Milan-Udinese 1-1: le Pagelle Che Non Lo Erano

L’evento di questi giorni è certamente il ritorno della serie italiana di maggiore successo di questo decennio – e poi ogni dipendente Sky cerca di infilarla ovunque può, quindi era difficile evitare di confondere la prestazione dei ragazzi messi in campo da Ringhio Gattuso con il macello messo in campo da Roberto Saviano.

Reina – DON PIETRO SAVASTANO
Il vecchio viene tradito dai suoi aitanti giovanotti. Prendili e offrigli un po’ da bere, Pepe.
Abate – CIRO DI MARZIO
Detto l’Immortale. Soprannome che a nessuno dei due porta un mondo di bene, bisogna dire: lascia il campo quando si rende conto di non essere più all’altezza del gioco. Se mai c’è stato un momento in cui era uno dei boss di questo Milan, vederlo uscire nel momento critico fa capire che non può più fare da punto di riferimento.
Musacchio – CAPA ‘E BOMB
Tene a capa’ solo pe’ spartere ‘e rrecchie.
Romagnoli – O’ TRAK
I suoi Ragazzi del Vicolo sembrano tremare come foglie appena si vedono davanti un Lasagna, e lui non tira fuori la leadership che serve.
Laxalt – SCIANEL MAGLIOCCA
Il suo rapporto col pallone riporta alla mente una scena in cui di un oggetto che dovrebbe dare divertimento viene fatto un uso fantasioso ma improprio.
Biglia – NOEMI
Non si può guardare. Fisicamente ai limiti del presentabile, tradisce la fiducia di Genny – non Savastano, Genny Gattuso.
Bakayoko – GENNY SAVASTANO
Lotta senza quartiere praticamente con chiunque, e ogni tanto mostra persino un lato spettacolare (nel caso di Baka, quando si libera di tre avversari pirlando su se stesso; nel caso di Genny, il taglio di capelli in stile Honduras). A un certo punto tenta persino di prendersi la responsabilità del tiro da fuori, ma viene murato da o’ velen ca tenimm tutt quant n’cuorp.
Calhanoglu – PATRIZIA
Doppigiochi, tripligiochi tra centrocampo, attacco e difesa, ma onestamente non si capisce quale sia il suo scopo nella vita. Ha una relazione privilegiata col Capo, ma a conti fatti nessuno dei due ne ricava granché.
Paquetà – DON SALVATORE CONTE
Malgrado la disinvoltura con cui si muove nella friggitoria del nostro attacco, cade anzitempo vittima dell’agguato di un infame (Behramo ‘o puorc’).
Cutrone – SANGUEBLU’
Il predestinato caduto in disgrazia cerca di riconquistare il potere ed il prestigio perduti alleandosi con il sicario polacco. Potrebbe ritagliarsi un ruolo importante nelle prossime stagioni, ma gli deve tornare il killer instinct, altrimenti iss fa ‘a coreografia e lui abballe.
Piatek – DONNA IMMA
“A guerra nun ‘a vince chi è chiù forte, ‘a vince chi è chiù brav’ a aspettà”. Così, aspetta il pallone giusto e lo mette dentro (non subito. Prima se lo fa ribattere). Nel secondo tempo prova a ripetere la tattica – ma gli viene ribattuto di nuovo, stavolta per l’azione che manda in paranza il nostro clan.
Castillejo – ‘O PRINCIPE
N’anima bbuona ch’è caduta dinto a na capa storta. Entra e prova a fare quello che gli viene detto, ma saremmo curiosi di sapere di cosa si tratta: probabilmente non lo ha capito nemmeno lui perché mancavano i sottotitoli.
Calabria – ‘O SCIARMANT
Si fa infinocchiare più spesso di quanto trovi lo spunto: se è l’unico cambio non forzato della serata (e non ne siamo sicuri), decisamente tradisce le attese almeno quanto l’elegantone dei Quartieri Spagnoli, segato dopo un mese passato a tramare come un demente.

Una risposta a “Milan-Udinese 1-1: le Pagelle Che Non Lo Erano”

  1. il primo da mandare via è quel presuntuoso di Leonardo; per il resto, non ce la faccio più a guardare l’espressione delusa dei miei figli: forte è la tentazione di lasciare l’ovile per un bel po’. ciao a tutti

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