D’accordo, il design. D’accordo, la moda. D’accordo, Paola & Chiara – ma Milano, lo sanno tutti, viene associata immediatamente alle parole “…da bere” – avendo coltivato una appassionata cultura dell’aperitivo: come diceva il Maestro D’Anzi, sotto alla Madunina se sta mai coi man in man – perché in una delle due c’è un bicchiere, nell’altra le patatine. Tant’è che malgrado noi insistessimo per invitare a cena i nostri ospiti di giornata, che sono da poco arrivati in città, questi hanno preteso a tutti i costi di giocare all’ora dell’aperitivo, contando di approfittare della loro happy hour. Non è andata così, ma c’è da dire che tutti i cocktail entrati in scena nel mercoledì pomeriggio di San Siro sono stati vistosamente annacquati da una pioggia battente, molto inglese, scesa a ricordarci Ray Colin Wilkins. Che detto tra noi, di aperitivi ne buttava giù anche troppi. Quindi, mentre leggete le nostre Pagelle Senza Voti a tasso alcolico variabile, ricordate: bevete responsabilmente. Sì, è un modo di dire particolarmente citrullo, ma ci siamo capiti. E soprattutto, anche se siete delusi per il pareggio, state vicini – altrettanto responsabilmente – alla squadra milanese bella come il sole.
Donnarumma – SALVATORE’S LEGACY
Contiene una parte di Cognac Clos de Griffier Vieux del 1788, una di Kummel del 1770, una di Curacao Dubb Orange del 1869 – però l’Angostura potete prenderla anche recente, va bene l’inizio del Novecento. Tutti questi ingredienti rendono questo cocktail spiritosamente costoso (tipo 6.000 euro al bicchiere) eppure ogni tanto capace di sbrodolare su una palla lentissima a mezza altezza. Per fortuna si riscatta su uno dei pochi tiri in porta della partita.
Calabria – GIN TONIC
Molto tonico, ma anche un po’ gino: sarebbe il nostro migliore in campo, specie per come spinge, se un paio di volte non lasciasse passare un Perisic nemmeno troppo frizzante.
Bonucci – BLOODY MARY
Va a tanto così dallo sciacquarsi la bocca anche di mercoledì pomeriggio, ma Handanovic salva la sua squadra. Quasi sempre in controllo quando l’Inde prova a schiacciarci, rischia invece grossissimo quando quasi tiene in gioco Icardi nella fatidica azione alla fine del primo tempo.
Romagnoli – MOSCOW MULE
Ancora una volta, alta gradazione e alta concentrazione: gli si può rimproverare qualcosa forse solo in occasione dei due contropiedi vanificati da Icardi, ma sono due palloni che non dovrebbero nemmeno partire dalle fasce.
Rodriguez – NEGRONI SBAGLIATO
Come il Negroni, qui a Milano è cambiato. Troppo brut per essere vero.
Montolivo – TE’ COL LATTE
Sempre rilassante. Imbattibile con i krumiri e un buon libro.
Kessié – COSMOPOLITAN
Un must per le tipe chic (lo hanno adottato su consiglio di Sex & the City, dove le tardone lo veneravano quanto quelle stupide scarpe) ma non ne trovavano mai uno perfetto – metafora dei maschi, sapete. E questo vale anche per Franckone: anche quando gli ingredienti paiono esserci tutti, manca sempre qualcosa… ed è molto spesso il tiro in porta.
Bonaventura – PANACHE’
Birra con troppa gassosa. Già il fatto che ci sia della gassosa, implica che ci sia troppa gassosa. E Jack in questo periodo pare aver finito la birra.
Suso – SANGRIA
Più che un distillato purissimo in questo periodo sembra un mescolone casereccio per una ciucca moderata. Anche se nel secondo tempo la sua caraffa è un po’ più piena, pare vedere la porta e i compagni meno di prima.
Calhanoglu – راقى)
Ovvero il Raki, detto latte di leone: acquavite turca fatta con le patate, o il mais, o le prugne, e altre cose con cui non pensereste mai di diventare alcolizzati. Erdogan lo disapprova poiché toglie ai suoi concittadini quella compassata lucidità per cui sono famosi, proprio come Hakan è stato disapprovato dal nostro ringhiante leader dopo la partita di tre giorni fa. Tant’è che non spreca quasi niente. Solo che nel contempo non cerca quasi mai di ubriacare.
Cutrone – MOJITO
Il cocktail che in Italia più viene associato ai milanesi (invece che a Hemingway, che ne era testimonial gratuito) è anche quello che ti stende non appena hai iniziato a sottovalutarlo. Ringhio lo toglie proprio quando ha appena avuto i due guizzi più importanti di tutta la partita, e forse invece stava appena iniziando a prevalere sui pezzi di menta della difesa interista.
Locatelli – MARGARITA
Quest’anno non è proprio sbocciato, ma forse sta pagando un po’ troppo la permanenza in ghiaccio, tanto che c’è il rischio che abbia dimenticato come si sta in campo (e in effetti non è che prima spadroneggiasse). Malgrado ciò, nel breve frangente in cui è in gioco sembra portare un po’ di sale al bordo della partita.
Kalinic – TISANA ALLA MALVA
Sulle sue proprietà emollienti si può sempre contare. Non abbiamo, non avremo mai preconcetti su di lui, e non smetteremo mai di credere che prima o poi si regalerà una serata da eroe. Ma su questa convinzione potrebbe influire almeno in parte il fatto che siamo dei casi disperati. Lui entra, e gli avversari prendono abbastanza fiducia da uccidere la partita (già visto succedere qualche giorno fa, vero?). Riceve a un metro e mezzo dalla porta, semiindisturbato, la palla che un attaccante dovrebbe – anzi, diciamo potrebbe metter dentro. Salta in modo impeccabile. Ma quando gli viene in mente che deve anche colpirla, è troppo tardi.
Borini – SPUMA
Ed è subito festa delle medie.
hihihi