Napoli-Milan 0-1: le Pagelle Senza Voti

Si è parlato tanto di scrittori russi in questa settimana, e non sapendo più su quale carro saltare per le nostre Pagelle Senza Voti, ci siamo lanciati senza ritegno su quello letterario. Però, essendo buonisti e arcobalenosi, mettiamo tutti insieme: russi e ucraini e persino georgiani, perché vogliamo bene a tutti i popoli, anche quelli che votano degli schifosi – perché poi magari qualcuno di loro lo fa per paura o per impossibilità di altre soluzioni, e non per sincero, fremente apprezzamento degli schifosi come tendiamo a fare dalle nostre parti.
 
Maignan – Mikhail SHOLOKHOV
Ucraino di Donetsk, è famoso soprattutto per Il placido Don, e Maignan per tutta la partita è stato il più possibile placido, come il fiume Don che scorre mentre attorno a lui la gente guerreggia (ma sempre con motivi diversi, per non annoiarsi). Solo un’uscita da Don Abbondio ci preoccupa un po’, in compenso è fermo come Don Corleone quando Osimehn gli spara nel suo quartiere.
Calabria – Sergej Aleksandrovic ESENIN
Il poeta contadino che non temeva la fitta sassaiola dell’ingiuria, né quelli che ogni anno chiedevano di sostituirlo con uno dei tanti letterati da 50 milioni di euro disponibili sul mercato. Davidino tende all’ubriachezza in attacco, ma in difesa seduce gli attaccanti napoletani come il focoso Esenin faceva con le ammiratrici. All’inizio del secondo tempo, da quello che solo anime prive di poesia riterrebbero un tiro sbirulo, nasce un fiore ineguagliabile.
Kalulu – Fedor Michajlovic DOSTOEVSKIJ
«Era una notte meravigliosa. Una di quelle notti come forse possono essercene soltanto quando si è giovani, egregio lettore. Il cielo era così stellato e così luminoso che, guardandolo, involontariamente veniva fatto di chiedersi: possibile che sotto un cielo come questo possano vivere persone adirate e lunatiche di vario genere?» (Le notti bianche). Come possono vivere sotto un cielo come questo, persone che chiedono un altro difensore centrale, o che al contrario vedendo la sua prova snobbano i nostri due centrali infortunati? Perché invece di stare tutti con la squadra c’è sempre qualcuno che si sente in dovere di fare L’idiota?
Tomori – Mikhail BULGAKOV
A guardare lui e Kalulu, lui sembra il Maestro e l’altro, Margherita. Insieme, costituiscono un duo che non dispiace al Diavolo. Rischia parecchio su Osimehn, perché nel calcio dei fermoimmagine per il quale rigore è ogni #contatto, abbiamo visto dare rigori più scemi. Non a noi, ovviamente – perlomeno, non quest’anno.
TheoHernandez – Isaac ASIMOV
In effetti prima di crescere a Brooklyn, fu russo per tre anni, cioè fino a quando nel 1923 i genitori non intuirono che da quelle parti, presto si sarebbero viste cose che in ben poche galassie. Ma anche la sua partita ha qualcosa di fantascientifico, specialmente in difesa, dove avviene la Fondazione di questa vittoria. Una delle sue migliori prestazioni in rossonero, nonostante la mancanza del gol e nonostante l’ammonizione che gli farà saltare l’Empoli.
Bennacer – Ivan FRANKO
Economista, poeta, critico letterario, drammaturgo, giornalista, filologo, traduttore, attivista politico, sociologo, galeotto, scrittore: nell’Ucraina di fine Ottocento, ovunque ti giravi, te lo trovavi da qualche parte – e lo stesso vale per il centrocampo del Napoli con Bennacer. Sì, certo – se ogni tanto tirasse, anche. Tranquilli, ci arriveremo.
Tonali – Lev TOLSTOJ
