Cosa vi ha ricordato Milan-Juve di ieri sera? Una partita brutta, monotona, prevedibile, dolente, sempre uguale a sé stessa, votata irrimediabilmente al fallimento. Esatto, parliamo del repertorio musicale di Luciano Ligabue! Con una postilla: fossimo interisti, ci staremmo aggrappando alle tende per il rigorino-ino-ino negato a Menez (che in realtà fa una scena pietosa e paga la tendenza allo sfarfallio già mostrata contro Lazio e Parma).
Christian ABBIATI. Sopravvissuti e sopravviventi, traccia strumentale che cerca di mantenere la sua dignità nonostante l’aspetto stanco e affannato. Come lui che ormai ci va solo di piede, e finisce spiaggiato alla prima finta di Tevez.
Mattia DE SCIGLIO. A che ora è la fine del mondo era la brutta cover di un gran pezzo dei REM. lui è la brutta cover di un bel terzino che sembrava essere sbocciato due anni fa, in un Milan-Juve in cui recitò da migliore in campo. Quasi ufficialmente desaparecido, non scende mai e si fa irretire da Lichtsteiner.
Ignazio ABATE. Resistiamo alla tentazione di dedicargli Figlio d’un cane. Invece Ignazio gioca un’altra partita onesta, si esibisce in un paio di chiusure notevolissime su Lichtsteiner e purtroppo perde per un rimpallo di troppo il duello fatale con Tevez, così che torna a spargersi nell’aria L’odore del sesso – o nel suo caso, l’odore del fesso.
Adil RAMI. Vivo morto o X. “Fai una croce qui, firmati così”, manifesto dell’ignoranza calcistica che comunque tiene orgogliosamente banco fino al minuto 70. A pochi minuti dalla fine, con tutta la squadra riversata nell’area della Juve, tira una stecca insensata da 30 metri che quasi manda in porta Vidal e Pogba.
Cristian ZAPATA. Viva (vabbé, solo per poter scrivere la cazzata “Viva Zapata”. Perdonateci)
Nigel DE JONG. Il giorno di dolore che uno ha (per chi scrive, la più bella canzone del Liga) è quello che ha passato ieri sera Nigel, tirato scemo dal sontuoso titic-titoc juventino e maledicendo “questa merda intorno” che i più ottimisti chiamano centrocampo.
Sulley MUNTARI. Presuntuoso, pretenzioso e spesso grottesco come la scena di Ligabue che parla con l’Altissimo in Hai un momento Dio?. Pur credendosi Yaya Touré, due passaggi li azzecca e un po’ d’anima la mette.
Andrea POLI. Tenero frugoletto di stampo tipicamente ligabuesco, perché è belloccio, di formazione emiliana, un po’ sfigato e pericolosamente declinante verso una vita da medianooohhh. Invece gli dedichiamo Ho messo via, “perché a sbagliare sono bravissimo da me”.
Jeremy MENEZ. Libera nos a malo. O meglio, Libera nos a Balo, e dal suo fantasma di pingone siccome immobile per 90 minuti, che ha trascinato le sue catene a Liverpool. Anche se la Giuve non è il Parma, Jeremy si sbatte e le sue sono le uniche tracce di vita nella metà campo avversaria.
Stephan EL SHAARAWY. A parte il censurabile video in cui il mai umilissimo Liga osava porsi sullo stesso livello di Bob Dylan, Almeno credo non era un brutto pezzo. Pregno di precarietà, come questo Faraone duepuntozero che non la struscia mai, eppure nessuno si sente di fargliene una colpa.
Keisuke HONDA. Sarà un bel souvenir, non solo per la provenienza geografica. Anche nel senso dell’unico ricordo positivo della partita del Milan, il colpo di testa respinto da Buffon.
Fernando TORRES. Eri bellissima, lasciatelo dire, per la grinta e la virilità dei suoi 15 minuti in campo. Palloni toccati uno, poi una manata alla cieca sul nasone di Chiellini che comunque male non fa. Vabbè, ne riparliamo a Empoli.
Giampaolo PAZZINI. Non è tempo per noi, e forse non lo sarà mai. Il Pazzo è invecchiato, Pippo (che di centravanti un po’ ci capirà) non lo vede, non gli rimaneche elemosinare spezzoni di secondi tempi troppo caotici e disperati.
Giacomo BONAVENTURA. Uno dei tanti, almeno ieri sera.
Filippo INZAGHI. Leggero, non c’è bisogno di molte spiegazioni. Leggero sia per il peso complessivo del suo Milan di frugoletti, sia perché quel pezzo era sereno ed ottimista – che dopotutto, è sempre la cosa più intelligente da fare. Specialmente perché il calendario ora dice Empoli-Cesena-Chievo, e su stare a 15 punti dopo 6 giornate ci avremmo messo la firma tutti.