difficoltà che manifesta nel contenere un avversario innocuo in una zona innocua in occasione dell’autogol si ripetono in altri momenti del match. Speriamo che giocatori più esperti di lui come Calabria e Locatelli gli diano una mano a superare l’emozione della serie A.
Romagnoli – POLPETTO
Riesce sempre a mettere un tentacolo per fermare le nuotate (neanche troppe, in verità) dei delfini zemaniani, e va vicinissimo al gol della vittoria: sul suo palo capiamo tutti che la palla, delusa da come i nostri l’hanno trattata, ha deciso per ripicca di non entrare.
Vangioni – PREZZEMOLO
È un po’ ovunque, e con un certo stupore da un po’ di partite lo troviamo tra i più affidabili. O se non altro, tra i meno esasperanti.
Mati Fernandez – SEPPIA
Come lo sbarazzino mollusco cefalopode, il suo tempo di cottura è rapidissimo e deperisce rapidamente. La sua partita è puro liquame nero, eppure è meno incolore di quella dei compagni di reparto.
Sosa – COZZA
Ogni sua giocata è preceduta da una prolungata riflessione su come effettuarla nel peggior modo possibile. La sua partita è colera, tifo ed epatite virale.
Pasalic – AGLIO
Ancora una volta inutile a centrocampo, ma ancora una volta pesantissimo in fase conclusiva. Non è la prima volta che si fa trovare al posto giusto per diventare letale a fine giornata come il pestifero condimento. Forse Montella, dopo aver sperimentato con il finto nueve, lo sta usando per inventare il finto ocho.
Deulofeu – GATTUCCIO
Finché ce la fa, morde, punta, attacca, litiga col carattere di un piccolo squalo vorace. In questa fase il Milan è lui. E non è nemmeno del Milan.
Ocampos – SCORFANO
Cerca in tutti i modi di trasformare la squadra in un piccolo Genoa, ma a differenza del nostro club di riferimento, non riusciamo a concludere la giornata con una completa umiliazione. Tra i rossoblu doveva giocarsi il posto con Pandev, ma non siamo del tutto certi che nel Trapani di Calori partirebbe titolare.
Bacca – VONGOLA
Ormai lo conosciamo, sappiamo che dentro di lui c’è spazio per un piccolo tocco di sapore ma non di più. E quel piccolo contributo di polpa è tutto nell’azione del gol, che è merito della sua insistenza almeno quanto del senso della posizione di Pasalic. Ma è altrettanto innegabile che di per sé, non ci toglierà mai la fame.
Lapadula – GHIOZZO TESTONE
In effetti non abbiamo la minima idea di che pesce sia, ma con quel nome l’abbinamento aveva un che di sacrosanto.
Locatelli – SCAMPO
Nel senso che non c’è scampo: ogni giorno, lui e un cartellino giallo si danno appuntamento in qualche punto del campo, e si trovano sempre, come due innamorati, come due vecchi amici, come due anime perdute che nuotano in una boccia per pesci. Nel suo scampolo (ahaha) di partita sbaglia un po’, ma se non altro lo fa nel commovente tentativo di velocizzare la nostra manovra narcotizzata da Sosa. Nei minuti finali fa una cosa che nessuno degli altri aveva mai provato a fare: tira una solenne carruba da fuori verso la porta avversaria, ma viene murato: non è proprio giornata.
Kucka – PASSATO DI POMODORO
Proprio come lo faceva la nonna. Nel senso che entra e gioca proprio come faceva lei.

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