Il 5 maggio cadeva – insieme ad altre cose – il bicentenario della nascita di Karl Marx, allenatore tedesco deciso a liberare il campionato dalle proprie catene. Sapendo anche della particolare simpatia dei tifosi dell’Hellas per il comunismo, non potevamo esimerci dal dedicare le nostre Pagelle Senza Voti ai concetti basilari dell’uomo che proclamò: “I filosofi hanno solo interpretato il Milan in vari modi; ma il punto ora è di cambiarlo”.
Donnarumma – LE CONTRADDIZIONI DEL CAPITALISMO
Il nostro giocatore più pagato non fa niente tutto il giorno, ma noi siamo felici lo stesso. D’altro canto, a ciascuno secondo i suoi bisogni – e noi avevamo bisogno di un pomeriggio tranquillo.
Abate – LA FUNZIONE RIVOLUZIONARIA DELLA BORGHESIA
Sulla strada che conduce all’utopia, persino il vecchio regime si rende utile con una buona chiusura in difesa e con una progressione non proprio fluidissima che il solo Suso prende sul serio, mandando in gol l’ex capitano per la prima volta a San Siro.
Romagnoli – IL PLUS-VALORE
Temevamo che la sua stagione fosse finita, invece c’è e sembra degno di vestire la maglia di Zapata.
Bonucci – IL CAPITALE
Accumula se stesso in vista della sfida finale contro la classe dominante che lo deteneva, ignara che “stava generando gli strumenti che avrebbero innescato la sua stessa caduta”.
Rodriguez – IL LAVORO MANUALE
Concetto che Marx distingue dal lavoro intellettuale perché quest’ultimo 1) produce la sovrastruttura destinata a legittimare le idee dominanti e 2) non potrebbe mai essere svolto da Rodriguez. Prestazione meno rozza rispetto alle ultime uscite, ma è anche vero che ha di fronte quello che Marx chiamava “il salto mortale della merce” – ovvero Alessio Cerci.
Locatelli – LA LOTTA DI CLASSE
Innesca un conflitto storico con la parte più povera di se stesso, e ne cava una partita sorprendentemente decente, nella quale non solo non viene ammonito ma i suoi tiri trovano la porta e non i quartieri operai della Londra del XIX secolo.
Kessié – LO SFRUTTAMENTO
Gioca la quattrocentesima partita in stagione con l’aria obiettivamente un po’ alienata, ma non ci fa mancare nulla – e se avesse anche i piedi il suo pluslavoro soddisferebbe i bisogni umani mettendo la palla del 2-0 in porta invece di trasformarla in feticcio ideologico.
Bonaventura – IL MATERIALISMO STORICO
Inizialmente, in piena crisi sistemica, perde palloni rivoluzionari – poi, seguendo una prospettiva storicista di tipo dialettico hegeliano, dà un assist a Cutrone e uno a Borini, mettendosi inaspettatamente al servizio della squadra e di una società più giusta, nella quale il Verona va in B.
Suso – LA REIFICAZIONE
Da tempo subisce la pratica capitalistica che consiste nella trasformazione in merce di cose che per loro natura non sarebbero oggetto di brutale quantificazione – ma in un’ora di partita, condizionata per di più da una misteriosa botta al ginocchio, produce un buon tiro in porta e due assist. Come è noto, è un problema.
Calhanoglu – COSCIENZA DI CLASSE
Un gol, più un quarto d’ora nel quale tempesta di palloni la porta del Verona. Ogni partita che passa è sempre più cosciente della sua classe, e lo siamo anche noi.
Cutrone – DITTATURA DEL PROLETARIATO
Ottavo gol in serie A e un paio di buone occasioni per il nostro capocannoniere, che sta imparando a giocare mentre gioca. Secondo il Manifesto del Partito Milanista, la sua ascesa implica l’inevitabile costruzione di una società senza classi, senza Stato, e senza Juventus.
Borini – IL ROVESCIAMENTO DELLE CLASSI PRIVILEGIATE
Esce Suso e forse dovrebbe entrare André SIlva, forse dovrebbe entrare Kalinic, invece entra lui e fa quello che ai nostri attaccanti non riesce da un po’: produce una rete.
Musacchio – LA GUERRA LAMPO
Lavoro tardivo di Marx insieme ai suoi fratelli comici, non manca mai di mettere di buonumore. Viene ammonito per un nonnulla, a ricordare al mondo l’ostilità del potere nei confronti di chi lo irride.
Kalinic – TEORIA DEL VALORE
Entra a partita ormai sdraiata, e può combinare poco – però fa partire l’azione del 4-1 e si porta dietro due difensori creando spazio per Borini. Il mese prossimo il Milan finirà di pagare i 25 milioni del suo cartellino. Naturalmente se dovesse fare il gol decisivo mercoledì, varrebbe dieci volte tanto e noi saremmo disposti ad instaurare un sistema feudale nel quale saremmo per sempre suoi vassalli.