«Quando un uomo si trova in movimento, si inventa sempre uno scopo per quel movimento. Per percorrere mille verste, un uomo ha bisogno di pensare che al di là di quelle mille verste ci sia qualcosa di buono. Ha bisogno di credere in una terra promessa per avere la forza di muoversi» (Guerra e pace). Questo è quanto: Sandrino quest’anno è quello che crede alla terra promessa – e a furia di guardarlo, potremmo finire per crederci anche noi, mettendoci anche noi a correre mille verste: dopo tutto una versta sono 500 sažen.
Kessié – Maksim GORKIJ
Ha Stalin come procuratore, e questa non è una colpa da poco, però sa fare il suo mestiere. In partita non spicca, ma frange i flutti napoletani tra Tonali e Bennacer. Ci sarà sempre più bisogno di lui ora che Bakayoko è infortunato (dai, non ridete).
Messias – Nikolaj Vasilevic GOGOL
Imprevedibile come il grande autore ucraino: inventa arabeschi mirabili, impegna severamente Ospina di testa (su calcio d’angolo!), ma come l’autore de L’ispettore generale, è anche un grande utilizzatore dello skaz.
(se non sapete cos’è e sospettate che sia una boutade goliardica, è il momento di iscriversi a un corso di Letteratura Russa: dicono che all’Università Milano Bicocca c’i sia un tipo che ne tiene uno)
Giroud – Taras SHEVCHENKO
Come l’artista ucraino, fatica come un servo della gleba ed è inviso al potere (lo zar Orsato lo ammonisce davvero per niente) e perseguitato dai potenti, che lo menano per tutta la partita; ciononostante, come un ALTRO artista ucraino dallo stesso nome, trasforma in oro una cosa rotonda che passa dalle sue parti.
Leao – Vladimir NABOKOV
È la nostra Lolita: ci delizia con mossette e attacchi allusivi, facendo perdere la testa agli uomini attorno a lui, ma non mette a frutto la sua capacità di sedurre. Leaolita, luce della nostra vita, fuoco dei nostri lombi.
Krunic – Federico RUSSO
Uomo dai molti talenti, è speaker a Radio DeeJay, presentatore, passabile cantante, abnorme incompetente calcistico (benché discreto giocatore di calcio), ma anche scrittore; in sostanza, un autentico uomo del Rinascimento – manco fosse nato a Firenze.
(…questa battuta non dovremmo spiegarla, però ci fa sempre ridere anche aggiungere la parentesi in cui avvertiamo che c’è una battuta e di fatto la spieghiamo, rovinandola – ma onestamente “rovinare” è una parola grossa)
Rebic – Aleksandr Isaevič SOLZENICYN
Continua a sembrare un dissidente del nostro calcio, ma le sue idee non vengono osteggiate – perché sono incomprensibili. Dà un contributo soprattutto atletico, mettendo pressione politica sugli avversari.
Florenzi – Vladimir Vladimirovič MAJAKOVSKIJ
Come “il poeta della Rivoluzione” georgiano, è allineatissimo col regime Piolista, l’uomo che entra in campo per unire ideologia e fervore, verso l’utopia. Encomiabile quando Osimehn cerca, con tutta probabilità, di farlo espellere andando a sbatacchiarlo, sapendolo già ammonito.
Saelemaekers – Boris PASTERNAK
Come Il dottor Zivago, ci spezza il cuore nel finale quando messo da Theo davanti a Ospina con la porta spalancata, spara alto: il portiere si mette la mano sul cuore e mette la mano sul pallone. Il calcio d’angolo che ne scaturisce viene candidato al Nobel per la Letteratura, per come nessuno prova a mandare il pallone in area – e proprio per questo, è il migliore corner da noi battuto negli ultimi quattro mesi.
Ibrahimovic – Anton CECHOV
(si è fatta una certa, ed è il momento di usare una frase famosa) «Se in un romanzo compare una pistola, bisogna che spari», scrisse (tra le altre cose) Cechov. Bene: Zlatan è finalmente comparso nel romanzo. È un po’ un pistola, e lo sappiamo – ma nelle prossime partite, non dovrà sparire, ma sparare.

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