Milan-Inter: le Pagelle Che Non Lo Erano

Buon anno, Covid! Sembra ieri che il campionato si interrompeva, in un momento in cui eravamo allo sbando, e infatti oggi – no, beh, insomma, siamo secondi in classifica, siamo in Europa League, qualche prospettiva in più ce l’abbiamo. Però ultimamente ci è diventato più difficile tracciare la porta avversaria, e le gioie, che solo qualche mese fa erano ottime e abbondanti, scarseggiano come alcol e candeggina nella fase hardcore della pandemia. Dobbiamo stringerci attorno alla squadra e fare quadrato – oppure biocontenimento. Ecco perché le Pagelle Senza Voti della partita di ieri sono ispirate dalle parole che abbiamo usato di più in questi dodici mesi – sperando di tornare a usare certe espressioni come “striscia positiva” e “miracolo di Padre Pioli”, perché quest’ultima variante in giro dal 2021 non ci piace molto.
 
Donnarumma – AFFETTI STABILI
Specie nel primo tempo vede arrivare gente da tutte le parti, ma regge la baracca per quanto può. Un paio di buoni interventi (Perisic nel primo tempo, Lukaku nel secondo) ma riesce a fare miracoli come il suo competitor Handanovic; c’è da dire che i suoi colleghi non sono molto brillanti nel difendere in smartworking, a dirla tutta potrebbero registrare il brevetto dello stupidworking.
Calabria – FOCOLAIO
Perisic improvvisamente sembra tornato quello di tre anni fa, e lui pure. Lo soffre in modo lampante, ne è preoccupatissimo già nell’azione del primo gol e diventa un piccolo incubo che lo tiene in incubazione per tutto il primo tempo. Nella ripresa si ripiglia un po’ e spinge, ma non tira mai, non prende nemmeno un palo.
Kjaer – CEPPO
Risolve qualche situazione: se non ci fosse lui, Lautaro segnerebbe venti secondi prima, e verso la metà del primo tempo, riesce a tenere a bada Lukaku su una palla bassa di Perisic. Ma non è ancora in quella forma che gli può permettere di fronteggiare un attacco fisicamente debordante come quello costituito dal toro e dal bisonte.
Romagnoli – PAZIENTE ZERO
È il momento più difficile della sua carriera. Ci sono i suoi droplets su tutti e tre i gol dei nostri avversari, e ormai la gran parte dei tifosi lo vede come untore e chiede che sia quarantenato in panchina. Ironicamente, quando nel derby di Coppa Italia aveva fatto “sentire il fisico” a Lukaku, nel giro di un minuto la situazione era degenerata in un caso nazionale, con discesa in campo di illuminati intellettuali interisti. Stavolta non riesce nemmeno a salutarlo col gomito, e gli ingrugniti siamo noi. Ha sicuramente bisogno di una terapia, e che sia intensiva.
TheoHernandez – PICCO
Forse il migliore dei nostri giocatori di movimento: è vero che il primo gol viene dal suo lato, lasciato scoperto dopo il nostro primissimo tentativo di attacco, ma tutto sommato contiene Hakimi (eccetto, volendo, in occasione del secondo gol, quando però il suo rivale è favorito da un rimpallo), e sfiora un gol con il piede posticcio nel primo tempo.
Tonali – RISTORO
Ci prova, e si comporta meglio di altre volte. Lo si vede sia nella nostra area, quando rimane interdetto dai nostri meccanismi difensivi (ma quello capita spesso anche a noi), sia nell’area interista quando riesce a trovarsi un paio di volte in condizioni ideali per battere a rete; in un caso, viene attorniato da una decina di energumeni in nerazzurro, nel secondo a neutralizzarlo ne basta uno, quello in porta.
Kessié – GREGGE
Sembra contagiato dai compagni, pascola invece che dominare il centrocampo per Decreto del Presidente; è vero che è anche grazie a lui se il temuto Barella non ci arreca danni, ma il piccolo Tonali si ritrova a svolgere un po’ del suo lavoro ai lati opposti del campo.
Saelemaekers – ISOLAMENTO FIDUCIARIO
Forse è il giocatore che più soffre questa fase. Non esce più, non frequenta i compagni, ogni tanto letteralmente sparisce dal gioco e viene il dubbio che sia da qualche parte a guardare qualche serie pallosissima che però è su Netflix quindi cioè incredibile cioè sto in fissa cioè voi giocate, io guardo un momento la quarantottesima stagione magari skippando un po’ ma devo vederla raga cioè.
Calhanoglu – AUTOQUARANTENA
Piace il suo senso di responsabilità: siccome lui il coso lo ha avuto davvero, limita i contatti con avversari e riduce al minimo il rischio di contagiare il pallone.
Ibrahimovic – GOVERNATORE
Così come la pandemia ha messo sotto i riflettori il protagonismo dei big locali, allo stesso modo la nostra squadra smarrita guarda al suo pezzo da novanta, unico senso del nostro gioco. Lui, nonostante quello che diranno i festanti opinionisti saltati sul carro dei vincitori (e rapidamente scesi dal suo) è lui a consentirci, in diverse occasioni, di credere nel pareggio – recuperando palloni, fornendo assist, cercando di forzare il posto di blocco di Handanovic. Ma una differenza interessante tra noi e i nostri avversari è che il nostro giocatore più pericoloso si ritrova addosso in continuazione le mani di DeVrij, i gomiti di Skrinjar e persino alcune parti riproduttive di Bastoni: viceversa, Lukaku e Lautaro non si giovano di alcun contatto umano. Naturalmente, alla lunga questo li renderà insensibili e tristi. Ma sono nella squadra giusta.
Rebic – REMOTO
Rimane un passo fuori dalla partita, tranne forse nel secondo tempo quando riesce in qualche occasione a eludere i controlli e mettere qualche pallone in mezzo – per il nostro gigante, al quale sono perennemente abbarbicati due difensori grossi quasi quanto lui. In copertura tutto sommato c’è, ma non è per difendere, che gioca nel Milan.
Meité – COPRIFUOCO
Entra, e tutti capiscono che è il momento di prendere congedo – “Ciao ragazzi, speriamo che questa roba passi presto, che non se ne può più”.
Leao – ASINTOMATICO
Totalmente ininfluente, a quel punto della partita. Se a Belgrado avesse giocato a pallone invece che fare movida, forse avremmo iniziato la partita con lo stesso duo d’attacco che scardinò l’Inde all’andata. Ma una task force di leaologi lo ha sconsigliato, e anche un certo luminare svedese deve aver fatto pesare il suo parere. A proposito, gli svedesi dopo essersi bullati per tutta l’estate coi nostri giornalisti ci hanno finalmente capito qualcosa di ‘sto virus o tra una vanteria e l’altra sono alla decima ondata?
Castillejo – SATURIMETRO
Un po’ come il simpatico gadget al quale basta dare un dito, e si prende il dito: come lui è piccolo, di discutibile affidabilità, e certo non può risolvere la situazione. Però fa “bip”.

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