Milan-Lazio 2-0: le Pagelle Che Non Lo Erano

Lo diremo gentilmente: la monarchia è una cretinissima pagliacciata medievale – anche se è evidente che molta gente la idolatra pazzamente, tipo i media italiani (cosa che non la eleva in modo particolare). Sicché, vista la contemporaneità di Milan-Lazio con un certo evento in una nazione extraeuropea, ci sentiamo in dovere di dedicare le Pagelle Senza Voti a eminenti repubblicani.

Maignan – Clint EASTWOOD
Si limita a quello che da anni fa l’attore repubblicano più amato dai democratici americani e non solo: fa dardeggiare intorno a sè il suo sguardo di dura pellaccia, mettendo soggezione ad avversari e compagni. Non prende gol, non subisce tiri in porta – potremmo chiamarlo Un mondo perfetto.
Calabria – Giuseppe MAZZINI
Come il trascinatore della Repubblica Italiana, il capitano galoppa sull’onda di autentico slancio patriottico, concedendo pochissimo agli avversari, ma si fa fatalmente ammonire: prudente come Cavour, Pioli ne neutralizza l’ardore in panchina.
Kjaer – Abraham LINCOLN
A volte sembra che il pallone, appena portato in area dai laziali, lo cerchi, andando da lui in pellegrinaggio, per omaggiarne l’imponenza storica. Oppure è solo per fare una foto con lui e poi farla vedere agli altri palloni sui social – come dicono tutti, sono pieni di palle, i social. Tomori – Gaetano BRESCI
Gioca con l’impeto benintenzionato ma indubbiamente un po’ irruento dell’uomo che cancellò dal campo uno di quei tracotanti e strapagati Savoia. La lucidità non è la sua virtù principale ma malgrado qualche leggerezza non fa veri danni – cosa che tutto sommato potremmo dire anche del sig. Bresci.
Theo Hernandez – Simón José Antonio de la Santísima Trinidad BOLIVAR
Un eroe popolare sa capire il momento difficile della sua gente, e guidarla verso un futuro migliore: Theo, nostro Libertador, con la sua cavalcata libera San Siro dall’angoscia opprimente calata dopo l’infortunio di Leao, e invita a non rassegnarsi a la usurpación y la tiranía dei cabrónes in arrivo tra qualche giorno nel nostro stadio.
Tonali – Jean-Jacques ROUSSEAU
Ogni uomo nasce milanista: libero, sano, buono, felice – dopo di che, corrotto dalla degenerazione dell’umanità, spesso diventa qualcos’altro. Ma forte di un contratto sociale esemplare, l’8 lotta per sé e per gli altri, contribuendo a realizzare la volontà generale a centrocampo.
Krunic – Niccolò MACHIAVELLI
Forse un po’ spremuto negli ultimi tempi, alterna intensità e qualche distrazione, ma come il repubblicano che cercava di ingraziarsi i principi, si barcamena sempre egregiamente.
Bennacer – PLATONE
“La necessità è madre di tutte le invenzioni”, afferma il popolare influencer ateniese nel suo bestseller La Repubblica: Ismael ne prende atto e inventa un gol assolutamente necessario, dopo un fulmineo dialogo (platonico) con Giroud. Passa il resto della partita a cercare il modo migliore di governare secondo giustizia – apparentemente, è il possesso palla.
Giroud – Pascal PAOLI
Indomito come l’eroe nazionale di Corsica, si batte contro nuovi nemici in ogni zona del campo: finisce per tirare meno di quanto vorrebbe e vorremmo, ma è inevitabile, essendo costretto dalle circostanze a tirarsi addosso gli avversari. E poi, parlando di corsi, è sempre stupefacente quanto corra, con la sua età e il suo fisico.
Messias – Robert SMITH (The Cure)
Tra tutti i nostri è quello con l’indole più ombrosa e goth – eppure ogni tanto si accende a sorpresa, come il leader dei Cure quando gli chiedono due parole sulla monarchia britannica. Il nostro Wish è che quel suo sinistro miri la porta più spesso.
Leao – Paul Ludwig Hans Anton von Beneckendorff und von HINDEBURG
La sua partita è fugace come la Repubblica di Weimar, della quale Hindenburg fu il mesto presidente fino alla caduta e all’avvento del nazismo, e l’infortunio appare a ogni milanista tragico come il disastro del noto dirigibile intitolato al maresciallo prussiano dopo la sua morte verificatasi di lì a poco (forse non è un giudizio storico ortodosso, ma onestamente il signor Hindenburg è stato gramo in modo veramente singolare).
Saelemaekers – Noel GALLAGHER (Oasis)
Entra in campo per Rafa, e a suo modo ci invita a Don’t look back in anger, anzi, eventualmente, a Roll with it, come farebbe il più equilibrato dei due fratelli Gallagher (“…Io non voglio morta la famiglia reale: mi accontenterei che si facessero male molto seriamente”).
Kalulu – Daniel RADCLIFFE
Ultimamente, come Harry Potter, interpretato dal repubblicanissimo Radcliffe, sembra spesso un co-protagonista di quanto gli succede intorno. In questa fase è tornato a essere una riserva di Calabria e di Kjaer, e ci spiace osservare che le due occasioni piuttosto pericolose che la Lazio riesce a creare verso la fine della partita vengono tutte e due dal suo lato.
Thiaw – Giovanni SPADOLINI
Il segretario del Partito Repubblicano (che esiste ancora, sapete) che diventò Presidente del Consiglio – e campione del Mondo – nei primi anni ’80 aveva dalla sua una specie di strapotere fisico che anche Thiaw fa fruttare in difesa. In attacco purtroppo non ancora, ma attendiamo con fiducia.
Rebic – Kanye WEST
Si sa, non ha precisamente le idee chiare – però ha quei guizzi da artista, tipo quello che lo porterebbe al gol del 3-0, se non fosse per il solito fuorigioco di orecchio cui paghiamo dazio anche stavolta.
Ballo-Touré – MAURIZIO MOLINARI
È il direttore di Repubblica da quando quella famiglia che NOI, in Italia, manteniamo per motivi poco chiari, ha deciso di comprare il giornale. Non vi siete praticamente mai accorti di lui, vero? Come di Ballo-Touré ieri – e alla fine va bene così.

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