Inutile adesso dire che sono stati fatti degli errori politici, e che troppo a lungo non si è ascoltata la rabbia dell’uomo della strada, il coltivatore del Wisconsin che mormorava “Putt’ a Thepadula” o i millennials della California che non hanno votato perché non capivano su che pagina facebook andava messo il like per votare Vangioni. Le urne hanno decretato la vittoria del populismo e la sconfitta del vincenzismo: non resta che dare le nostre Pagelle Senza Voti in base ai presidenti degli Stati Uniti.
Donnarumma – JOHN F. KENNEDY
Gli sparano contro più volte, con la complicità evidente di chi doveva proteggerlo, e due volte lo colpiscono. Ci sono molte teorie complottiste, la più suggestiva è quella che ipotizza il suicidio, specie in occasione del secondo gol – ma in verità, a Callejon viene consentito di tirare da distanza ravvicinata, sulla quale il tempo di reazione di un tipo alto due metri non è sufficiente per chiudere le gambe dopo due passi avanti – casomai, lascia perplessi il modo in cui viene trafitto da Insigne: la Commissione Raiola parla di “proiettile magico”.
Abate – BILL CLINTON
La dice lunga il fatto che pur pasticciando in ogni modo possibile, dia maggior sensazione di sicurezza rispetto ai colleghi.
Ma come è potuto succedere? Chi era il candidato avversario? Siamo sicuri che Giorgia Meloni avrebbe fatto peggio? A parità di inefficacia sul gioco aereo, chiaro.
Paletta – THEODORE ROOSEVELT
Deciso e spietato come piace a noi: certo non metterà su una scuola di calcio né di politica, ma siamo a favore di far scolpire il suo volto sulla montagnetta di San Siro. Peraltro non dovrebbe essere un lavoro difficilie, la montagnetta già gli somiglia.
Calabria – RICHARD NIXON
Kucka – HARRY TRUMAN
In un centrocampo in cui si tentenna troppo, lui si prende le sue responsabilità, piazzando la bomba.
Sosa – JIMMY CARTER
“A Desperate Choice for Desperate Times”.
Pasalic – FRANKLIN D. ROOSEVELT
Montella, dopo averlo panchinato per mesi, ha di colpo deciso che è l’uomo del New Deal. Purtroppo, ha lo stesso scatto del paralitico presidente che i migliori complottisti d’America ritengono colpevole di aver lavorato per avvantaggiare i napoletani a Pearl Harbor, consentendo loro di portarsi in vantaggio con circa cinque passaggi sbagliati in quaranta secondi. Nella ripresa coglie una traversa, ma presto firma un accordo con Stalin e Hamsik per una coesistenza pacifica.
Bonaventura – GEORGE WASHINGTON
Suso – BARACK OBAMA
Tutti lo guardano con rimpianto: peccato abbia smesso di esercitare la carica di leader del Milan civilizzato.
Bacca – ABRAHAM LINCOLN
Viene dal Kentucky – come il pollo fritto, e non sapremmo trovare un paragone migliore – e si batte contro la schiavitù che affligge gli attaccanti, quell’antico e odioso giogo che li obbliga non solo a far gol, ma anche a tirare in porta. Cade spesso a terra per niente, manco gli avessero sparato.
Lapadula – RONALD REAGAN
Grandissimo carisma presso le masse, elevata propensione a sbarcare coi marines sulle caviglie altrui, ma la sorte gli nega la possibilità di aprire la valigetta nucleare in area: purtroppo a sgonfiarsi davanti a lui non è l’URSS ma il Milan, ormai sfiancatosi dopo tre quarti di partita spesi nel tentativo di innescare Bacca.
Bertolacci – SERGIO MATTARELLA
…ci siamo capiti.
Niang – DONALD TRUMP
Sostenuto dal partito LOLlista. Quando entra in scena, tutti pregano che non faccia danni. Di più, è inutile chiedergli.