Amici, i russi ci spiano. Ah, che sorpresa. Però non saremo noi a scandalizzarci, è la loro modalità sentimentale più intensa. Certo, stupisce che paghino (poco) per farlo, quando da ottant’anni ci sono nostri ministri prima di Sinistra e ora di Destra, disposti a regalargli la nazione in cambio di quel loro impareggiabile, ostile disprezzo che scalda tanto il cuore. Ma per dimostrare che i nostri amici di Mosca e i loro bot spaccamaroni non hanno certo inventato questa nobile forma di dolce curiosità – del resto lo scudetto andrà a una squadra che deve la sua gloria al poderoso pool di intercettatori telefonici di Tronchetti Provera. Perciò, le Pagelle Senza Voti di oggi sono ispirate dalle più famose spie di sempre.
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Donnarumma – GEORGI IVANOV MARKOV
Dissidente bulgaro, non era un agente al soldo del nemico anche se fu trattato come tale dai suoi compatrioti (del resto, quarant’anni fa essere bulgari e NON essere una spia era altrettanto sospetto). Fu sistemato in modo altamente spettacolare dai servizi segreti del suo Paese: mentre stava andando a concedere un’intervista alla BBC a Londra fu colpito con una pallottola velenosa sparata da un passante dall’aria insospettabile dotato di un fucilombrello. Più o meno quello che capita a Gigio, che dopo aver cercato di aiutare il suo popolo, specie con una appassionata parata nel primo tempo, viene fatto secco dal compagno Theo in una modalità romanzesca quanto imbecille.
Saelemaekers – ELI COHEN
Agente del Mossad al quale fu data una posizione obiettivamente mal consigliata: fu schierato dal governo siriano come viceministro della Difesa. Quando si accorsero di averlo messo nel ruolo sbagliato, come Pioli lo condannarono e la televisione trasmise l’esecuzione in diretta. Però due schiaffi avreste dovuto darveli da soli, eh.
Tomori – Will Fisher/RUDOLF ABEL
Inglese di nascita, ma sovietico nel cuore, fu veramente instancabile ed efficace, tanto che negli anni 90 i russi gli hanno dedicato commossi un francobollo, e non possiamo negare che il nostro baluardo dia un contributo fondamentale nel francobollare gli infiltrati blucerchiati. Abel fu beccato e condannato a 50 anni dagli americani ma riscattato dai sovietici, come è raccontato anche nel “Ponte delle spie”; pensiamo che non ci sia tifoso milanista che non auspichi che i nostri leader non stiano lavorando allo stesso obiettivo.
Kjaer – GÜNTER GUILLAUME
Fa il suo lavoro bene e non sbaglia i tempi, come l’ex nazista diventato comunista all’arrivo dei russi, capace però di guadagnarsi la fiducia del Cancelliere della Germania Occidentale tanto da diventare suo assistente. Poi si scoprì che oops, era della Stasi, ma alla fine non fece grossi danni e nemmeno noi ci sentiamo di condannarlo a più di 12 anni, in fondo certi suoi colleghi hanno fatto molto peggio.
TheoHernandez – ANNA VASILYEVNA KUSCHENKO coniugata Chapman
Procace spiona russa che qualche anno fa si è infiltrata (facilmente) a colpi di ghiandole mammarie nella diplomazia britannica, poi beccata dai più attenti americani nel 2010 quando tentò di far fessi anche loro. Dopo uno scambio di prigionieri Obama-Putin è tornata in Russia, dove è stata severamente costretta a diventare una star della tv, fare sfilate di moda, e occuparsi dell’educazione della gioventù (…non è uno scherzo). Anche il nostro giovane e procace nondifensore continua a vivere da star, e probabilmente continuerà a farlo dopo tre mesi di partite veramente preoccupanti, culminati ieri nel suo aperto tradimento. Chissà se a nostra insaputa ha scelto questo modo per convincere le nostre autorità a farlo lasciare questo Paese.
Bennacer – ??? Nome in codice: VERME
L’appellativo risulterà un po’ forte, ma questo passa il convento, non possiamo farci niente se è così che i nostri servizi segreti, i pochi NON deviati diciamo, chiamano la talpa che, indisturbata, da quasi trent’anni passa segreti all’URSS comunista e in seguito alla Russia cannibalista, in qualunque sua conformazione politica (senza perdersi in antipatici, meschini ideologismi su destra e sinistra come fate sempre voi italiani, puah). Benny, nostro prediletto, contro la Sampdoria è il talpone che fa il gioco degli avversari, sbagliando ogni passaggio come se lo facesse apposta. Due settimane fa ci eravamo illusi che fosse già rientrato in piena forma. Forse anche lui.
Kessié – MATA HARI
Fa il possibile, anche se è difficile sfuggire all’arbitrio che come spesso fanno i maschi, è sempre lì a fischiare fastidiosamente – ma riesce se non altro a evitare il suo cartellino. Non riesce a trascinare la squadra in avanti, se non nel finale, quando come una sinuosa e ipnotica danzatrice esotica entra sia nell’azione del gol che in quella, fatidica, del 93esimo, quando proprio come la celeberrima spia olandese si ritrova attaccata a un palo e guarda negli occhi il plotone d’esecuzione che esegue la condanna.
KRUNIC – KITTY HARRIS
Ragazza canadese di origini polacche, servì il KGB da Chicago a Parigi, da Shanghai a Londra, guadagnandosi la fama di “spia dai 17 nomi” – e certamente tutti noi durante la partita con la Samp ne abbiamo usati altrettanti per definire l’amico Rade, e quasi tutti di quadrupedi.
