Davvero per le nostre pagelle senza voti siamo qui a reiterare lo stantio cliché Palermo=mafia? Beh, sì. Anche se poi, è un semplice pretesto: lo sanno tutti che i personaggi de Il Padrino sono nati da tutt’altra parte. Così come Zamparini, del resto. Perciò, ecco come gli uomini della nostra Famìgghia hanno condotto i loro bisinèss siciliani.
Diego Lopez – Il cavallo
In effetti non fa granché. Beh, no, dai: lo si vede mentre accetta uno zuccherino da Vazquez, e poi mentre fa da vittima designata nella scena più truculenta. L’espressione del cavallo comunque era più vivace.
Abate – Santino “Sonny” Corleone
Il suo momento di maggiore veemenza è la lite con l’arbitro. Abbastanza rappresentativo di questa fase della sua carriera in cui vorrebbe essere boss ma non ce l’ha dentro – alla fine è più portato per combinare casini.
Paletta – Tessio
Il traditore che non ti aspetti. E forse non tanto per il rigore, in occasione del quale Belotti lo supera in astuzia, quanto per l’occasione durante la quale, lasciato libero di colpire di testa nell’area del Palermo, sventa la minaccia mettendo al di là della traversa con un portentoso colpo di parietale.
Mexes – Kay Adams
Fa finta di non vedere crimini sul micidiale tre contro zero del Palermo nel primo tempo, poi recita la parte della fanciulla innocente quando nel secondo tempo Dybala lo punta in area di rigore e lui finge di subirne passivamente l’impatto. In realtà era quello che volevi, baby.
Antonelli – Enzo il pasticcere
Non riesce a ritagliarsi una parte rilevante nella pellicola se non in un momento carico di tensione in cui sembra a tanto così dal far succedere il delirio (di tacco). Poi in realtà no – però che brivido.
Bonaventura – Tom Hagen
Il Consigliori se ne sta dietro le quinte, non si espone mai, svolge il compito assegnatogli – ma anche se porta a casa la pelle non sembra un uomo felice.
De Jong – Don Vito
Beh, il vecchio gangster ha tutta l’aria di essersi ritirato: passeggia nel quartiere, cerca di spendere il suo carisma coi pesci piccoli, ma non combatte più. Significativa la scena del primo tempo in cui, mentre il Palermo manda avanti i suoi sicari, lui gioca col nipotino.
Van Ginkel – Luca Brasi
Sì, certo, l’assist per quella roba (…chiamarlo gol è veramente difficile). Ma tendenzialmente, dorme coi pesci.
Cerci – Clemenza
Si trova al posto giusto nel momento giusto, ma in fin dei conti se lo sa meritare – anche se è tutt’altro che un pezzo da Novanta.
Destro – Johnny Fontane
“Qual è il problema con te, eh? E’ questo che sei diventato? Un finocchio di Hollywood che piange come una femmina? Che devo fare, che devo fare?”
Menez – Michael Corleone
Tenuto fuori dalla mischia il più a lungo possibile, ma quando finalmente viene messo in campo all’82mo si rivela micidiale.
Pazzini – Fredo Corleone
Interdetto e triste, forse bisognerebbe mandarlo a dirigere un casinò a Reno. O a intrattenere i turisti a Casa Milan.
Suso – Apollonia
Pochi minuti in cui appare come una allucinazione – e forse lo è: alcuni giurano che sia bellissimo, e dotato di ghiandole mammarie. Jesus.