Il 2 ottobre è stata la Giornata dei Nonni, e i nostri neronerobordeaux hanno visibilmente adeguato le loro prestazioni a dei celebri ottuagenari. Temiamo che a qualche tifoso che ha visto molte primavere (e molto migliori) avranno causato un po’ di infarti, ma la casa di riposo è esclusa. Di sicuro, lo è il riposo.
Donnarumma – NONNA PAPERA
A furia di passargli indietro, la papera arriva, e lui rimedia rischiando la torta. Difficile invece attribuirgli colpe sull’errore da palmipede di Ciccio Abate, o quando nel pollaio difensivo le volpi del Sassuolo arrivano da tutte le parti. In compenso, opponendo una padella al proiettile di Politano salva tutta la fattoria e i suoi animali.
Abate – ROBERT DE NIRO in NONNO SCATENATO
Sì, gli danno dei soldi. Ma ritirarsi sarebbe più decoroso.
G.Gomez – NONNA DI CAPPUCCETTO ROSSO
Finisce nella pancia del lupo con una facilità favolosa – forse lo abbiamo comprato dai Fratelli Grimm.
Paletta – IL VECCHIO DELL’ALPE (aka “Il nonno di Heidi”)
La gente del villaggio lo prende in giro perché se ne sta immusonito a intagliare il legno e i palloni (in entrambi i casi, con i piedi). Ma alla fine si arrampica in cima ai monti, e accipicchia, qui c’è un mondo fantastico.
De Sciglio – GRANNY (aka “La nonnina di Titti e Silvestro”)
Mentre tutt’intorno succede il delirio, sembra imperturbabile: al massimo esprime un po’ di rammarico e costernazione.
Kucka – OLGA di VA’ DOVE TI PORTA IL CUORE
Spiega alla nipote che la vita è difficile e che non siamo una famiglia impeccabile, ma che nonostante questo possiamo e dobbiamo trovare la forza di stare al mondo (e correre e lottare un po’, anche). O perlomeno, questo si deduce dalle sinossi che si trovano in giro: non l’abbiamo letto – e nemmeno voi, non cercate di darcela a bere.
Montolivo – CARLO D’INGHILTERRA
Non è neanche questione di volergli male, è che proprio la Storia ha emesso il suo verdetto: non diventerà mai Re.
Bonaventura – SILVIO BERLUSCONI
Finalmente scende in campo: proprio come l’illustre nonno di dozzine di nipoti (e chissà quante centinaia ne salteranno fuori, il giorno che, Dio non voglia, etc.) ricopre diversi ruoli nell’attacco milanista, e il Sassuolo non riesce a mettere in piedi un’opposizione convincente né fermarlo per conflitto di interessi. Ma se affidi la tua difesa a Taormina e Ghedini, Abate e Gomez, prima o poi la paghi.
Suso – ABE SIMPSON
Riesce a sembrare contemporaneamente sagace e rimbambito. Non abbiamo ancora capito se porta più imprevedibilità per gli avversari o per i compagni. Homer: “Papà, sei tranquillo a guidare così, di notte?” Abe: “Davvero è notte?” Homer: “Okay, basta così, accosta”.
Bacca – LIBERO MARTINI
Sì, il più amato dagli italiani, o perlomeno questo è quello che sentiamo ripetere da quando la fortunata serie con Lino Banfi e altra gente che non sappiamo bene è iniziata, seicento anni fa, su RaiUno. C’è anche da dire che fare centro su RaiUno con una roba che contiene la parola “famiglia” non significa offrire uno spettacolo eclatante – anzi, è un po’ come tirare un calcio di rigore.
Luiz Adriano – MUBARAK
Chiamato in causa del tutto a sproposito. E si direbbe, a sua insaputa.
Niang – MICK JAGGER
Siamo sull’orlo del nostro 19th Nervous Breakdown, pensiamo che It’s All Over Now, abbiamo sempre meno Sympathy for the Devil, quando entra in scena lui e non tanto con dei tiri, ma con delle sapienti mossette riesce a immettere Brown Sugar nella nostra partita. Abbiamo Mixed Emotions nei suoi confronti, ma il suo ingresso ha garantito il nostro Emotional Rescue.
Locatelli – JOE BUCKET (aka “il nonno di Charlie di Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato”)
Ci prende per mano e ci accompagna, col biglietto fortunato, in un mondo di delizie.