Castillejo – JUAN PUJOL GARCIA, nome in codice: Garbo
Agente segreto spagnolo che per anni turlupinò spettacolosamente sia tedeschi che britannici millantando di essere a capo di una rete di agenti completamente inventati, per i quali si faceva pagare tantissimo. Tuttavia alla fine riuscì a essere decisivo per i britanni, depistando i tedeschi riguardo al luogo dello sbarco americano in Europa (non è da escludere che in realtà semplicemente non avesse la minima idea del luogo effettivo). Dopo la guerra, forse per non restituire i soldi presi dagli agenti inesistenti, inscenò la propria morte e andò a vivere anonimamente in Venezuela, da dove ha fatto sapere di essere morto nel 1988. Ma noi sappiamo la verità. Ancora abbastanza in forma per la sua età, corre senza costrutto sulla nostra fascia destra, perché ha convinto il nostro allenatore di poter penetrare nelle difese avversarie.
Calhanoglu – JULIUS ROSENBERG
Figura tristissima della storia americana, finì sulla sedia elettrica con la moglie perché accusato di aver passato ai sovietici informazioni su come costruire la bomba atomica; per anni fu ritenuto vittima della caccia alle streghe, ma la verità scoperta in anni recenti è che passò all’URSS dei documenti del cavolo su radar difensivi e dispositivi di artiglieria. Ecco, Hakan dopo i recenti fasti di Firenze e in nazionale, è subito tornato all’attività di piccolo cabotaggio, cabotata in modo deprimente. L’unico segnale di vita è il tiro al 90mo ribattuto da Audero in ambasce, ma nessuno è pronto ad avventarsi sul pallone vagante perché tutti sono convinti che il verdetto di pareggio sia già stato emesso e sia anche giusto.
Ibrahimovic – AMLETO VESPA
L’avventuriero nato a L’Aquila (…nessuna parentela con – ci siamo capiti) (ma chi può dirlo) combatté a fianco di Pancho Villa in Messico, poi andò a fare la spia per i giapponesi, poi si vendette ai cinesi, tornò dai giapponesi, quindi firmò per gli americani. In tutti questi cambiamenti di club non si sa bene chi dei suoi ex amici si vendicò facendolo sparire dal (doppio) gioco, ma si dice che fosse coinvolta un’anziana signora con delle bambole voodoo.
Kalulu – FRITZ KOLBE
Sapete chi è il più grande agente segreto al servizio di Sua Maestà Eccetera? Sì, è quello. Certo, c’è questo piccolissimo fatto che è completamente inventato. E non a caso, perché come Pioli in questo periodo, a Londra fanno parecchi errori di valutazione; per esempio, tanti anni fa non si fidarono di questo signore tedesco per nulla d’accordo con Hitler ma così bravo da essere continuamente promosso nel Ministero dell’Interno pur non essendo iscritto al partito nazionalsocialista. Anche in questo caso, furono gli americani a metterlo in campo e lui portò loro i bersagli di V1 e V2, i piani per diversi aerei da combattimento, le ipotesi di attacco giapponesi nel Sud-Est asiatico e già che c’era, l’identità dell’agente Cicero, talpa dei tedeschi in un’ignara ambasciata alleata (il Regno Unito, ovviamente). Ora, non è che Kalulu sia stato COSI’ prezioso per la nostra partita – il suo paragone con Herr Kolbe è in primo luogo dovuto al fatto che ehm, stavamo finendo le spie. Ma resta il fatto che non si capisce perché non sia stato impiegato dall’inizio. Chi lo sa, forse si sarebbero risparmiate tante vite milaniste.
Tonali – FRANCESCO PAZIENZA detto Il Faccendiere
Entra e subito si fa vedere affaccendato come il loschissimo luogotenente di Licio Gelli messo a capo del SuperSismi per sovrintendere a tutti i lavori sporchi concepibili (e inconcepibili); sembra sbattersi parecchio, specie sulla destra (non è una battuta politica. Per piacere! Fate i bravi) e riesce a depistarci un po’ tutti da un giudizio più severo. O forse qualcuno dei suoi amici dittatori ha alzato il telefono e ci ha convinti a trattarlo bene. Ma ovviamente non potete provarlo.
Rebic – ELISABETH SCHRAGMULLER detta Fräulein Doktor
Gran burattinaia dello spionaggio tedesco durante la Prima Guerra Mondiale, causò diversi problemi alla flotta britannica, anche se alla fine non riuscì ad affondarla con quel pallone toccato verso la rete a portiere battuto, ma salvato dalla difesa. Forse poteva entrare in campo prima. O forse no, ultimamente la gelida Fräulein è un po’ difficile da decifrare, chissà se ci riusciremo mai.
Hauge – THOMAS E. LAWRENCE “d’Arabia”
Il salvatore della Patria che non ti aspetti: il biondo venuto dal Nord Europa, nell’ultimo giorno di caldo primaverile del mezzogiorno milanese entra in scena e ci evita l’ennesima sconfitta incomprensibile, e con un gol davvero pregevole. Non è che nei dieci minuti precedenti avesse strappato consensi: come il maggiore Lawrence, continua a suscitare parecchie perplessità tra i suoi superiori, e pure tra noi inferiori. Ma visto che quel suo primo tiro in porta dopo 85 minuti di deserto sembra scatenare la Rivolta Araba nei confronti del sultano Ranieri, partono le congetture: era forse il caso di schierarlo prima? Lo abbiamo sempre visto fuori ruolo? È più cammello che renna? Amici, non capiamo abbastanza di calcio per rispondere, però il ragazzo ci rende meno amaro l’uovo di Pasqua e lo ringraziamo, così come ringraziamo voi per aver letto fin qui: auguri, e speriamo di tornare a volare come colombe.